Ara e amazzoni

Ara e amazzoni estinte

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Diario di un viaggiatore naturalista in Israele

Lo Stato di Israele, creato dopo la seconda guerra mondiale nell’anno 1948, in una zona da sempre luogo di scontro e contrasto fra diverse culture e religioni, terra che ha avuto ruolo importante per guidaismo,  cristianesimo e islamismo.

Il territorio, in prevalenza desertico con scarsita’ di risorse idriche, è stato trasformato dai coloni israeliani e reso fertile tramite pozzi artificiali e sistemi d’irrigazione tecnologicamente avanzati  ; l’unico fiume il Giordano che nasce dal Monte Hermon in Israele, al confine con Libano e Siria e’ lungo 320 Km  e dopo aver raggiunto il lago di Tiberiade  – o Mare di Galilea – sfocia nel Mar Morto ( a circa 400 mt.sotto il livello del mare ).

Clima arido con temperature diurne elevate ,soprattutto nel periodo estivo, con  notevoli escursioni termiche notturne in pieno deserto. Lingua ufficiale ebraico, ma, ovunque, e’ parlato l’inglese ed, essendo Israele, un Paese multietnico formato da ebrei che vi giungevano – e tutt’ora vi giungono dalla diaspora -, sono praticate tutte le lingue.

Il  10  dicembre 2016 ,in seconda mattinata , mi imbarcai sulla linea aerea di bandiera EL AL , su un air bus 777 di ultima generazione , alla volta della città di TEL Aviv, giungendovi alle 17 del  giorno medesimo.

Il fiume Giordano Israele

Il fiume Giordano Israele

Viaggio tranquillo,  indescrivibile la gioia e l’emozione che mi invase all’atto dell’avvicinamento a questo estremo  lembo di terra che si affaccia sul Mediterraneo e sul Mar Rosso, pur essendo Asia. Non è minore la sorpresa  che, quasi ad un tratto , senza passaggi graduali, ci si  trova trapiantati dall’Europa in un paese Asiatico. Una brezza serale,  tiepida e   satura di aromi- per quanto vi fossero 24°- rendeva piacevole il profumo delle aiuole in fiore e degli alberi di palma, colme di datteri.

 

 Tel Aviv, costruita sulla sabbia del deserto, è la città più vitale d’Israele.

Fra la cosa che più impressiona e’ la notevole presenza di giovani che camminano sul lungomare o lungo i viali, con caratteri somatici europei, latini  ed orientali,  senza creare una confusione o un vociare non garbato.

In questo clima di distensione e serenità ho potuto verificare come gli uccelli ne percepiscano la tranquillità.

Si arriva all’albergo Yam Hotel , attraverso vialoni e poi immediatamente in una stretta , pulita ed ariosa via nelle vicinanze del porto turistico Ha Namma;  L’albergo non è grande né datato; di esso ho serbato una graditissima memoria, all’ atto del check-in mi hanno offerto una bevanda calda a base di  te verde  ,mentre gli storni ed altri  uccelli volavano ovunque.  Depositato il bagaglio, mi sono” tuffato” in mezzo alla gente ed in mezzo ad una moltitudine di uccelli di vario genere fra cui, con stupore, una cincia ,Parus major, i passeri  (Passer moabiticus e passer domesticus biblicus),  presenti a frotte, ed accompagnati dallo storno triste.      La  sorpresa più grande  e’nei prati:  con assoluta indifferenza, le upupe (Upupa  epops ) continuano a beccare ,  alla ricerca di piccoli  insetti, come anche e’ consuetudine da noi.

Le sorgenti del Giordano Israele

Le sorgenti del Giordano Israele

 

Per nulla a disagio mi sono potuto godere di effettuare scatti a distanza ravvicinata, senza creare disturbo, anzi sembravano gradissero essere riprese. Per quasi  buoni trenta minuti ed in diverse posizione di luce ho potuto ammirale ed immortalarle con il mio obiettivo.

Certo in Europa , e dalle mie parti, tutto ciò non sarebbe stato possibile se non che in posizione defilata e con un grande teleobiettivo.

