Lo zoo di Taipei – Isola di ( Formosa) Taiwan

Giunto nell’ isola di Taiwan, non poteva mancare la visita presso lo zoo cittadino, gestito in tutto e per tutto dal Governo locale. Raggiungibile facilmente con la metro soprelevata, in taxi o con autobus cittadino, già parco pubblico, dislocato a nord della città di Taipei, lo zoo fu istituito al tempo in cui Taiwan era sotto il protettorato giapponese e successivamente fu restituito alla sovranità della città, che ha provveduto ad ingrandirlo sino a raggiungere i 6 ettari attuali.La maggiore funzione dello zoo è indirizzata alla conservazione, all’educazione e alla ricerca, tanto da ospitare Conferenze Internazionali sul tema. il costo del biglietto in euro è di 1,50, affinché tutti possano usufruirne quale momento di svago.

Le aree sono
state divise per settori e meritano una visita:
la casa del Panda gigante, il Centro di educazione, la casa degli animali
notturni, la casa dei Pinguini, del Koala e la casa dei rettili e degli
insetti.

Alcune aree
sono arredate per gli animali nello stesso modo in
cui vivono in natura: vi è un’area di
animali tipici di Formosa, la foresta pluviale tropicale asiatica, l’area
desertica australiana ed africana, la zona temperata per gli uccelli ed uno zoo
per i piccoli bambini, ove possono entrare a
contatto con gli animali stessi.

Ai
lati dell’ingresso sono
ubicati negozi, ristoranti, aree di sosta coperta , negozi per gadget.

E’ vietato fumare all’interno del parco,  giocare a pallone e dare da mangiare agli animali;  è anche vietato usare flash nelle aree notturne e negli interni.

Si può iniziare il percorso segnalato alla destra dell’ingresso, senza che vi sia il pericolo di perdersi o di tralasciare qualche area di particolare  interesse. La zona tropicale di Formosa  è considerata tale in quanto il Tropico del Cancro attraversa la part sud dell’isola di Taiwan, pertanto gli animali presenti sono autoctoni e tipici della foresta, come il Pangolino cinese (Manis pentadactyla),

il Cervo pomellato di Formosa Sika e la Formosa gem-faced civet (Paguma larvata taivana), che è uno zibetto autoctono, frequentatore dei boschi di latifoglie, solitario e che si nutre di qualunque cosa sia commestibile, pertanto ritenuto omnivoro. Specie notturna e arboricola, vive nelle foreste sempreverdi primarie e  secondarie decidue , sino ai 2.500 m  di altitudine e spesso visita giardini e piantagioni per la ricerca del cibo.

Il fagiano
di Swinhoe, Lophura swinhoei, è un
uccello endemico di Taiwan, vive principalmente nelle foreste fino ai 2000
metri circa di altitudine. Nel medesimo territorio vive il Fagiano mikado (Syrmathicus micado).

Questi
uccelli tendono a rimanere solitari, amano spostarsi sui sentieri montani, alla
ricerca di frutti, di invertebrati e di vegetazione.

Di grande effetto è il Panda gigante (Ailuropoda malanoleuca), mammifero appartenente alla famiglia degli Ursidae, ma si nutre essenzialmente  di bambù, anche se onnivoro. Originario delle zone montuose cinesi dello Sichuan, di cui è diventato emblema nazionale. Attualmente è raffigurato sulle monete d’oro cinesi. Negli zoo di
Bruxelles, Madrid ed Edinburgo è possibile osservarne esemplari di animali dati
in prestito per 15 anni dal Governo di Pechino.

In un’area
aperta, ma delimitata da un circuito d’acqua alla base del muro interno di
cinta (invisibile nella foto in quanto resta al di sotto della parte visiva
dell’occhio ), si erge una macchia di foresta indonesiana originale, in cui il
primate Siamango (Symphalangus
syndactylus
) , tipico dell’isola di Sumatra, specie arboricola, così
appollaiato, usa  la posizione come cassa
di risonanza per amplificare la propria vocalizzazione ! Oltre che di frutta, si ciba anche
di foglie, occasionalmente di uova.

Una
sottospecie è presente anche in Malesia.

Proseguendo
lungo il percorso indicato verso nord-est, mi sono imbattuto nel leopard cat, Gatto
leopardo (Prionailurus bengalensis
chinenis
), piccolo felino selvatico del sud-est asiatico e del sub
continente indiano, del quale, a causa della vastità del suo areale, sono state  riconosciute undici sottospecie; le macchie
molto simili a quelle del leopardo – prevalenti in tutte le sottospecie- non lo
imparentano con il suo omonimo più grande, pur appartenente al genere Panthera. Ha abitudini notturne, è creatura
solitaria, ad esclusione dei periodi degli amori; si ciba di piccoli mammiferi,
lucertole; talvolta la sua dieta viene integrata con erba,  pollame e animali acquatici.

