Un amazzone tanto rara, quanto in via di declino

Un amazzone tanto rara, quanto in via di declino

 

Il genere Amazona è confinato alla regione neo-tropicale, che si estende dal Messico a nord , all’Argentina a sud.

Delle 27 specie esistenti, nove sono native delle indie Occidentali con cinque di queste e due sottospecie a rischio di estinzione o minacciate.

L'amazzone di Abaco frquentatrice della pineta a sud dell'isola

L’amazzone di Abaco frquentatrice della pineta a sud dell’isola

La cubana (amazona leucocephala) è specie politipica con 5 sottospecie riconosciute: A.l.leucocephala, Cuba; A.l.palmarum cuba occidentale e isola della Gioventù; A.l.caymanensisGran Cayman; A.l.hesterna Cayman brac e Al.bahamensis Bahamas, che negli anni addietro era presente su tutte le maggiori isole dell’arcielago.

Oggi questa sottospecie è considerata in via di estinzione e sopravvive solo sull’isola di Abaco e Great Inagua all’estremità nord e sud . Negli ultimi anni la popolazione ha cominciato a diminuire a causa della distruzione dell’habitat, al disboscamento, allo sviluppo,agli uragani , alla caccia e cattura. Il soggetto tipico si presenta molto più piccolo della nominale Amazzone di Cuba, quasi la metà di taglia, come una Amazona Albifrons saltuensis,dai colori più vivaci ed un verde del corpo intenso , con oraluture della penna che si evidenziano come se fosse squamata, il rosso del collo esteso e allargato appena sotto il becco avorio , che scende al petto e si mischia al verde del corpo.

Sul fondo calcareo del nido sono visibili due piccoli

Sul fondo calcareo del nido sono visibili due piccoli

Nel 1977 fu stimata una popolazione poco inferiore alle mille unità, ed oggi grazie ai programmi di conservazione giungono risultati positivi in crescendo.

Al contrario della popolazione che vive su Inagua e di altre sottospecie delle isole caraibiche, questa costruisce esclusivamente i nidi nelle cavità sotterranee, tale abitudine è unica di tutte le specie delle Amazzoni o dei pappagalli del Nuovo Mondo.

Dal 1985 vengono monitorate e studiata la biologia riproduttiva, purtroppo il successo sulle nidificazioni è scarso in quanto sono soggette alla predazione dei gatti selvatici .Le misure di conservazione per proteggere il suo habitat sono state attivate da tempo , poiché i numeri delle presenze sono sufficienti per mantenere la vitalità biologica.La popolazione della Amazzone di Abaco occupa una zona di pini e cedui misti di latifoglie nel sud dell’isola.

L'sola di Abaco ,a sud il grande comprensorio boschivo di pini caraibici

L’sola di Abaco ,a sud il grande comprensorio boschivo di pini caraibici

Come precedentemente accennato essi nidificano nelle cavità calcaree del sottosuolo.. I nidi variano da profondità dai 39 centimetri sino a 323 centimetri, con una media di 125 centimetri. In molti di questi, lungo le pareti vi sono sporgenze rocciose che consentono di nascondere le uova all’interno. Sul fondo solo qualche pezzo di ramo e un po’ di piumino fanno da lettiera.

I pappagalli di Abaco sono monogami,e le coppie permangono nelle vicinanze del nido anche dopo l’involo, per proteggerlo da occasionali intrusi. Depongono un’unica covata di due ed al massimo quattro uova, a fine maggio o inizio giugno. La femmina permane al nido costantemente ed il maschio provvede ad alimentarla durante il giorno, con una media di quattro volte al giorno, prevalentemente al mattino ed al tardo pomeriggio.

La mamma ed il piccolo sul fondo nido, siamo prossimi all'involo

La mamma ed il piccolo sul fondo nido, siamo prossimi all’involo

Le femmine non si allontanano dal nido se non che per una volta al dì e per non più di trenta minuti.

Le uova schiudono in momenti diversi , circa da 26 a 28 giorni dal momento che iniziata l’incubazione, e 56 – 58 giorni dopo la schiusa, tra la fine di agosto e i primi di settembre, i piccoli iniziano a risalire il nido, solo quando i genitori li incitano dall’alto della imboccatura del nido. I piccoli iniziano così i voli accompagnati dai loro genitori, e coprendo distanze considerevoli con voli circa di 300metri, si spostano al fine di procurarsi il cibo.abaco parrot

A differenza degli altri pappagalli caraibici, Le amazzoni bahamensis su Abaco hanno un basso tasso di successo riproduttivo con poco meno del 50% di uova che completano il ciclo.

Molte sono le cause : disturbo antropico con il bracconaggio dei piccoli; allagamento dei nidi durante le piogge; uova abbandonate; predazione da parte di serpenti, granchi di terra, gatti selvatici; e per quello che mi risulta dalle ultime osservazioni fatte dalla biologa Caterine Stahla, anche da parte di procioni, introdotti dall’uomo al nord dell’isola.

La maggior causa sono comunque i gatti selvatici, dove uno specifico monitoraggio ha stabilito solo il ventinove per cento delle covate sono portate a compimento . La nidificazione al suolo crea di fatto una vulnerabilità e successiva scarsa protezione dai selvatici.

Ad Ardastra Gardens, una struttura zoologica a Nassau, il Bahama Parrot ha contribuito all’allevamento in cattività, dove nel 1994 ha allevato tre piccoli ed uno nel1995, ed il Governo – Dipartimento dell’agricoltura -sta attualmente espandendo il programma di riproduzione.