Nel lungo ed  interessante lungomare  sembrava di essere a Miami beach, invece era la  Hayarkon BLVD .   La grande promiscuità di razze presenti  contribuisce a dare alla popolazione israeliana un’ aspetto multiforme di folla ordinata, diversa per foggia nel vestire.

Per approfondire questa caratteristica  , mi riprometto di effettuare il giorno dopo, ed in bici, una passeggiata sino all’altro  capo del golfo della città , denominata   Old Yaffo, ubicata su  un promontorio dove sovrasta la chiesa di S.Peters.                     .

Il giorno successivo ho iniziato a pedalare ed ad ogni sosta mi soffermo a ritrarre scatti con la macchina fotografica.

Alla mia sinistra una serie di edifici ,come il Etzel Museum poi la moschea HasanBek, lungo una grande viale, a doppio senso di marcia, alla mia destra una battigia lunga almeno trecento metri, con una moltitudine di uomini e donne che occupavano la spiaggia  svolgendo molteplici attivita’ sportive. Ogni tanto scendevo dalla sella per percorrere a piedi dei tratti dove  la vegetazione sembrava fosse spontanea; molte erano le palme di Phoenix pusilla, ed effettuavo scatti alle tortore selvatiche (Streptopelia senegalensis), che poi tanto selvatiche non erano !

Lungo i viali uno strno . . .

Lungo i viali uno strano

Dopo un paio di kilometri, giungo nella vecchia Jaffà e,  tra giardini e palmeti, raggiungo il vertice della collina dov’e’ ubicata  la chiesa di St.George che domina il porto turistico e commerciale di Jaffà.

Mi concedo una sosta ed intraprendo la discesa per il ritorno, percorrendo la medesima via,  assaporando ancora i profumi e gli aromi di quel tardo pomeriggio “colorato” dal tramonto del sole nel mare.

 Verso sera, in prossimità del giardino  Hà-Atsma’ut, sito  in prossimità della spiaggia, il mio  obiettivo è riuscito a fermare un volo di oche in formazione regolare  ed angolare  a W rovesciata , ognuna mantenendosi alla stessa distanza dalle  vicine ed in migrazione estivo-autunnali da est verso ovest che, probabilmente ,avevano intrapreso dalle aree settentrionali di nidificazione a quelle più meridionali di svernamento.

Il giorno successivo ancora , accompagnati da una guida locale ma di madre- lingua italiana, Sergio Cigliuti, ci avviamo in macchina verso  la grande Haifa, rivestita  dal una bella vegetazione mediterranea tropicale che si erge e si solleva di decine di metri al di sopra del  suo porto commerciale e sede di una imponente base navale militare ;dall’alto scorgiamo un andamento collinare , punteggiato da case, in mezzo a rigogliose vegetazioni di buganvillea.

Gli uccelli sugli alberi della città erano molteplici e si notavano numerose le tortore oltre agli storni tristi.

 La città è costituita da grandi strade che si tagliano ad angolo retto e sono ombreggiate da alberi di ficus; sui lati sono costruite, in mezzo ai giardini, graziose villette d’epoca , sollevate dal piano terra con un  solo piano sovrastante.

Nettarina al nido . . . .sotto casa

Nettarina al nido . . . .sotto casa

Nel pomeriggio intraprendiamo la strada verso la Galilea, per raggiungere il Kibbutz  LAVI, situato in un contesto lussureggiante rigoglioso di giardini e frutteti,ove abbiamo pernottato, che sottrae al deserto una buona fette di zona arida .  Certamente in queste oasi si possono osservare uccelli rari come la Motacilla flavao, la  Monticola solitarius, mentre ai limiti del deserto l’Ammoperdix heui che, per i suoi colori si mimetizza con la sabbia desertica con estrema facilita’.

Il mattino successivo, dopo un’abbondante colazione, intraprendiamo il viaggio verso le sorgenti del fiume Giordano e, mentre ci accingiamo a partire, con grande sorpresa, appare con volo veloce un colibri’.