In cattività
è stato ibridato con il gatto, da cui è stato ottenuto un felino biondo con
macchie nere o striature verticali nere, dalla corporatura piuttosto allungata,
agile e veloce ,  saltatore da fermo più
del gatto comune domestico.   Questi
ibridi, la cui generazione deve essere almeno F4 per la commercializzazione,
sono molto apprezzati e costosi nel continente europeo.

Un curioso
abitante delle foreste, piuttosto presente in tutta l’Indonesia è il Muntjac di
Formosa o Muntjak della Cina (Muntiacus
reevesi micrurus
), che  è stato anche introdotto nei Paesi Bassi e in Gran Bretagna. Si nutre in prevalenza di
germogli, erba, radici. Misura circa 50 cm. al garrese e 95 di lunghezza. I
maschi sono muniti di corti palchi, al massimo di 10 cm. A causa dei suoi
latrati è stato chiamato cervo latrante “Barking Deer” . La specie in questione
presente allo stato libero in Taiwan, porta il mantello più scuro rispetto alle
altre due sottospecie.

Proseguendo nell’area asiatica, incontriamo il Tapiro della Malesia (Tapirus indicus), mammifero perissodattilo della famiglia dei Tapiride, diffuso nelle foreste del sud est asiatico. La specie è facilmente distinguibile grazie alla cosiddetta ”gualdrappa” bicolore, che va dal colore grigio chiaro dalle spalle alla groppa  e nero per la rimanenza del corpo, con ancora una eccezione della punta delle orecchie  che sono bianche; tale mimetizzazione lo favorisce dai predatori mentre è disteso, tanto da essere scambiato per una roccia. Il peso
varia dai 200 ai 300 Kg.; qualche eccezione la si può avere  per qualche esemplare che raggiunge i 400
Kg.,  tra l’altro le femmine sono più
grandi dei maschi.  I Tapiri della Malesia posseggono un udito ed un
olfatto molto sviluppato a discapito di una vista scadente!

Solitari, percorrono
il sottobosco in percorsi già battuti, così come fanno
i cinghiali nostrani!

Tipicamente
vegetariani, si nutrono della varietà di piante che offre la rigogliosa e varia
foresta. I cuccioli di Tapiro portano il pelo marrone alternato a strisce orizzontali
e macchie bianche.

Molto
conosciuta ed endemica la presenza di Macachi (Macaca ciclopis), spesso, lungo le strade interne, si notano
cartelli che  ne indicano la presenza, ma
che invitano a non fornire alimenti!

Questo
primate appartiene alla famiglia delle Cercopithecidae
,
vive in gruppinel nord est e
nel sud ovest dell’sola, in zone rocciose con scarsa vegetazione  nei pressi della città di Taichung.

Molte specie
descritte si riferiscono ad animali presenti allo zoo della fauna autoctona, che
non sono usualmente esposte negli zoo europei. Mi astengo dall’ illustrare gli
scatti e le descrizioni di tutti quegli
animali che invece sono comuni,  presenti
e conosciuti negli zoo d’ Europa. Certo non basterebbe un trattato, a cui
volentieri non mi sottrarrei, ma bisogna lasciare spazio ad altro, la mia
esperienza mi ha portato a veder e analizzare
tante specie a me note, ma mai viste dal vero: invito pertanto a prendere in considerazione un “viaggio” alla
scoperta di un territorio esaltante, ma sopratutto protetto
sotto il profilo della sicurezza personale ad ogni livello (infatti Taiwan è considerato il secondo paese al mondo per sicurezza). I costi di gestione
(alberghi , motel, ristoranti) sono alla portata di tutti, non bisogna farsi
illusioni circa la possibilità di acquisti tecnologici,
perché sono  costosi quasi quanto i
nostri !

E’ un viaggio che può essere messo in
calendario anche “ fuori dalle normali ferie”!

Questa immagine è
per dare un ‘idea delle proporzioni del  Panda gigante, qui
 con l’autore.Nota: Alcune
immagini fanno intravedere una velatura di fili in verticale! Non è un difetto
di immagine, ma si tratta di fili in acciaio dello spessore di 4 cm., che
vengono tesi  in verticale come le corde
di violino, per evitare la fuga degli animali e offrire all’osservatore una
migliore visione di insieme. Tale manufatto è destinato solo ad animali non
pericolosi.