La sua alimentazione, specialmente durante la stagione riproduttiva, varia da frutti , semi e fiori di circa diciotto specie presenti.

Uno scatto notturno al nido , con la presenza della mamma.

Uno scatto notturno al nido , con la presenza della mamma.

Il frutto del Guava selvatico (Tetrazygia bicolor) è ra i preferiti frutti, poi l’agrifoglio (Ilex krugiana), foglie di fico selvatico (Ficus citifolia), agrifoglio delle Bahamas (Xylosma buxzfolium), gomma (Bursera sima ruba), e poi ancora Acacia choriophilla, Metopium toxiferum, Petitia domigensis, Zamia pumilia, Ernodea littoralis, Smilax havanensis, Exotea paniculata, semi acerbi di pigne dei caraibi , che ne è la principale fonte, tanto che al sud dell’isola sorge una pineta lussureggiante.

Non mi risulta che ufficialmente siano in circolazione soggetti presso allevatori europei, certamente negli Stati Uniti , ma di fatto non sono mai state date autorizzazioni da quel Governo, per una qualsiasi motivazione per la riproduzione.

Ho solo una sottile notizia della presenza di una coppia, giunta al tempo via mare , e presente in Sicilia, purtroppo sino ad oggi non mi è dato avere alcuna conferma.

Testo Guglielmo Petrantoni

Foto Caterine Stahala,e Rolling Harbour Abaco.

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Amazzone testa gialla messicana

Amazzone a testa gialla messicana (Amazona ochrocephala oratrix)

Ho rivisto con grande piacere il Dott. Giovanni Muggiasca, dopo quasi un ventennio, e mi sono intrattenuto con lui a pranzo in un continuo racconto di ricordi ornitologici, tanto avvincenti che s’era fatta sera senza che ce ne accorgessimo.
Per chi non lo avesse mai sentito nominare, preciso che è stato ed è un grande estimatore, collezionista e allevatore della Amazzone a testa gialla messicana; ha viaggiato in Messico nella costa caraibica da Soto la Marina a nord, sino a Tampico e a Veracruz, per scoprire e valutare la citata amazzone, sia in natura che in cattività.

Il dott. Muggiasca, negli anni settanta

Il dott. Muggiasca, negli anni settanta

Di questo viaggio effettuato dalla metà del mese di febbraio racconterò le impressioni che lo stesso Giovanni mi ha trasmesso e che io relaziono per gli appassionati.
In natura poche sono le presenze della Amazzone, circa una dozzina di esemplari, di solito isolati o coppie adulte. Tali rilevamenti sono stati fatti nella Sierra de Tamaulipas e a Ciudad Victoria, mentre, al contrario, sono stati osservati numerosi gruppi di volo della Amazona viridigenalis, Amazzone a guance verdi che è transitata nella lista dell’allegato A, anche se quantitativamente è molto presente. Ritengo che questa valutazione per il transito nella lista a rischio sia dovuto al fatto che, quando erano ancora aperte le esportazioni, negli Stati Uniti ne venivano trasferite un numero così elevate da rendere necessaria una limitazione al traffico di commercializzazione. Stessa sorte in tempi più recenti è toccata alla Amazzone a testa gialla, molto più richiesta da commercianti e allevatori.

amazona oratrix gialla Una femmina di Amazzone testa gialla, di terza generazione

amazona oratrix gialla

In cattività pochi sono i soggetti, anche nei mercati al nord di Tampico e nelle vicinanze di Veracruz, tanto da avere l’impressione “che siano diventate rare persino in Messico”, mentre l’ Amazzone a guance verdi si trova ovunque.
Insomma lo scopo del viaggio era di chiarire gli interrogativi sull’attuale distribuzione e sulle caratteristiche fisiche di detta amazzone, che in Messico ha un areale piuttosto frammentato.

Esemplare femmina adulta di circa 20 anni

Esemplare femmina adulta di circa 20 anni

La situazione rilevata fornisce i seguenti risultati, con differenze specifiche:
– Regioni nord-orientali, in particolare Tamaulipas: popolazione realmente molto ridotta; maggiore estensione del giallo del capo e del rosso alla piegatura dell’ala.
– Regioni sud-orientali, Vera Cruz: popolazione molto ridotta e isolata; giallo meno esteso e piume blu, talora presenti in prossimità della piegatura dell’ala.
– Regioni sud-occidentali, a sud di Colima: popolazione molto ridotta; di taglia inferiore con giallo del capo meno esteso e meno intenso; meno rosso alla piegatura dell’ala.
– Isole pacifiche delle Tre Marie: popolazione abbondante e protetta; taglia grande, testa gialla con filo giallo che scende sul petto, ma di intensità inferiore alle precedenti; riflesso bluastro più marcato che nelle altre.
– Va comunque considerato che i maschi in genere sono più gialli, con estensione sino alla nuca, e il rosso della piegatura dell’ala è più esteso che nelle femmine.