 

 Sono sempre pronto con la mia Nikon e pertanto sono riuscito a fermare un bellissimo maschio di

Cinnyris oseae, tipico ed unico nel suo genere presente nella fauna Israeliana, tanto che della famiglia, le 135 specie sono presenti in Nubia e India. Localmente viene chiamato “palestine sunbird” e nidifica esclusivamente in Galilea, nel nord del Coastal Plain, nel Emek Yezreel e nella valle del Giordano. Purtroppo la femmina di colore verde chiaro meno appariscente del maschio verde smeraldo brillante, non ho avuto la fortuna di incrociarla.

Bene, ora ci  stiamo avvicinando al fiume Giordano che,  

      nel punto dinnanzi a noi, ha una larghezza  di 20 metri circa, costeggiato da alberi di salice e macchie di siepi varie. Le sue acque sono poco chiare e non mosse , ma piuttosto veloci nello scorrere.

 Lungo la silenziosa riva ho fermato sulla macchina fotografica un bel martin pescatore (Halcyon smyrnensis) che, anche se somigliante al nostro europeo, è più grande una volta e mezzo.

Nettarina alestinese femmina

Nettarina alestinese femmina

Nel folto delle siepi ho intravisto e cliccato una piccola e deliziosa Erythropigia galactotes, ma purtroppo nell’ingrandire il fotogramma, l’immagine si è sgranata, la forma è visibile ma non i particolari.

 Dopo aver attraversato per diversi kilometri un grande bosco di Eucaliptus, giungiamo alle sorgenti : acqua chiara e cristallina , una miriade di piccoli pesci a pelo d’acqua ed un cartellone che indica la grande varietà di uccelli ed animali presenti in questa enorme oasi. Purtroppo nulla per la mia Nikon !

Nettarina maschio vicino

Nettarina maschio vicino

Ci si avvia verso il mare di Galilea, allorquando il deserto comincia a far sentire il suo “respiro” da gigante, nel raggio di chilometri l’unico segno di vita è qualche piantagione di palme.

Nettarina osea femmina

Nettarina osea femmina

 Giunti al  lago di Tiberiade  , visitati i luoghi sacri che hanno fatto la storia e sul finire della giornata ,inizia il tramonto ; il sole inizia ad assorbire i colori del deserto e diventa luce allo stato puro,liquida , dorata,quasi irreale

E’ giunto il momento di intraprendere il rientro verso il kibbutz e prepararsi per la nuova tappa dell’indomani: il Mar Morto!

 

Nettarina palestinese maschio , nei pressi del fiume Giordano

Nettarina palestinese maschio , nei pressi del fiume Giordano

sunbird palestine

sunbird palestine

Tortore africane in natura

Tortore africane in natura

Upupa

Upupa 

 

Per la verità sono soddisfatto dei risultati ottenuti, e delle molte specie fotografate, ma il mio obiettivo sarebbe stato poter fermare almeno un Capovaccaio, che è tipico di queste terre.




IL GRUCCIONE

Sua maestà il gruccione

 Italiano: Tordo marino, gheipè, aparulo, appizza-ferru, piàna. Francese: Le guieper. Tedesco : Der gelbkehliger. Inglese: The common Bee eater.

Italiano: Tordo marino, gheipè, aparulo, appizza-ferru, piàna.
Francese: Le guieper.
Tedesco : Der gelbkehliger.
Inglese: The common Bee eater.

 

Da circa  un mese  ha fatto la sua comparsa nei nostri cieli il Gruccione (Merops apiaster-Linnaeus 1758),piumaggio vivace, coda lunga, becco lungo, della famiglia dei Meropodi, proveniente dal- l’Africa, dove ha svernato ed è pronto a riprodursi in terra Italica, per poi ai primi di settembre ripartire.

L’areale della riproduzione è tutta la fascia del litoraneo Mediterraneo comprese le isole, l’Europa meridionale, l’Africa nord-occidentale, e l’Asia minore e centrale sino al Caschmire.

La formazione delle coppie avviene attraverso i voli, parate nuziali , offerte di cibo, alternando periodi di  soste senza alcuna manifestazione.