Testo e foto
di Guglielmo Petrantoni




La Volpoca comune

L’anatra volpoca: Anas Tadorna tadorna (Linnaeus, 1758);

altri nomi: Common shelduck (GB); Brandgarns (D); Tarro blanco (E); Tadorna de belon(F); Volpoca (I); Bergeend (NL).

Anatide monotipico a distribuzione euro-centro-asiatico-mediterranea, per l’Italia è migratrice regolare, talvolta migratrice dispersiva, svernante e nidificante localizzata nella fascia costiera alto Adriatico e Sardegna.

Il nome Volpoca è dovuto al fatto abitudinario di utilizzare per la nidificazione vecchie tane nel terreno, come quello di volpi o di altri mammiferi.

Conosciuta semplicemente come Volpoca nel Vecchio Mondo, la comune anatra è tra i più attraenti degli uccelli acquatici europei. Le anatre di dimensioni superiori, con le gambe più lunghe, mostrano invariabilmente una manopola frontale più grande, prominente, rossa, carnosa, o un ingrandimento simile a uno scudo alla base del becco rosso, ceroso, leggermente rivolto verso l’alto. Osservate da lontano appaiono in bianco e nero, ma entrambi i sessi hanno teste e colli nero-verdastri iridescenti. Un’ampia fascia di color castagno si estende sul petto e una striscia scura adorna il centro della pancia bianca.

Esse dimostrano una decisa preferenza per gli habitat marini, specialmente in Europa, dove le anatre sono poco presenti rispetto a pianure ed estuari di fango costieri sabbiosi o fangosi. Nonostante si estenda ampiamente in tutta l’Eurasia, le preferenze specifiche dell’habitat fanno sì che la loro distribuzione sia alquanto discontinua. In genere, vagando nell’entroterra solo durante il passaggio, queste anatre europee tendono a non avventurarsi a più di un miglio in entrambe le direzioni dalla costa. Nell’Asia centrale, tuttavia, la maggior parte delle coppie si riproduce presso laghi e paludi salmastre interne, sparse nelle steppe e nei paesi semidesertici.

Di norma relativamente silenzioso per gran parte dell’anno, cambia drasticamente durante la stagione riproduttiva, quando le caratteristiche ciarlatane rapide delle femmine sono udibili a centinaia di metri di distanza, con vocalizzazioni del tipo ^ark-ark-ark^. Si appollaiano solitamente su muri di pietra, tetti, pagliai e sporgenze di scogliere. Le anatre galleggianti sono più inclini a nuotare in canali fangosi rispetto al mare aperto e si alzano facilmente dall’acqua o dalla terra, a volte senza una corsa preliminare. Anche se non particolarmente rapide, il loro volo è alimentato da battiti d’ali lenti e potenti. Gli stormi migratori sono inclini a volare a grandi altezze su lunghe linee rette, mentre quando volano da e verso siti di alimentazione locali, gli uccelli sono più propensi a viaggiare in formazione a V o in linee diagonali.

A differenza di altri Tadorne, le volpoche comuni si nutrono selettivamente, principalmente di piccoli invertebrati marini. Gli uccelli dell’Europa nordoccidentale sono specialisti delle lumache di acqua salata e predano ampiamente le lumache di estuario: ad un esame è risultato che lo stomaco di un’anatra era stipato di oltre 3.000 piccole lumache. Per trovare tale preda ricercano regioni con produttività biologica abbastanza elevata, in particolare pianure di sabbia e fango, dove le acque poco profonde si alternano a periodi di secca dovuti a basse maree o evaporazione. La dimensione dei territori di alimentazione può quindi essere direttamente correlata alla densità delle prede.

Alla ricerca di cibo nelle zone intercotidali, le volpoche comuni sondano la sabbia soffice e il fango di acque poco profonde con la loro delicata punta del becco sepolta appena sotto il substrato, scorrendo avanti e indietro mentre camminano in avanti. Conosciuti come camminatori, questi sono gli unici uccelli acquatici che impiegano abitualmente una tale tecnica di alimentazione e le anatre falcianti con il becco lasciano dietro di sé una traccia a zigzag rivelatrice molto distintiva, sovrapposta alle loro impronte.

Per portare invertebrati verso la superficie, talvolta battono i piedi, così da ammorbidire la sabbia o il fango e sondare più facilmente il substrato.