Una femmina adulta , con minore estensione del giallo, ma con una soffusione di giallo sino al basso petto

Una femmina adulta , con minore estensione del giallo, ma con una soffusione di giallo sino al basso petto

All’inizio e prima del viaggio Giovanni Muggiasca aveva sempre ritenuto che i soggetti presenti nel proprio allevamento fossero della varietà presente nelle isole Tres Marias. Tale valutazione è stata tuttavia smentita da W. Hansen, il quale, su una rivista americana specializzata, verga un approfondito esame tecnico, che pur presentando molta letteratura riportata o copiata, chiarisce di prima mano molti dubbi sulla reale distribuzione e sulle caratteristiche fisiche della specie della quale trattiamo in questo articolo.
Hansen, recatosi nell’isola di Maria Madre, del gruppo delle Tre Marie, al largo delle coste occidentali messicane (viaggio non esente da difficoltà pratiche e burocratiche essendo l’arcipelago adibito a penitenziario dalle autorità), ha potuto osservare con il binocolo centinaia di uccelli in natura, alla distanza di poche decine di metri, e anche in cattività, specialmente soggetti appena prelevati dai nidi, dimostrando che questi portano effettivamente più giallo al capo, ma solo rispetto alla sottospecie oratrix, che abita la parte meridionale del Messico, compreso il Belize. Tutto questo non si verifica sui soggetti che sono distribuiti lungo la costa centro-settentrionale, più grandi e possenti e con molto giallo.

un giovane maschio di 5 anni,pronipote della coppia originale

un giovane maschio di 5 anni,pronipote della coppia originale

Pertanto, tenendo conto di queste osservazioni, la specie riprodotta dal dott. Muggiasca sarebbe la sottospecie Amazona ochrocephala oratrix (magna, Monroe &Howell) e non la A.o. tres marias.
Per concludere le specie sono state così divise dai sistematici :
Amazona ochrocephala oratrix; Amazzone a testa gialla meridionale; Amazzone di Levaillant, distribuita in Messico meridionale, lungo la costa caraibica, pacifica e nello Stato del Belize.
Amazona ochrocephala tremariae, amazzone insulare, leggermente più grande della oratrix.
Amazona ochrocephala (magna) a testa gialla settentrionale, presente nelle regioni costiere centro e nord-orientali del Messico.

(x) Foglietto ricordo 60 x 90 mm, rappresentante Amazona ochrocephala oratrix. Annullo Posta aerea, emesso il18.07.1989,BRL 9000,00;, valutazione euro 1,50

Amazzone testa gialla Nicaragua


Oggi la sistematica non riconosce ufficialmente quest’ultima sottospecie e la assimila alla Amazona ochrocephala oratrix, pertanto

oggi le Amazzoni ochrocephala risultano così suddivise:

Amazzoni dalla fronte gialla:

Amazona o. ochrocephala

Amazona o. xantholaema

Amazona o. nattareri

Amazona o. panamensis

Amazzoni dalla testa gialla:

Amazona o. oratrix

Amazona o. belizensis

Amazona o. Tresmarias

Amazona o. hondurensis

Amazzoni dalla nuca gialla:

Amazona o. auroalliata

Amazona o. parvipes

Amazona o. caribea
Per quanto riguarda l’allevamento dei piccoli di Amazona o. oratrix magna, si può dire che oggi è diffuso in tutta Europa e molti sono i proprietari di soggetti discendenti dal gruppo del dott. Muggiasca, soggetti che si distinguono per taglia e distribuzione al capo del color giallo. Si tratta di allevatori seri come Herman Kremer, che ha sempre tenuto un catalogo aggiornato delle discendenze delle coppie acquisite direttamente dai ceppi originari, permettendo ai giovani di mantenere le caratteristiche fisiche e di colore originali. In Italia l’allevatore G. Safranez è conservatore e riproduttore della discendenza di questi spettacolari pappagalli, dei quali opera un’accurata selezione, non consanguinea, che gli permette di mantenere lo standard prefissato.

coppia riproduttrice di Amazona o.oratrix (magna)del Dott.Muggiasca

coppia riproduttrice di Amazona o.oratrix (magna)del Dott.Muggiasca

In Spagna posso dire che è presente il ceppo più cospicuo e selezionato di Amazzoni dalla testa gialla, provenienti da vari allevamenti europei e tutti imparentati da quello originale, e mi auguro che il sig. Jaime Capdevilla possa avere una produzione abbondante di giovani, così da offrire a un pubblico esigente un prodotto di qualità.
Non ultimo , ma sicuramente molto importante, il gruppo riproduttore di Ugo Brambilla, il quale partendo anni adietro con coppie di diretta discendenza del dott.Muggiasca, ha stabilizzato un cospicuo ceppo , che per colore ed estensione del giallo all’ala , testa e petto, di interessante valore ornitologico.
Testo dagli appunti di viaggio del dott. Muggiasca;

stesura e foto di  Guglielmo Petrantoni.

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Il Ruwenzori e il grande vecchio Nilo, serbatoio di vita animale.

Il Ruwenzori e il grande vecchio Nilo, serbatoio di vita animale.

Le misteriose sorgenti che si trovano nella catena montuosa del Ruwenzori, situata tra Uganda e Repubblica Democratica del Congo, sono il luogo di nascita del grande fiume Nilo. La catena montuosa dai 5000 metri di altitudine scende verso valle formando centinaia di rigoli, ruscelli e piccoli corsi d’acqua, per confluire poi nel grande Nilo, re dei fiumi che dall’Equatore scorre sino al Mediterraneo, dando vita a foreste e poi snodandosi lungo un inferno di sabbia. In questa moltitudine di varianti geografiche, di clima, di foresta vivono le più svariate specie di uccelli dell’Africa equatoriale, (217 SPECIE di uccelli), MAMMIFERI E PRIMATI. La flora è suddivisa in cinque aree distinte in funzione dell’altitudine.