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Nidifica non lontano dalle acque ove il terreno è arenoso, anche in riva al mare, scavano il nido con il becco  le zampe smovendo la sabbia, e gettandola indietro dove creano una galleria lunga spesso due braccia, che cammina quasi orizzontalmente e poco inclinata, nel fondo della quale depositano le uova, che possono variare da cinque a sette, quasi sferiche e bianco lucido, (dimensioni medie 25,5×21,5). L’altezza della parete  non è determinante, tant’è che possono aversi dei nidi ad altezza di cintola.

La deposizione avviene tra maggio e giugno ad un mese dal loro arrivo, ed entrambi i genitori provvedono ad assicurarne la cova, che varia da 19 a 20 o 21 giorni, per una sola volta a stagione.

Verso i primi di luglio  si incominciano ad osservare i primi piccoli , che per ricevere cibo si portano a turno verso gli ingressi delle gallerie, da notare che per rientrare alla base del nidi percorrono il cunicolo all’indietro con la testa rivolta all’uscita. Non è infrequente notare che per i primi giorni si muovono all’esterno a “marcia indietro”, retaggio dello vivere in nido avanti e indietro.

Da lì a breve iniziano i primi voli ,  per poi fare rientro per la notte. Questo via vai si può notare per circa una decina di giorni, poi tutta la prole resta per sempre all’esterno e non frequenta più la “galleria”. Per

vivere e volare insieme ai genitori e per imparare le tecniche di caccia, sino al punto di rendersi indipendenti.

Tutti i giovani uscendo dal nido hanno i colori più pallidi rispetto gli adulti. Il color castagno della testa e della cervice è sfumato di verde. Dorso verde. Scapolari verde giallastro.

Amano cibarsi di piccoli insetti che colgono al volo, imenotteri (Bombus, Apis, Vespa), coleotteri, ditteri, lepidotteri, etc.

Sono stati notati anche posati  nelle vicinanze di nidi Bembex o Vespa, ove attendono l’entrata o l’uscita di questi insetti, per farne oggetto di cattura e cibo.

Gregario in tutte le epoche dell’anno anche in nidificazione, riuniti in piccoli gruppi o anche in copiosi stuoli, hanno un volo leggero molto simile a quello delle rondini e sovente si vedono volteggiare a grandi altezze come fossero sospesi.

Non hanno un canto, ma in volo emettono un piacevole e sommesso cicaleccio,e duranate il volo mentre sono in amore emettono un suono caratteristico “ gru-gru-gru”, mentre per chiamarsi usano “tierp-tierp”.

Facilmente riconoscibile per i colori vivaci. Il becco è nero più lungo della testa, arcuato e appuntito. Le ali sono lunghe e appuntite per il fatto che la prima remigante primaria visibile è la più lunga seguita in decrescenza dalla seconda alla quinta. Le secondarie sono più corte e la coda  è composta da dieci timoniere di egual lunghezza , fatta eccezione per le due centrali che presentano apici appuntiti.: Il dito posteriore è breve e le tre anteriori presentano sindattila parziale.

In estate si presenta con fronte bianca che sfuma al blu, sopracciglio e una fascia sulle guance blu-turchese,redini nero-verdone, che si estende e  che abbraccia l’occhio; petto e addome verde-glauco, bluastro sul sopraccoda; guance blu-chiaro, separato dal nero dello spazio auricolare da una linea bianca; mento giallo-cupo; gola rosso-mattone; il piumaggio viene assunto, per muta completa, tra novembre e fine gennaio.

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In inverno vi è una muta parziale tra fine luglio e fine agosto,, il nuovo piumaggio presenta il verde  più cupo  e qua e là brunastro con gli apici verdi, disegno della fronte e della cervice indeciso, redini nere senza tinte di verdone, rosso-mattone della gola più debole.