In comune con numerose altre specie di zone intercotidali, il foraggiamento è collegato al flusso e riflusso della marea piuttosto che all’orologio, quindi si nutrono comunemente di notte. Quando le opportunità di foraggiamento sono limitate per l’alta marea, le volpoche sono inclini a bagnarsi a terra, a volte in compagnia di anatre eurasiatiche e uccelli costieri che utilizzano lo stesso habitat. I molluschi di cui si cibano a fattor comune includono: Hydrobia, cardium, Macoma, Mytilus, Montacula, Cingula, Buccinum, Littorina, Skenea, Paludina, Tellina, Nucula, Mya e Theodoxus. Crostacei: piccoli granchi, gamberi , sandhopper (specie non specificata), Artem , Corophium. Insetti: cavallette (Orthoptera), scarafaggi (Coleoptera-Carab snitens) e larve di mosca (Diptera-Chironomidae). Altri tipi di nutrimento includono piccoli pesci e uova, vermi anellidi (Nereidae e Arenicola) e materiali vegetali (principalmente alghe, erbe e semi di varie specie acquatiche).

Le formazioni di coppia a lungo termine sono stabilite durante il volo in stormi invernali, nei territori di sosta, tra la fine di marzo e l’inizio di aprile. Durante il corteggiamento, otto o più pretendenti possono inseguire le femmine. Le coppie europee nidificano vicino all’acqua soggetta alle maree, generalmente in baie riparate, estuari e insenature sostenute da dune di sabbia stabili. Le coppie raramente nidificano all’aperto, quindi il popolo costiero della Germania si riferisce alle anatre come oche delle caverne, a causa della loro preferenza di prendere in prestito buchi di coniglio, tasso, volpe o marmotta, da cui deriva il nome comune. Quasi tutte le volpoche di razza scozzese dipendono dalle tane di coniglio, guadagnandosi il nome locale di Burrow Duck (anatra da tana). Le coppie usano anche cavità in grandi alberi o radici nodose e cavità sotto grandi pezzi di legno, nonché tunnel in una fitta vegetazione, buchi in muri di pietra o fori, siti di nidificazione importanti a livello locale. La nidificazione interna è aumentata nell’Europa occidentale negli ultimi anni, con alcune coppie che selezionano siti a un miglio o più dalla costa.

Di norma usano deporre da otto a quindici uova , che covano per 29-31 gg, schudendo intorno il 45° giorno

La copiosa posa di uova indica ,statisticamente e frequentemente , una carenza di siti di nidificazione adeguati: ben quattro femmine usano giacere nello stesso nido, ove in alcuni nidi si possono trovare deposte fino a 50 uova, che vengono incubate per circa 40 giorni. Cove multiple possono essere incubate e tutte le uova si schiudono spesso, dando luogo a super-covate. I nidi di Mergus merganser o Smergo maggiore dal petto rosso sono talvolta parasitizzati e questo può essere fatale per i neonati anatroccoli risultanti, perché le cosiddette anatre pesce portano la loro prole in acque più profonde, dove le anatre volpoche non possono nutrirsi a causa dell’incapacità di immergersi in modo efficiente.

L’insolito stile genitoriale della volpoca si discosta da tutti gli altri uccelli acquatici. Portati in aree materne che possono essere a un miglio o più di distanza, gli anatroccoli sono molto a rischio durante le lunghe escursioni via terra. Le famiglie, nelle aree della scuola materna si mescolano liberamente, con le nidiate che si uniscono in asili nido durante le prime 2-3 settimane, a volte anche durante la prima settimana. I legami genitore/prole possono essere spezzati dall’aggressività dei genitori che di solito segue gli incontri con altre famiglie, in quanto gli attacchi vengono reindirizzati ai loro stessi anatroccoli. Gli asili nido inizialmente consistono in gruppi compatti che seguono da vicino gli adulti, ma gli anatroccoli allarmati si riuniscono nel nido più vicino. Le dimensioni e la composizione del gruppo cambiano frequentemente e assemblaggi insolitamente grandi contengono fino a cento giovani. Invece, alcuni genitori atipici restano con le loro nidiate fino alla nascita. Gli anatroccoli diventano sempre più autosufficienti dal 15° al 20° giorno, e molti sono in gran parte indipendenti assai prima di abbandonare il nido a circa sette settimane di età. Gli anatroccoli abbandonati di notte possono rannicchiarsi insieme.