Il turaco del Ruwenzori, in volo lobrato verso un ficus

Il turaco del Ruwenzori, in volo lobrato verso un ficus

Le montagne del Ruwenzori, che in lingua Botoro vuol dire “il signore delle piogge”, intrappolano l’aria umida proveniente dal bacino del Congo e la trasformano in neve e acqua gelida: così si forma la culla del Nilo, circondata da una foresta magica. L’intera area è protetta ed è Parco Nazionale per una estensione di circa 1000 chilometri quadrati, attraverso valli tropicali a diverse altitudini, con il senecio arboreo che cresce nei terreni paludosi di queste valli e riesce a raggiungere i 6 metri di altezza, ma viene sormontato dalla Lobelia gigante (Lobelia decknii), che ha una singola roseta filiare e produce i fiori su una grande spiga verticale che raggiunge i sette metri di altezza. A queste altitudini è l’unica specie vegetale che produce nettare; ci sono le mosche e non sono presenti insetti adatti a impollinarla. Per questo compito la pianta ha ingaggiato un bellissimo uccello variopinto, la Nettarina di Johnston (Nectarina johstoni), che, appunto, grazie alla sua abitudine alimentare, contribuisce alla impollinazione ornitogama.

Il turaco maggiore sfoggia i colori del petto, mentre si fà notare con le sue vocalizzazioni chiassose

Il turaco maggiore sfoggia i colori del petto, mentre si fà notare con le sue vocalizzazioni chiassose

Questo uccello fa bella mostra del suo piumaggio iridescente e la Lobelia è il suo albero della vita, perché provvede al nutrimento essenziale, essendo unica pianta produttrice di nettare. In cambio, come abbiamo già precisato, l’uccello provvede al trasporto del polline dall’antera di un fiore allo stigma del fiore di un individuo differente della stessa specie.

Il senecio arboreo è una dimora ideale per la nettarina, dato che non perde le foglie morte, diventando queste un posto sicuro per ripararsi dal freddo e dalle piogge.

Il turaco Ruwenzori, in pausa silenziosa nella zona di Mgahinga-Ruanda.

Il turaco Ruwenzori, in pausa silenziosa nella zona di Mgahinga-Ruanda.

Al termine della stagione delle piogge inizia l’arrivo delle femmine, che vivono ad altitudini inferiori dove la vita è più facile e le temperature più miti. Esse si dedicano alla ricerca del maschio per accoppiarsi. Lo scelgono in base alla lunghezza della coda e del modo con cui si cimenta alla difesa del territorio per il mantenimento esclusivo delle piante di Lobelia, fonte di cibo specialmente nel periodo di alimentazione dei pullus.

Il corteggiamento ha inizio con il canto e prosegue con il tremore delle ali e con ondeggiamenti, tipici del rituale, e si esaurisce con la cerimonia dell’accoppiamento in uno o più voli acrobatici di entrambi.

In volo si lancia verso spazi aperti il grande turaco delle montagne africane del Ruwenzori.

In volo si lancia verso spazi aperti il grande turaco delle montagne africane del Ruwenzori.

Il maschio, poi, mostra fiero le proprie macchie rosse di sotto ala, caratteristica distintiva della specie. Il nido viene preparato dalla femmina, preferibilmente tra le foglie morte della stessa pianta che fornisce il nutrimento.

Non appena i piccoli sono in grado di volare le femmine tornano al clima più caldo delle regioni a valle, mentre i maschi restano per continuare a difendere il territorio di alimentazione.

Di giorno estate, di notte inverno: tale è il clima in queste alte montagne, tanto che le piante devono saper gestire le temperature rigide. Infatti le foglie sono munite di minuscoli peli che servono per intrappolare uno strato di aria calda, come un caldo cappotto invernale, ed altre specie producono il proprio antigelo.

La nettarina regia tra il fogliame sul versante montuoso ugandese.

La nettarina regia tra il fogliame sul versante montuoso ugandese.

Ogni goccia d’acqua che ha origine dai monti Ruwenzori appartiene al Nilo e la pioggia cade formando migliaia di piccoli ruscelli che scendono a valle. Alla fine tutta l’acqua si riversa dalle regioni alpine verso una grande foresta montana, sotto i 4000 metri e i ruscelli di montagna ne lambiscono gli alberi nodosi che sono ricoperti da licheni e muschi. Il paesaggio è ricoperto di erica, tanto da rendere il luogo una foresta da fiaba. Qui vive il rarissimo Cefalofo dalla fronte nera (Cephalophus nigrifrons rubidus), animale timido e sfuggente.

Al di sotto dei 3000 metri ha inizio una foresta pluviale sempreverde ricca di molti uccelli. Endemica di questi luoghi è la Nettarina montana (Cinnyris regius), che si ciba prevalentemente di nettare e insetti e costruisce un nido a forma di borsa, sospeso tra i rami; è la femmina a occuparsi della edificazione, anche se comunque il maschio collabora. Si nutre con nettare dei fiori di Albizia sp., Canthinum sp., Englerina woodfordiodes, Lobelia giibberoa e di molte altre fluorescenze, dato che frequenta foreste tra i 1500 e i 3000 metri, ove il clima diurno mite consente una buona crescita di piante a loro utili.

Nidifica costruendo il nido ovale costituito da fibre, tra i rami del bamboo ad altezze di 4 metri, o sulle piante di Polyscias fulva oltre i 5 metri, nei periodi compresi tra aprile e agosto, in funzione della località di deposizione o del versante montano.

Tangara regia su Lobelia aberdarica

Tangara regia su Lobelia aberdarica

L’animale più chiassoso della foresta è il Turaco, facile da sentire, ma difficile da vedere perché vive in alto tra la chioma degli alberi. Il Turaco blu maggiore (Corythaeola cristata) può raggiungere la grandezza di un’oca ed è di un azzurro intenso su tutto il corpo ad eccezione della cresta sul capo, di colore nero.