La descrizione dei colori è stata tratta dall’autore Ettore Arrigoni degli Oddi, ritenendo determinante la vivacità dei colori , e che solo un autorevole ornitologo poteva dare. Mentre le fotografie che completano l’articolo, sono frutto di lunghe ore di attesa in capanno del fotografo non –professionista, ma grande appassionato della osservazione degli uccelli , Fabrizio Comizzoli, il quale ha saputo fissare immagini di tutto rilievo e mai edite.

Variabilità geografica:

Merops persicus persicus, Linneaus 1766 detto anche (Gruccione egiziano) si distingue dal precedente per le parti superiori ed inferiori verde-glauco con la gola rosso-mattone, senza linea “nera” di demarcazione tra le due tinte. Presente in Egitto, Mesopotamia e accidentale nelle contrade Mediterranee.

Merops  supercilious persicus (Gruccione persiano o anche detto  G.egiziano)

Merops supercilious chrysocercus ( più pallido del precedente e distribuito in nord-Africa)

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Presso lo zoo viennese di Schoenbrunn  è possibile ammirare l’unica colonia in cattività, in un diorama in voliera interna,  che riproduce esattamente l’habitat di questi superlativi volatili.

Foto : Il gerundo; articolo G.Petrantoni

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Il Lorius garrulus, osservazioni e allevamento in cattività di Claudio Garani

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Lorius domicellus

La domicella garrula o  Lorius garrulus, appartiene alla famiglia dei Loridi, caratterizzata dalla lingua terminante a “pennello”,in quanto mangia alimenti morbidi e ricchi di nettare; la terminologia seguita non è quella adottata dal Reichenow ***,  che per vari motivi sarebbe preferita anche a quelle più recenti, ma di fatto crea confusione nella terminologia, come   confondere con il Lori domicella, in quanto esso non è altro che un lorius  domicellus (Linnè 1758 ) ovvero lori   dal cappuccio viola.

La prima volta che questa specie viene menzionata dalla letteratura è nel 1751. Nel 1896 , nella ‘opera del Mivart, “ A monograph of the lories or Busch-tonguet Parrots”viene descritta per la prima volta nel dettaglio, ma solo dopo la II guerra mondiale, l’interesse per i Lorini in genere e per la Domicella, si è manifestato ,ed oggi è abbastanza comune, anche se la taglia è notevolmente diminuita.

Di recente ho avuto invece, il piacere di osservare presso un allevatore belga, il possesso di una coppia riproduttrice, delle dimensioni di un  tempo, allorquando si notavano soggetti da 27-28 cm e dal peso di 260 gr circa, di Lorius garrula garrula.

Questo pappagallo  fa parte di un gruppo di Lori abbastanza robusto , che riesce a superare vari spostamenti con notevole tranquillità, in special modo nel trasferimento, quando venivano importati dall’Indonesia orientale.

Lorius g. garrula ( dal latino garrulus, significa :ciarliero , chiaccherone);è generalmente rossa tendente all’arancio, e non al blu, come il Lori rosso (Eos bornea). Le ali sono verdi con una gradazione che va dal verde muschio al verde smeraldo., la curvatura dell’ala è gialla con alcune pennette striate di verde scuro. La coda rossa con ampio orlo terminale verde scuro. Le remiganti hanno il vessillo esterno verde con punta nera, mentre il vessillo interno è nero con una macchia color salmone nel mezzo. Il becco color arancione, l’iride da marrone giallastro a rosso arancio. Ed ha una lunghezza media di 30 cm. Peso 180-250 gr.;originaria delle isole Halmaera e Weda .Ritengo che la così detta sottospecie Lorius g.morotaianus, (van Bemmel)già nominata in modo errato in latino,che tutt’al più dovrebbe essere : Lorius garrula morotensis((Morty=Morotai),Moluccas,suscita delle perplessità sul piano sistematico, ove i caratteri distintivi, rispetto il Lori g. flaviopalliata, sarebbero di minore brillantezza ed estensione del giallo del dorso ed un verde più scuro delle ali.

Queste tenui differenze, sarebbero state riscontrate su di un solo individuo, probabilmente su un soggetto già imbalsamato , o comunque alcun testo odierno , fa menzione nella specifica descrizione di un soggetto che definirebbe la sottospecie a sé stante, pertanto sarebbe una normale variazione di  Lori garrulo.

