Il pappagallo del Senegal (Poicephalus s. senegalus)

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Gruppo di giovani di Poicephalus s. senegalus

Gruppo di giovani di Poicephalus s. s.enegalus


Correva l’anno 1968 ero ancora ragazzo vivevo in Sicilia, quando per la prima volta ebbi modo di osservare in una gabbia a portata di avventori  un pappagallo verde e giallo con la testa grigia, che fischiava con maestria Ballando sotto la pioggia. Rimasi colpito, anche perché in quel tempo non era facile trovare pappagalli di quella specie sul trespolo!

Ero  affascinato dalla destrezza con cui riusciva a fischiare in diverse tonalità altre canzonette, facendo variare nel contempo la colorazione dell’iride mentre ripeteva solo poche e brevi parole.

In quell’epoca si potevano trovare solo animali adulti e di cattura, mai giovani appena involati: pertanto non era per nulla facile addomesticare questi soggetti e insegnare loro a ripetere parole o canzoni. In seguito questa difficoltà fu superata con le riproduzione in cattività, risultando tali pappagalli ideali da compagnia e, rispetto ad altri, di più facile gestibilità.

Le prime notizie ufficiali di riproduzioni si ebbero dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna solo nel 1971.

Una visione sottoalare del Poicephalus s. mesotypus.

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Descrivo in sostanza i soggetti che sono diventati oggi alla portata di tanti:

Misure: ali 151-160 mm.; coda 64-70 mm.; tarso 17-21mm.; becco 20- 26 mm.; lunghezza intorno ai 23 cm.. Peso 120-160 g.. Incluso nell’Allegato B della Convenzione.

L’origine del nome deriva dal greco: Polios (grigio) e kephalos (testa).

Nel passato é stato importato con molta regolarità e in abbondanza, ora invece è consolidato numericamente con le riproduzioni in cattività, da parte di molti

allevatori italiani e stranieri, anche se purtroppo talvolta vengono accoppiate due sottospecie diverse!

Per questo, con il presente articolo, cercherò di soddisfare tutti gli allevatori che desiderano affrontare gli accoppiamenti nel modo più calibrato possibile, formando coppie omogenee e della medesima specie o sottospecie.

Un bel giallo su un maschio di P.s. senegalus


Il maschio porta il pileo grigio con sfumature brune; le regioni auricolari grigio argenteo, così come le guance e la parte superiore della gola. Redini e zona nuda circostante l’occhio sono nere. Petto laterale, addome, sottocoda e parte alta delle tibie giallo leggermente aranciato. Sotto ala giallo. Remiganti grigio scuro con vessillo esterno verde. Timoniere  bruno- verdastro, rimanenti del  corpo verde, più scuro nelle copritrici alari, più chiaro altrove.

La femmina dell'autore gialla


La femmina è quasi identica al maschio, ma se ne differenzia per il grigio al capo, che è più chiaro, per il giallo arancio delle parti inferiori del petto e per le minori dimensioni del cranio e del becco. Un carattere  sessuale secondario distingue la femmina con sottocoda verde dal maschio con sottocoda giallo.

Quello appena descritto è il Poicephalus senegalus senegalus, diffuso nel Gambia, nelle regioni meridionali del Senegal, nella Guinea ex Portoghese e ai margini settentrionali della Guinea.


Nelle regioni nord-orientali della Nigeria e del Camerun centrale e nord-occidentale  si trova il Poicephalus s.mesotypus °°(Reichenow, 1910) che si differenzia per avere addome e sottocoda di un arancio carico che volge al giallo sui fianchi. Da alcuni questa sottospecie è considerata una  variante della specie nominale.

In costa d’Avorio, nell’alto Vola, nell’estremità sud-occidentale del Niger, nel Ghana, nel Togo, nella Nigeria meridionale e occidentale si incontra il Poicephalus s. versteri ° (Finch, 1863) che ha addome e sottocoda di un rosso arancio particolarmente intenso e che si attenua notevolmente sui fianchi sino a tendere al verdastro soffuso.

Frequenta la savana boscosa ed erbosa, saltuariamente la foresta ombrofila, costituita da numerose piante di Adansonia digitata e Parkia filicoides. Si sposta in piccoli gruppi di 10/20,  ma solo nel periodo non riproduttivo, emettendo un richiamo acuto, stridente e metallico come:

Sceelele Stee screelele Stee-ow-ow  oppure brevi e secchi  si erge ad st-ad-SST.

La dieta include semi e frutti di Kaya senegalensis, Pterocarpus erinaceus, Ficus, Parkia, Scleroclarya birrea, Butyrosperum parkii, Vitex cienkowskii, Adanonia, Ximenia Americana e Acacia albidia.

I nidi vengono  scavati in cavità ad altezze intorno ai 10 metri o più negli alberi di Adansonia e Parkia. Le uova vengono deposte in periodi che variano dal mese di aprile/settembre in Gambia e Senegal, e settembre/febbraio, in numero da 2 a 4.