La foresta pluviale utilizza gli uccelli come giardinieri: essi mangiano i frutti lasciandoli cadere a terra aperti o intatti, facendo sì che i semi si spargano in tutta la foresta e contribuendo in tal modo alla diffusione delle piante in altre aree.

Il Turaco blu maggiore è piuttosto diffuso in tutta la foresta ugandese e congolese, a differenza del Turaco del Ruwenzori (Ruwenzoronis johnstoni), specie monotipica abbastanza difficile da individuare, sia a causa del piumaggio scuro che lo rende quasi invisibile tra i rami, sia perché si muove in coppia e quasi mai a gruppi come il Turaco blu maggiore.

tessitore testa nera

tessitore testa nera

Il segreto per avvistarli è di ricercare prima di tutto il loro albero preferito (Podocarpus) nella stagione di fruttificazione, essendo frugivoro per il 90% della dieta, mentre per la rimanente percentuale si nutre di foglie, di altri fiori e frutti (Galiniera, Musanga, Olea). Costruisce il nido tra i bamboo a 3 metri da terra e forma una piattaforma alla stregua di quelle dei piccioni, con la deposizione di un uovo tra maggio e settembre.

Lasciate le altitudini della foresta pluviale di Nyungwe, il Nilo, dopo molte deviazioni, si raccoglie nel fiume Kagera, prima di gettarsi nel lago Vittoria, il bacino più grande dell’Africa. Questo enorme lago, lungo le sponde offre sostentamento a 30 milioni di persone che vivono in funzione di esso con la pesca e ospita tra l’altro una meravigliosa e cospicua fauna.

Vi sono intere colonie di tessitori testa nera (Ploceidae), piccoli uccelli passeriformi, caratterizzati da colori vivaci e dall’abitudine di costruire in colonia nidi di grandi dimensioni. Lungo le rive e sugli alberi della costa i tessitori, che sono i maestri artigiani dell’Africa, raccolgono i materiali per i loro elaborati nidi dai cespugli e dai prati sulle rive. Dal marcato dimorfismo sessuale i maschi hanno livree giallo intenso con testa nera, mentre le femmine presentano un aspetto piuttosto dimesso. Sono uccelli granivori la cui dieta si adatta alla disponibilità stagionale delle risorse; animali gregari con nidi a colonia, spesso sospesi e costruiti dal maschio. La femmina depone da 2 a 8 uova. Il lago Vittoria ospita migliaia di questi piccoli passeracei, che sono stati oggetto di larga cattura nel passato.

Trampolieri di ogni genere, occhioni e la bizzarra Ombretta, sono i frequentatori di questo stupendo ecosistema.

A nord-ovest il Nilo riprende la sua corsa e il suo viaggio avventuroso verso il deserto per poi sfociare nel Mare Nostrum.

Nascosto tra il fogliame,il Turaco del Ruwenzori, è impossibile identificarli

Nascosto tra il fogliame,il Turaco del Ruwenzori, è impossibile identificarli

Ho cercato di concentrare sia le distanze del grande fiume – circa 6000 chilometri – sia l’elenco lunghissimo degli animali lungo il suo corso, non certo per mancanza di tempo, quanto per mancanza di spazio. Sarebbe stato necessario comporre un trattato, ma ciò che mi premeva era dare una giusta conoscenza di come si evolve la vita di un fiume che è stato oggetto nel passato di una grande spedizione italiana in nome e per volontà dell’ allora Regina Margherita.

Guglielmo Petrantoni viaggiatore e ornitologo per passione.

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Facciamo un po’ di chiarezza sull’Amazzona aestiva a fronte blu

Amazona aestiva aestiva (Linnè, 1785)

Nota tassonomica

L’analisi cromosomica delle differenti popolazioni della A. aestiva, mostra una notevole gamma di variazioni,tan- to che esiste la possibilità che l’insieme di questa amazzone sia costituito in realtà da un complesso di specie. In ogni caso, il complesso si può tro- vare su di una estesa fascia del sud- america da nord a sud e per una lunghezza che varia intorno i 12000 Km. In questo vasto ambito, non tutte le popolazioni possono essere facilmente assegnate a una determinata sottospecie.

Per esempio nel Pantanal del Mato Grosso, si ha un area di transizione o meglio di confine in cui il colore nella curvatura dell’ala è un misto di rosso e giallo (Sick, 1993).

Schermata 2016-06-24 alle 10.03.38

Tipica Amazona aestiva Bahia femmina proveniente dall’est del Brasile (allevamento Petrantoni)

A quanto sopra detto si aggiunga che l’area distributiva della amazzone fronte blu è valutata dal nord est del Brasile al Paraguay e poi ancora sino alle estreme regioni del centro nord dell’Argentina.

In questa enorme scalata geografica, molteplici sono le così dette “zone di transizione”, comunque senza mai incidere in modo netto o specifico,sulle colorazioni delle amazzoni tanto da definirne una nuova sottospecie. Pur tuttavia sono state riconosciute, per i sistematici due sottospecie di ampia portata, l’Amazona aestiva aestiva e l’Amazona aestiva xanthopteryx.

La distinzione viene basata sul territorio da cui certa- mente provengono e dalla colorazione della curvatura delle ali alla spalla, a dalla di- stribuzione del blu e del giallo al capo.