Anche la scomparsa signorina Maria Luisa Wenner,dallo scrivente conosciuta negli anni ’80,curatrice del Giardino zoologico di Napoli , studiosa di Psittacidi e particolarmente esperta nella cura ed osservazione degli stessi, nei suoi appunti  risalenti al 1979, conferma i dati esaminati , supportati dallo stesso Paolo Bertagnolio.

 

Quest’ultimo pappagallo, troverebbe la collocazione nell’isola Morotai e forse anche nell’isola attigua Raou, tanto attigue anche ad Halmahera , la più estesa delle isole citate,  è possibile siano gli stessi pappagalli, senza alcuna differenza con il lori garrulo.

Una osservazione che merita una citazione, è che nell’opera del Forsow (Parrots of the world) la figura della Lorius g.garrula non è precisa poiché la cera e la pelle intorno agli occhi appaiono bianche anziché grige.

Non esistono caratteri secondari evidenti che consentono di distinguerne il sesso.

Vi è una sottospecie Lorius garrulus flavopalliatus(Salvadori), che si distingue per una macchia gialla ben definita sul dorso e per una maggiore luminosità del verde delle ali. Vive nelle isole Batjan ed Obj. Le dimensioni rispetto la precedente sono minori, 27-28 cm , peso170-200 gr., ed è meno slanciata.

I pappagalli appartenenti a queste due specie sono molto aggressivi e battaglieri, per cui non è prudente in una medesima gabbia tenere  più di una coppia, anche se la voliera è di grandi dimensioni.

Esisterebbe una terza sottospecie: il lori garrula morotaiana, che pero suscita delle perplessità sul piano sistematico, in quanto di taglia ancora inferiore e dai colori assai tenui, pertanto potrebbe ritenersi una variabilità sporadica.

Poi vi sono soggetti ibridi ,Lorius garrula tibalis(Sclater), citata dal Forsow come sottospecie e non come ibrido, ma in effetti si tratta di un incrocio tra L.g.garrula e Lori domicella, osservata allo zoo in Florida al “Tampa Bush Garden”. Ed un altro soggetto ibrido,con le caratteristiche è stato acquistato in India, a Calcutta e poi donato allo zoo di Londra.

In cattività , come già detto non sono soggetti che possono formare colonia, molte sono le esperienze negative di allevatori, come una coppia posta nella medesima voliera di due colombi. Questi ultimi furono trovati morti e da una accurata osservazione è emerso che portavano segni di fori delle mandibole da pappagallo.

 

Di norma depongono due uova con un intervallo di  due giorni tra l’una e l’altra, e la cova dura 28 giorni.

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Lorius garrulus giovane.

 

 

 

 

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L’attimo dell’accoppiamento del Lori garrulo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I Il pulcino è rivestito di un piumino bianco, non molto folto. Dopo circa un mese è ricoperto di piccole piume. I giovani lasciano il nido a 72 gg. e non rientrano più nel nido, mentre i genitori continuano ad alimentarli per un certo periodo, non ben determinato, all’esterno.

Al termine dello svezzamento dei piccoli , dopo 20 gg. circa, è possibile avere una seconda covata, in questo caso è prudente allontanare prontamente i giovani, che sarebbero oggetto di persecuzione e di uccisione.

Tutti i giovani della covate possono vivere insieme, almeno sino all’età di 4 anni, ma una volta formatesi ulteriori coppie nel gruppo, lasciano il branco e tendono a sostare appartati su un altro ramo, in quel momento è opportuno trasferirli.

La Garrula, come tutti i Lori , ama fare il bagno, anche d’inverno,riuscendo a sopportare temperature sino a -4° C, con escursioni diurne sino a + 15, bisogna comunque porre attenzione se qualche soggetto  mostra segni di arruffamento e causa di  frequenti variazioni di temperatura,pertanto è utile porlo all’interno. A tal proposito si ricorda che nelle zone equatoriali,  le ore di giorno sono 12 e quindi, se all’interno, bisogna rispettare  le ore e le temperature.