Ua coppia di parrocchetti del Senegal dell'autore


Secondo il Bannermann (The birds of West and Equatorial  Africa, vol 1) depone uova nella cavità naturale di un albero, preferibilmente il boabab, verso la fine della stagione delle piogge, da 2 a 4, che cova per 28 giorni.

Le prime notizie di riproduzione in cattività provengono dal Sig. Scheridan che nel 1884, in Gran Bretagna, allevò 4 piccoli.

Successivamente abbiamo informazioni di riproduzioni in Olanda e poi negli Stati Uniti al giardino zoologico di S. Diego.

Nel 1957 l’inglese E. J. Boosey, proprietario della Foreign Bird Farm di Keston, ottenne la nascita di tre piccoli, portati al volo regolarmente dai genitori. In epoche successive, allorquando si sono esaurite le importazioni dai luoghi di origine, molti  allevatori, tra i quali numerosi italiani, hanno ottenuto risultati positivi di nascite, tanto da stabilizzare sul mercato una costante presenza di soggetti. Significativo è stato l’impulso dato all’allevamento dal Prof .R. Massa, il quale ha non solo prodotto questo affabile pappagallo africano, ma, su un testo specifico, ha anche comunicato le esperienze vissute presso il Centro da Lui diretto, fornendo consigli preziosi.

In cattività necessita di un luogo in semi-ombra e di una voliera di modeste dimensioni, 120 cm. di lunghezza e 60 x 45 cm (base per altezza).

Anche una voliera dalle dimensioni più ampie può essere adeguata, ma dato il carattere del pappagallo e la sua necessità di nascondersi, come avviene in natura, si potrebbe rischiare di allungare i tempi per la riproduzione.

La cassetta-nido può variare nelle dimensioni, ma un suggerimento utile è che essa abbia la forma di “ L “(60 cm. di  altezza, 25 cm. di base, 25cm. di larghezza), ingresso nella parte superiore con foro da 7 cm. circa, apertura di uno sportellino sul lato e alla base della L per verifiche di deposizioni, costruito possibilmente con legno di faggio, poiché sufficientemente duro.

Minori sono i controlli, maggiore è la possibilità della deposizione, che può avvenire dall’estate sino a inverno inoltrato. Nidificano mediamente dopo un periodo di affiatamento di un paio di anni e producono  nidiate da 3 a 4 uova, dal mese di novembre, epoca della deposizione, a tutto maggio. Esse vengono covate per 28 giorni e in questo periodo le femmine sono per lo più alimentate dai maschi.

Possono deporre anche una seconda volta e si suggerisce di portare in un’altra voliera i giovani usciti dal nido poiché i genitori, specialmente il maschio, potrebbe iniziare a deplumarli.

In cattività è da ricordare che sono frugivori e, a seconda della stagione, si possono alimentare con ogni tipo di frutta, che però, se in presenza di piccoli, andrebbe integrata con carote, spinaci, patate bollite, pane e latte. Una buona miscela di semi è composta di miglio, scagliola, molto poco girasole (quasi un assaggio), arachidi sgusciate, avena e poca canapa. Gradita è anche una discreta quantità di spighe di panico e, come frutta, mele, pere, ciliegie, banane. Non suggerisco l’integrazione di tarme della farina al fine di fornire proteine, in quanto sono dannose se non calibrate e porterebbero alla gotta: direi anzi che possono essere decisamente escluse dalla dieta. Attualmente, per gli africani, sono in commercio pastoni completi e  sicuramente più indicati, ove l’apporto proteico non supera il 15%.

Non sono conosciute mutazioni, ma oggi vi sono soggetti portatori  o pezzati gialli al 90%, molti maschi e rare femmine, dai quali, con un mirato accoppiamento, sarà possibile fissare la colorazione giallo-arancio come quella che viene mostrata in foto e presente nell’allevamento dell’autore.

E’ recente la pubblicazione di un corposo e significativo libro sui Poicephalus edito dalla Wits University Press-Johannesburg, il cui autore Mike Perrin descrive e fornisce notizie complete di prima mano nel Parrots of Africa, Madagascar and the Mascarene Islands, rinvenibile per ora alla Libreria della Natura a Milano.

Riallacciandomi all’accenno biografico all’inizio dell’articolo, oggi, alla mia discreta “certa” età, ho riprodotto  un’amazzone auropalliata e, memore di quel pappagallo del Senegal, le ho insegnato la medesima canzoncina Ballando sotto la pioggia…forse per ritornare indietro nel tempo . . .. . . e trovare ricordi del tempo che fu!


Articolo di Guglielmo Petrantoni; foto dell’Autore e di  altri aventi diritto


 versteri : Florentius Abrahm  Verster van Wulverhost,zoologo e amministratore del Museo di storia    naturale di Leiden(1860-1920).

" mesotypus deriva dal greco : mesos metà o intermedio; tupos tipo , forma".


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