Schermata 2016-06-24 alle 10.23.31

Particolare delle copritrice rosse alla piegatura dell’ala che ne determina l’appartenenza alla varietà Amazona Bahia

A questo si aggiunga che la dimensione (biometria) di una campionatura di soggetti ne determina il gruppo. Nel volume “Parrots of the world”, il Forshaw è l’unico che ci fornisce dati precisi, anche se al tempo la maggior parte dei soggetti provenivano da zone più limitate e dall’interno del Brasile.

Distribuzione

Uccello dell’interno del Sud America, non rinvenibile lungo le coste dell’Oceano Atlantico, distribuito ad est del Brasile (oriente) nelle regioni di Pernambuco (anche per Ara di Spix), Pianuì, sud di Maranhào, nord ed ovest di Bahia, attraverso Goiàs e Minas Gerias, sud ed ovest San Paolo, nel passato a Rio Grande do Sul, assente ad est del Brasile lungo la costa.Attraverso il Mato Grosso sino all’interno est della Bolivia, sud del Paraguay sino al nord dell’Argentina nelle località di Misiones, Corrientes, Formosa, Chaco. Nel nord (varietà orientale) di Santa Fè, Jujuy, Salta,Tucunàn, Cata- marca e Santiaga del Estero.

Schermata 2016-06-24 alle 10.24.37

a.A. a. aestiva presente in Argentina e Paraguay. b.Amazzone xanthopteryx nella forma sud-occidentale dell’Argentina c. Un disegno che chiarisce la colorazione del capo del tipo Amazzone del sud-Argentina Disegni di R. Butterworth

Note

Generalmente comune nelle summen- zionate regioni, con esclusione della regione di Chaco (Amazona a. xanthopteryx) ove vi è stato nel passato una cat- tura di animali per esportazione e ancor più oggi a causa del taglio sistematico di alberi del genere Schinopsis.Tale riferimento è rilevante nella considerazione che in quelle aree è presente l’Amazzona aestiva xanthopterix, detta appunto” chaco”, e non erroneamente come de- finito da molti olandesi “bahia”soggetti che presentano la testa gialla e la spalla gialla, ma in misura ridotta rispetto alla stessa presente nella provincia di Salta. La valutazione nasce dal fatto che le ultime esportazioni di animali di cattura, proveni- vano dai dintorni della città di Bahia, sud ovest dell’Argentina. Mentre la così detta

Amazona aestiva bhaia, proviene dal Brasile nella regione Bhaia.

Variabilità

Presso il Museo di Storia Na- turale di Los Angeles, sono esposte delle Amazzoni fronte blu, così classificate:

–  Amazona aestiva Boliviana n. 4 da Chuquisaca

–  Amazona aestiva Bahia n. 1

–  Amazona aestiva Goias n. 1

– Amazona a estiva  MatoGrosso n. 2

Tipica Amazona aestiva xanthopteryx proveniente dall’Argentina e distribuita in tutto il centro nord-est argentino (allevamento Garani)

Tipica Amazona aestiva xanthopteryx proveniente dall’Argentina e distribuita in tutto il centro nord-est argentino (allevamento Garani)

Questo stà a significare che i soggetti presentano caratteristiche differenti, in funzione della zona di provenienza. Fate queste premesse pas- serò a dare una classificazione, non riconosciuta di dette amazzoni, ma di fatto esistente nella realtà della natura.

Amazona a. aestiva bahia 

In Brasile su di una ampia fascia del Mato Grosso (regione Bahia), caratterizzate più che altro da una diversa colorazione delle piccole copritrici alla piegatura dell’ala, rosse ad est e gialle ad ovest. La specie, oggi poco conosciuta, manifesta tuttavia un ampia variabilità anche per quanto riguarda la colorazione del capo e della gola. La livrea di individui provenienti dalla parte orientale dell’area distributiva, prima della chiusura decisa dal Governo Brasiliano nel 1967, corrispondeva a quella raffigurata in copertina, dal Cooper in Parrots of the world. Il giallo nel capo e nella gola aveva una estensione apparentemente costante, con le piume dell’ampio bavaglino giallo ed una rientranza al di sotto dell’occhio, in congiunzione con l’ azzurro cielo alla fronte, seguito nel vertice da un ampia zona bianca.

Tipica Amazona aestiva xanthopteryx proveniente dall’Argentina e distribuita in tutto il nord-ovest argentino (allevamento Garani)

Tipica Amazona aestiva xanthopteryx proveniente dall’Argentina e distribuita in tutto il nord-ovest argentino (allevamento Garani)

Viene raffigurata in molti libri dello stesso periodo e stampe , come nello Speaking Parrots del Dr.Karl Russ, emi- nente editore del giornale “The feathered world” ed autore di diversi testi di orni- tologia(vedi stampa pag.98) (foto n. 2). Sembrerebbe che questa che questa sia la livrea tipo aestiva, ma si ignorano i li- miti esatti del suo areale, che certamen- te ha subito una notevole contrazione nell’ultimo decennio a causa delle radi- cali trasformazioni ambientali dovute soprattutto all’allevamento dei bovini e alla ricerca del petrolio.

In Brasile questo pappagallo dalla fronte azzurra (Papagaio verdadeiro) è consi- derato il parlatore per eccellenza, tanto che la richiesta interna è ancora molto sostenuta.