I genitori generalmente abbandonano la progenie semi-cresciuta per impegnarsi in una grande migrazione, lasciandoli alle cure di alcuni uccelli piumati adulti, detti guardiani o “zie” . Nella la maggior parte degli uccelli gli asili sono costituiti da giovani che dipendono ancora dai loro genitori quanto al il cibo, ma essenzialmente in tutti gli uccelli acquatici la prole si nutre da sola. Mentre gli aironi e alcune oche si riuniscono anche in asili nido, così come molti pinguini, fenicotteri e pellicani, solo le volpoche comuni abbandonano la progenie allorquando sono cresciuti a metà. La Tadorna ferruginea (Shelduck ruddy) aumenta la sopravvivenza degli anatroccoli perché li concentra nelle aree di alimentazione ideali e diminuisce così il rischio di predazione individuale. Il creching (“accedere ad un‘area riservata di alimentazione senza l’ausilio dei genitori”) è anche vantaggioso per le femmine, in quanto la maggior parte è sollevata dal peso dell’allevamento dei giovani, consentendo loro di iniziare a cibarsi prima.

Da luglio a settembre, la maggior parte della popolazione europea nord-occidentale si raduna in stormi e migra verso la regione del mare di Wadden al largo della costa settentrionale della Germania, dai tipici bassifondi fangosi simili alle melme della laguna veneta, dove fino a 100.000 volpoche si posano in occasione dell’accoppiamento post-nuziale. Più di 400.000 attualmente svernano nell’Europa nord-occidentale, nel Mediterraneo occidentale, nel Mar Nero e nel Mar Caspio, mentre circa 70.000 volpoche si riuniscono in Asia. Enormi concentrazioni di individui negli stormi rendono gli uccelli vulnerabili alle malattie; La volpoca si congrega in gran numero quando non è in volo durante la muta post-riproduttiva. I principali terreni di svernamento contengono stormi di diverse migliaia che si disperdono durante l’inverno in unità più piccole nelle aree di riproduzione.

Variabilità grografica:

1 Tadorna variegata, casarca del paradiso, Nuova Zelanda;

Tadorna cana, anatra del sud Africa;

Tadorna ferruginea; Tibet e Mongolia, Cina e Mar Nero

Tadorna radjah, caraca, Indonesia, isole delle Molucche e Nuova Guinea;

Tadorna radjah rufitergum, Australia

Tadorna todornoides, Australia e Tasmania;

Tadorna cristata casarca crestata; probalimente  estinta, Corea;

Spero che queste notizie possano tornare utili per l’allevamento in cattività di questo bellissimo anatide, molto apprezzato dagli allevatori

 

Ricerca e articolo Guglielmo Petrantoni immagini degli aventi diritto

Fonti: Handbook of australian, New Zeland & antartic birds, P. J. Higgins; Oxfrd University Press;

Natural Histoy of the Watefowl, F. s. Todd, Ibis plublisching Company, libro del congresso n.092378;

Phillips J.C, A naturall history of the Ducks, N.Y. , 1922-26;

Numerose guide da campo, relatve ai vari stati del mondo, della biblioteca personale

Impaginazione grafica by GRAFOS SERVIZI GRAFICI – SAN COLOMBANO AL LAMBRO




Suggerimenti nelle cassette di nidificazione per ara

Il nido per ara è spesso un aspetto dell’avicoltura che viene trascurato. Ciò è dovuto principalmente agli allevatori che utilizzano cassette di nidificazione tradizionali costruite con pannelli o compensato o con elementi comunemente disponibili come botti di legno e fusti di metalli. Sebbene questi tipi siano stati usati con successo per allevare le are, sono afflitti da problemi.

Le cassette nido in legno non durano a lungo a causa della capacità di masticazione degli ara e, a meno che non si aggiunga legno duro molto spesso, non durerà a lungo e causerà interruzioni a causa della sostituzione. L’uso di legno duro comporterà nidi molto pesanti che, se non installati, possono diventare pericolosi sia per i pappagalli che per l’allevatore. Se si utilizzano assi di legno, ciò può consentire a troppa luce di entrare tra le assi e scoraggiare l’annidamento. Il legno incoraggia anche gli insetti, la crescita dei funghi e non è possibile disinfettare adeguatamente senza eliminare il rischio che gli uccelli possano ingerire sostanze chimiche dalla masticazione del legno.

Le cassette di metallo hanno alcuni dei problemi simili che ho citato con le scatole di legno, uno è che anche loro sono pesanti. Altri svantaggi sono che possono diventare molto caldi, il che può portare a scoraggiare la coppia dall’entrarvi o alla morte di embrioni nelle uova o nei pulcini nati. Gli spigoli vivi lasciati nel processo di fabbricazione del nido possono anche tagliare la pelle degli uccelli.

Sulla base della mia esperienza maturata negli anni negli allevamenti di ara, so che un nido di successo deve soddisfare i criteri di base affinché una coppia sia riproduttiva. Alcuni di questi aspetti sono:

  • Le are, come le altre psittacine, non amano la luce eccessiva nella camera di nidificazione.
  • Alle ara non piace vedere le persone quando sono nella scatola.
  • Le ara devono capire che è una cassetta di nidificazione e che possono entrare e posare senza paura
  • Il disturbo dall’ispezione del nido deve essere minimo.