Lorius garrulus flavopalliatus

Lorius garrulus flavopalliatus

 

 

La gabbia per la riproduzione occorre che sia di 1 m x 2 x 2, e i nidi devono essere molto grandi, poiché quelli piccoli creano diversi inconvenienti, e le misure più indicate sono : 35 cm x 45 x 45, buono un legno di  abete, morbido perché i Lori cominciano a sgranocchiarlo quando, nella seconda metà della cova, diventa umido, e possono formare una lettiera pulita. Il foro di entrata è idoneo da 5 cm in posizione frontale –centrale, con un posatoio per facilitarne l’accesso. Durante l’assemblaggio del nido suggerisco di praticare dei  micro fori sui lati ad un centimetro dal fondo per l’areazione e dei fori sul fondo per l’abbondante scolo  liquido delle feci.

Non tutti i Lori permettono che si controlli ciò che avviene nel nido. E’ già capitato che mentre si osserva il pullus dalla porticina, la madre si lancia all’interno attraverso il foro di ingresso, uccidendolo con una beccata alla nuca. Per evitare incidenti del genere basta chiudere l’ingresso con una straccio e poi procedere. Talvolta, dato il carattere dei Lori, che sono molto nervosi, al minimo  movimento sospetto, si precipitano nel nido , calpestando i piccoli e creando spesso danno.

Circa l’alimentazione , oggi vi sono pastoncini secchi già pronti, ma in linea generale in natura si cibano di fiori , frutti, miele, nettare, polline,foglie ed insetti non ben identificati, anche se sono state osservate Garrule cibarsi in piantagioni di cocco.

In cattività l’alimentazione che viene applicata presso il mio allevamento, che ha portato a positivi risultati, è composta: Miscela liquida così composta,; in un litro di acqua nove cucchiai da caffè di “lori nectar”, un cucchiaio da caffè di miele, a giorni alterni con aggiunta di un cucchiaio di polline e germe di grano,ricco di vitamina E.

In aggiunta tutti i pastoni commerciali in polvere per lori, sempre a disposizione, in ciotola a parte e mela.

Lorius domicellus in cattività, mentre consuma il pasto a terra in una mangiatoia.

Lorius domicellus in cattività, mentre consuma il pasto a terra in una mangiatoia.

 

Molti anni addietro un allevatore inglese preparava una pappa a base di latte e miele  e melassa con alcuni integranti di proteine e grassi che somministrava sempre fresca e due volte al dì; molto impegnativo ma di sicuro successo !

Di tutta la frutta che è molto gradita, sono da escludere gli agrumi !Indicati i vari tipi di insalata, oltre alle carote, fiori di melo e di pero. Gradiscono foglie  di salice, di rosa, di garofano e  di dalia.

Bisogna fare attenzione a non superare il 15% di proteine giornaliero , nella somministrazione di tarme della farina nel periodo riproduttivo, con l’aggiunta di un tuorlo d’uovo.

Tutti i lori hanno la lingua a pennello, terminante con una serie di papille erettili, questo organo viene utilizzato come organo sensorio, per conoscere l’ambiente circostante , e anche per cercare insetti nelle fessure oltre che per succhiare il nettare dei fiori.

La digestione è rapidissima, entro un ora il cibo è già passato ed emesso con le feci. L’intestino è molto più corto di quei pappagalli che mangiano semi e gli escrementi sono sempre liquidi e vengono espulsi con uno spruzzo, lontano dall’animale.  In tal modo viene sporcato l’ambiente nelle immediate vicinanze. I piccoli per effettuare la stessa funzione, fanno due o tre passi indietro e poi, a operazione compiuta, tornano al loro posto. La diversa colorazione delle feci che può essere marrone , verdastro, o giallo-bianco con piccoli grumi, e  dipende dal tipo di alimentazione somministrata.

Una  garrula, in buone condizioni di salute, può raggiungere in cattività anche i 50 anni.

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Articolo e foto a firma Garani Claudio, all.to del Pò.

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