Variabilità dell’estensione del giallo al sottogola, dell’Amazone Bahia con prevalenza di azzurro al capo

Variabilità dell’estensione del giallo al sottogola, dell’Amazone Bahia con prevalenza di azzurro al capo

Alcuni soggetti sono giunti attraverso piccoli importatori portoghesi, questi individui con regione facciale e gola totalmente azzurro-verde, con o senza giallo nella regione periocularee/o lungo il margine posteriore della fronte e con assenza dell’area bianca nel vertice. Piegatura dell’ala totalmente rossa, verde nelle parti inferiori tendente all’azzurri- no con ciuffetto cloacale decisamente azzurro, copritrici alari bordate di chia- ro e più marcato margine scuro delle piume del collo e del petto. Una caratteristica è il “bavaglio” sotto gola di colore giallo. Di taglia decisamente piccola. Piccole sono anche le uova che de- pongono, lunghezza 37,94 per una larghezza di 29,74 mm, di contro una

amazzone aestiva depone uova da 42,40 per 34,19 (i dati rilevati sono presi su campioni di uova presso il mio allevamento). Questa differenza sostanziale, può fare comprendere quanta sia la diferenza dei soggetti.

Amazona proveniente dal centro-sud dell’Argentina. A sinistra il maschio e, a destra, la femmina (Allevamento Garani)

Amazona proveniente dal centro-sud dell’Argentina. A sinistra il maschio e, a destra, la femmina (Allevamento Garani)

Posso dire con certezza di essere entrato Schermata 2016-06-24 alle 10.29.01in possesso di un primo maschio di questo tipo, allorquando una signora ivi residente, ha fatto rientro in Italia, portandolo seco dal Brasile e precisamente da Parnaguà, fu subito riconosciuto co- me tale date le caratteristiche tipiche. Altri cinque soggetti presenti in alleva- mento, una coppia e i suoi piccoli, provenivano da vecchie importazioni dal Brasile, altri ancora forniti dal Sig. Bertagnolio, che li possedeva da tempi non molto recenti (foto n. 3).

Quando la provenienza è sicura e si è fatta una ricerca sul campo, allora si può affermare con un buon margine, che siano soggetti puri.

Anche Il sig. Howard Voren,allevatore e agente per gli importatori del tempo con grande esperienza sul campo, ha dato una buona conferma a quanto sopra asserito, e in primis chiarendo l’equivoco del cosìdetto Amazzone fronte blu bahia, che è da attribuirsi all’amazzone esclusivamente brasiliana del centro- est. Spero che quanto detto apra una nuova via per la determinazione di que-

sta”sotto” specie, che ritengo ben definita da un punto di vista biometrico e di areale di appartenenza.

Amazona aestiva xanthopteryx

Questa amazzone, impropriamente chiamata bahia, è presente in Argentina e non in Brasile. L’equivoco nasce dal fatto che in argentina è egualmente presente una località denominata “bahia”. Fortemente variabile anche la forma sud –occidentale oggi classificata come xanhtopterix, nel cui ambito possono individuarsi due livree relativamente stabili.

Una con piegatura dell’ala gialla (con fra- missioni rosse nel tratto prossimale) e faccia gialla con fronte azzurra senza bianco nel vertice (foto n. 4).

L’altra con il giallo esteso alla totalità delle piccole copritrici e delle copritrici mediane, all’interno del vertice, alla gola, ai lati del capo ed eventualmente al centro del petto.

Il sig D. Hoppe ha segnalato di avere esa- minato diversi esemplari, di cui era no- ta la provenienza, e stabilì che nella maggior parte dei casi la amazzone a. xanpthoteryx a differenza delle altre amazzoni dove la spalle è rosso o ros- so-giallo, in questa è dominante il giallo per gran parte della spalla e comunque non è possibile stabilire data la grandez- za del territorio, dei confini di rispetto, poiché il passaggio avviene gradualmen- te man mano che si scende verso sud. Lo stesso vale per le differenze della grandezza, le forme che vivono a nord ed est sono sempre più piccole di quel

dell’occhio, in congiunzione con l’ azzurro cielo alla fronte, seguito nel vertice da un ampia zona bianca.
Viene raffigurata in molti libri dello stesso periodo e stampe , come nello Speaking Parrots del Dr.Karl Russ, emi- nente editore del giornale “The feathered world” ed autore di diversi testi di orni- tologia(vedi stampa pag.98) (foto n. 2). Sembrerebbe che questa che questa sia la livrea tipo aestiva, ma si ignorano i li- miti esatti del suo areale, che certamen- te ha subito una notevole contrazione nell’ultimo decennio a causa delle radi- cali trasformazioni ambientali dovute soprattutto all’allevamento dei bovini e alla ricerca del petrolio.

In Brasile questo pappagallo dalla fronte azzurra (Papagaio verdadeiro) è consi- derato il parlatore per eccellenza, tanto che la richiesta interna è ancora molto sostenuta.

Alcuni soggetti sono giunti attraverso piccoli importatori portoghesi, questi individui con regione facciale e gola totalmente azzurro-verde, con o senza giallo nella regione periocularee/o lungo il margine posteriore della fronte e con assenza dell’area bianca nel vertice. Piegatura dell’ala totalmente rossa, verde nelle parti inferiori tendente all’azzurri- no con ciuffetto cloacale decisamente azzurro, copritrici alari bordate di chiaro e più marcato margine scuro delle piume del collo e del petto. Una caratteristica è il “bavaglio” sotto gola di co- lore giallo. Di taglia decisamente piccola. Piccole sono anche le uova che depongono, lunghezza 37,94 per una lar- ghezza di 29,74 mm, di contro una

amazzone aestiva depone uova da 42,40 per 34,19 (i dati rilevati sono presi su campioni di uova presso il mio allevamento). Questa differenza sostanziale, può fare comprendere quanta sia la differenza dei soggetti.