Tenendo presente questi criteri che ho menzionato sopra, ho iniziato a progettare un nido orizzontale privo di svantaggi ma focalizzato sui vantaggi. Ho iniziato selezionando il materiale, cloruro di polivinile, noto anche comunemente come PVC. È un materiale molto duro e può resistere alle are che lo masticano. È relativamente poco costoso se si considera che sopravvive al legno. Il PVC è molto leggero. Infine, puoi lavarlo e disinfettarlo prima di ogni stagione riproduttiva. Dopo aver selezionato il materiale, dovevo scegliere il colore, la dimensione e la forma corrette. Ho finito per selezionare il grigio, perché evita che gli uccelli si spaventino dalle ombre che appaiono all’interno delle scatole dagli oggetti all’esterno. Ho scelto un diametro di 50 cm (6 mm di spessore) in quanto è stato un compromesso tra qualcosa di più piccolo che ha rischiato il surriscaldamento degli uccelli e che qualcosa di più grande è troppo pesante, troppo costoso e non pratico. Dopo aver selezionato il materiale, ho dovuto trovare un modo per trasformarlo in un nido. Una volta acquistato il tubo da 50 cm, che normalmente ha una lunghezza di 3 metri, ho deciso di tagliarlo in tre sezioni uguali.

Ho proceduto prima a fare un taglio appena sotto la flangia di 10 cm, poiché non è necessario, quindi ho diviso il resto del tubo in tre parti uguali. Il risultato dovrebbe essere di tre sezioni di circa 90 cm. Vorrei sottolineare per assicurarti di prendere le misure appropriate e utilizzare il nastro protettivo come guida durante il taglio, altrimenti rischi di rottamare un tubo costoso. Ho trovato il modo migliore per tagliare il tubo allo stesso modo usando una smerigliatrice di metallo con una lama molto sottile.

Successivamente, ho proceduto a tagliare un foro di ingresso di 20 cm di diametro. Sono stati scelti 20 cm per compensare il livello di luce e lo scambio di calore. Un buco più piccolo sarebbe più scuro, ma più caldo e viceversa.

Ho quindi proceduto alla realizzazione dei tappi terminali.

Sebbene i tappi terminali in PVC si trovino in commercio, sono molto costosi. Ho optato invece per una combinazione di lamiera e compensato marino per i tappi terminali.

Ciò è stato fatto tracciando l’interno del tubo sul legno. Quando lo ritagli, assicurati di tagliare all’esterno della linea per evitare di raschiare il foglio di legno. Lo stesso è stato fatto con la lamiera. Fai molta attenzione perché ti può tagliare. Assicurati di archiviare eventuali frese metalliche. Dovrai realizzare due cappucci terminali, uno dei quali è un lato di ispezione.

Per la porta d’ispezione, ho usato il mio stile standard di “ghigliottina” che consiste in una porta, un bullone e un blocco di legno con una piastra di sostegno. Nel vedere la foto, è chiaro come funziona. Le viti mantengono in posizione i tappi di chiusura. Sarà necessario praticare i fori pilota prima di installare le viti. Ho deciso di verniciare i tappi in legno all’esterno poiché le scatole successive sarebbero state parzialmente esposte agli elementi.

Installo una telecamera in ogni nido. Uso telecamere “antivandalismo” realizzate in alluminio. Si prega di leggere il mio articolo sull’uso dei sistemi di telecamere nelle voliere intitolato “Telecamere, dentro e intorno alle voliere” che sarà presentato in una prossima edizione di questa rivista. Le catene vengono utilizzate per appendere le scatole. Utilizzare almeno cinque viti con rondelle attraverso la catena per fissarla nella voliera.

Aggiungo il “fagiolino”come materiale di allevamento nei nidi, comunemente usato per box di cavalli. Ho trovato questo il migliore in quanto non crea polvere nella scatola e crea un pavimento più stabile. Per aiutare a stimolare la coppia, aggiungo anche alcuni blocchi di legno morbido da distruggere.

In conclusione, vorrei dire che noi come avicoltori dobbiamo continuare a spingere i confini delle pratiche standard e pensare più “fuori dagli schemi” e usare la tecnologia a nostro vantaggio in modo da poter migliorare l’avicoltura al livello successivo.