Posso dire con certezza di essere entrato in possesso di un primo maschio di questo tipo, allorquando una signora ivi residente, ha fatto rientro in Italia, portandolo seco dal Brasile e precisamente da Parnaguà, fu subito riconosciuto come tale date le caratteristiche tipiche. Altri cinque soggetti presenti in alleva- mento, una coppia e i suoi piccoli, pro- venivano da vecchie importazioni dal Brasile, altri ancora forniti dal Sig. Berta- gnolio, che li possedeva da tempi non molto recenti (foto n. 3).

Quando la provenienza è sicura e si è fatta una ricerca sul campo, allora si può affermare con un buon margine, che siano soggetti puri.

Anche Il sig. Howard Voren,allevatore e agente per gli importatori del tempo con grande esperienza sul campo, ha da- to una buona conferma a quanto sopra asserito, e in primis chiarendo l’equivo- co del cosìdetto Amazzone fronte blu bahia, che è da attribuirsi all’amazzone esclusivamente brasiliana del centro- est. Spero che quanto detto apra una nuova via per la determinazione di que-

sta”sotto” specie, che ritengo ben definita da un punto di vista biometrico e di areale di appartenenza.

Amazona aestiva xanthopteryx

Questa amazzone, impropriamente chiamata bahia, è presente in Argentina e non in Brasile. L’equivoco nasce dal fatto che in argentina è egualmente presente una località denominata “bahia”. Fortemente variabile anche la forma sud – occidentale oggi classificata come xanhtopterix, nel cui ambito possono individuarsi due livree relativamente stabili.

Una con piegatura dell’ala gialla (con fra- missioni rosse nel tratto prossimale) e faccia gialla con fronte azzurra senza bianco nel vertice (foto n. 4).

L’altra con il giallo esteso alla totalità delle piccole copritrici e delle copritrici mediane, all’interno del vertice, alla gola, ai lati del capo ed eventualmente al centro del petto.

Il sig D. Hoppe ha segnalato di avere esaminato diversi esemplari, di cui era nota la provenienza, e stabilì che nella maggior parte dei casi la amazzone a. xanpthoteryx a differenza delle altre amazzoni dove la spalle è rosso o rosso-giallo, in questa è dominante il giallo per gran parte della spalla e comunque non è possibile stabilire data la grandezza del territorio, dei confini di rispetto, poiché il passaggio avviene gradualmente man mano che si scende verso sud. Lo stesso vale per le differenze della grandezza, le forme che vivono a nord ed est sono sempre più piccole di quelle che si incontrano ad ovest ed a sud, e pur non di meno si possono osservare differenze di grandezza anche in aree più ridotte.

A tal proposito ritengo doveroso segnalare, che molte amazzoni di questa specie presenti in Olanda e Danimarca , sono frutto di selezioni che nel giro degli anni,

ha portato ad accentuare il giallo delle ali e il giallo del petto e del capo, modificandone la taglia, quasi come le amazzoni oratrix, falsando ciò che la natura a fatica aveva selezionato.

Amazona aestiva brasiliana (dipinto di A. Flydon, 1900) tratto da: Speaking parrots, dott. K. Russ

Amazona aestiva brasiliana (dipinto di A. Flydon, 1900) tratto da: Speaking parrots, dott. K. Russ

Amazona aestiva x. chaco

Provenienti dalla omonima provincia nel nord-est dell’Argentina, gli amatori la chiamano A.xanptotheryx, amazzone dalla spalla gialla, con tanto giallo sulle ali, spesso sino alla metà e talvolta anche sul petto, ma di tonalità piI giovani nascono già con le caratteristi- che dei genitori (foto n. 5).

Amazona aestiva a. argentinensis

Secondo Voren, questa sottospecie os- servata nell’estremo sud dell’Argentina, si tratta di soggetti con mancanza di giallo nel capo (solo blu)e talvolta un soffuso bianco alla fronte. Questo è possibile considerato che solo sparuti soggetti sono giunti a noi ed in epoca remota. Ebbi modo di osservare una coppia omogenea dal Sig Rattalino, che ancora oggi la possiede e la riproduce. Di fatto è raro osservarne se non che singoli soggetti, di taglia media e dalla spalla rossa o rossa gialla, ma di un verde piu intenso (foto n. 6).

Conclusione

Non è escluso, che la quantità di notizie che ho riportato sull’Amazzone più conosciuta e riprodotta nel vecchio conti- nente, possa chiarire le variabilità dei colori e della taglia cui sono in possesso le fronte blu, ma nello stesso tempo aiuti ogni allevatore a cercare in linea di massima, a determinare l’esatta provenienza dell’animale al fine di fissare una comune linea di determinazione di accoppiamenti e conseguenti riproduzioni, invitando chiunque a dichiarare – su soggetti “antichi” – la loro quantomeno provenienza (importazione anno prima 1997,acquisizione da privato che rientra da quei luoghi, acquisizione di vecchia data ma in possesso da oltre un venten- nio,)insomma tutto ciò che possa essere utile per dare al soggetto un compagno/a prossimo al proprio luogo e di colorazione più simile possibile. E da non dimenticare che questa indagine aiuta i soggetti a meglio comprendersi, infatti il linguaggio e meglio il dialetto varia da stato a stato.

– Un particolare ringraziamento al Sig. H Kremer, preziosa fonte di informazioni e al Centro di sviluppo dei pappagalliVoren, ed al sig Garani per avere dato disponibi- lità di soggetti.

Testo e foto di Guglielmo Petrantoni.

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