Articolo di Guglielmo Petrantoni su concessione Randy Berry

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A revolution in nesting boxes

By Randy Berry

The macaw-nesting box is often one aspect of aviculture that is often over looked. This is mainly due to breeders using traditional nesting boxes built from boards or plywood or from commonly available items such as wooden barrels and metals drums. Although these types of have been used successfully to breed macaws, they are plagued with problems.

Wooden nest boxes do not last very long because of the macaws chewing ability and unless you add very thick hard wood, it will not last long and lead to disruption because of the replacement. Using hard wood will result in very heavy nest boxes, which if not installed problem can become dangerous to both the parrots and the breeder. If wooden boards are used this can allow too much light to enter between the boards and discourage nesting. Wood also encourages insects, fungal growth and it is not possible to sanitize properly without eliminating the risk of the birds possibly ingesting chemicals from chewing the wood.

Metal nest boxes have some of the similar problems I mentioned with wooden boxes, one being that they too are heavy. Other disadvantages are they can become very hot which can result in either discouraging the pair from entering them, or the death of embryos in eggs or hatched chicks. Sharp edges left in the manufacturing process of the nesting box can also cut the birds skin.

Based on my experience over the years of breeding macaws, I know that a successful nest box needs to meet basic criteria in order for a pair to be reproductive. Some of these aspects are:

  • Macaws, like other psittacines, do not like excessive light in the nesting chamber.
  • Macaws do not like to see people when they are in the box.
  • Macaws need to understand it is a nesting box and that they can enter it and lay without fear
  • Disturbance from nest inspection needs to be minimal.

Keeping in mind this criteria I mentioned above, I started designing a horizontal nest box that lacked the disadvantages but instead focused on the advantages. I first started by selecting the material, Polyvinyl chloride, also known commonly as PVC. It is a very hard material and can stand up to macaws chewing it. It is relatively inexpensive; if you consider that it outlasts wood. PVC is very lightweight. Lastly, you can wash and disinfect it before each breeding season. Upon selecting the material, I needed to choose the color, correct size and form. I ended up selecting grey, because it avoids the birds from getting scared from shadows appearing inside the boxes from objects outside. I chose 50cm diameter (6mm thick) as it was a compromise between anything smaller that risked the birds overheating, and anything larger being too heavy, too expensive and not practical. After selecting the material, I had to figure out a way to make it into a nest box.

Once I bought the 50cm pipe, which normally comes in 3 metre lengths, I made the decision to cut it in three equal sections. I proceeded first to make a cut just under the 10 cm flange, as it is not needed, and then divided the rest of the pipe into three equal parts. The result should be three sections of about 90cm. I would like to point out to make sure you take the proper measurements and use masking tape as a guide when cutting or else you risk scrapping an expensive pipe. I found the best way to cut the pipe equally was using a metal grinder with a very thin blade.

Next, I proceeded to cut a 20cm diameter entrance hole. 20 cm was chosen to compensate between light level and heat exchange. A smaller hole would be darker, but hotter and vice versa.

I then proceeded to make the end caps. Although PVC end caps are found in commerce, they are very expensive. I opted instead to use a combination of sheet metal and marine grade plywood for the end caps. This was done by tracing the inside of the pipe over the wood. When you cut it out make sure to cut on the outside of the line to avoid scrapping the wooden sheet. The same was done with the metal sheet. Be very careful as it can cut you. Make sure to file down any metal burs. You will need to make two end caps, with one being an inspection side. For the inspection door, I used my standard “guillotine” style that consists of a door, a bolt and a wooden block with a retaining plate. In seeing the photo, it is clear how it works. Screws hold the end caps in place. You will need to drill pilot holes before installing the screws. I decided to varnish the wooden end caps on the outside since the next boxes would be partially exposed to the elements.

I install a camera in every nest box. I use “anti-vandal” dome cameras made in aluminum. Please read my article on the usage of camera systems in aviaries entitled “Cameras, in and around the aviaries” which will feature in an upcoming edition of this magazine.

Chains are used to hang the boxes up. Use at least five screws with washers through the chain to secure it in the aviary.

I add Versele Laga 8mm wood as breeding material in the boxes. I have found this the best as it does not create dust in the box and creates a more stable floor bedding. To help stimulate the pair, I also add some soft wood blocks for them to shred.

In conclusion, I’d like to say that we as aviculturists need to continue to push the boundaries of standard practices and think more “outside the box” and use technology to our advantage so that we can enhance aviculture to the next level.

BERRY BROTHERS AVIAIRIES




I Nettariniidi sud africani (Vigors,1825)

Tornato da un breve viaggio in Sud Africa dove ho potuto ammirare le meno conosciute del sottogenere Nectarinia in natura, ho deciso di proporre al lettore notizie e osservazioni sul comportamento e sulle caratteristiche di questi meravigliosi uccelli osservati da me e che si discostano dal più noto Colibrì (Spix,1824) dove si differiscono anche per comportamento riproduttivo.

Essi formano un gruppo di uccelli abbastanza uniforme, la loro lunghezza totale varia da 9 centimetri e 25 centimetri ed il becco quasi sempre all’ingiù di colore nero e la lingua allungata e protattile profondamente incisa sulla punta a formare due tubicini che ricordano quelli del Colibrì (Trochilidi), con affinità abbastanza superficiali; i due gruppi infatti si manifestano fondamentalmente diversi , e non sono imparentati.

L’anatomia degli arti è completamente diversa da quella dei colibrì, i tarsi sono abbastanza lunghi e sottili, le dita sono munite di artigli ricurvi di media lunghezza e sono diseguali tra loro, come nei Passeriformi, le ali hanno la struttura tipica deli uccelli di quest’ordine, con gomito ben sviluppato; la superfice portante è arrotondata. Delle dieci remiganti primarie la quarta e la quinta sono più lunghe; la coda non è mai forcuta, ma quadrata, rotonda o cuneata , ed è sempre costituita da dodici timoniere ben sviluppate.

Il dimorfismo , per quanto concerne il piumaggio,, è maggiore rispetto a quanto si osserva tra i Colibrì, le femmine non presentano la colorazione cangiante dei maschi adulti, o altre tinte vistose.

 

I Nettarinidi sono presenti in tutte le regioni tropicali del Vecchio Mondo come la’unica e più nordica in Israele (Cinnyris oseus, Nettarina della Palestinā, vedi: Diario di viaggio in Israele, Italia Ornitologica,dicembre 2016) sia sul continente sia sulle isole, ove vi siano abbondanti fiori e insetti, dalle coste atlantiche dell’Africa occidentale sino alle coste australiane del Pacifico. L’Africa tuttavia è la più ricca di tale specie(145 specie); essi si sono adattati agli ambienti più disparati; altri vivono ai margini dei deserti o nelle regioni semi desertiche dell’Africa tropicale meridionale, altri nelle umide foreste che ricoprono i bassopiani, altri ancora si trovano sulle fasce montane alquanto elevate ove le nebbie frequenti favoriscono lo sviluppo rigoglioso della vegetazione , unico esemplare a queste altitudini sul Ruwenzori da dove nasce il Nilo, è la Nectarina johstoni (vedi: Diario di viaggio… Italia Ornitologica 16 luglio 2016)                     .

Questi uccelli dai colori sgargianti e la stessa parola lo indica, sono ghiotti di nettare pertanto quando scoprono un abbondante fonte di luorescenze, nel loro cervello si imprimono le forme e le tinte dei fiori che lo hanno soddisfatto, cosi ché alla prossima stagione sa subito riconoscerene la pianta da visitare. E’ per contro d’importanza assolutamente secondaria il fatto che i fiori olezzino o no, perché sono uccelli guidati principalmente dalla vista e,,non reagiscono agli odori, come invece fanno gli insetti.

Tutte le specie hanno un becco lungo e sottile, spesso ricurvo, e una lingua protrattile, bifida.

Qui di seguito la sequenza disegnata della costruzione di un nido pendulo di nettarina (collared sunbird) Anthreptes collaris.

I nidi dei Nettarinidi sono generalmente a forma di borsa.

All’epoca della fioritura di una fra le piante preferite, essi limitano le loro ricerche essenzialmente a questa , fungendo anche nel contempo da impollinatori. La lingua attinge alla base dei fiori mentre restano aggrappati ad essi ed occasionalmentę ghermiscono insetti al volo e integrano la dieta con polpa o succhi dei frutti.

Il loro volo è rapido e rettilineo, ma poco resistente e nonostante la loro versatilità non sono in grado di spostarsi a retroso come invece fanno i Colibrì( Trochilidi ), possono saltellare tra i rami servendosi solo dei piedi, senza l’aiuto delle ali.

In linea di massima vivono soli o in coppie, ma avvolte si riuniscono in piccoli stormi per visitare cespugli in fiore, in tale frangente si inseguono tra loro, emettendo brevi ed acute grida di richiamo metallico del tipo: chwing-chwing chwhing oppure chwee-chwee-chwee, senza però mostrare una reale aggressività.

Anche nel comportamento riproduttivo di differenziano dai Colibrì, restano uniti in coppia per il solo periodo di cova ed entrambi i sessi partecipano alla costruzione del nido ed all’allevamento dei piccoli.

L’opera di nidificazione mostra in modo chiaro con quale spirito inventivo il mondo delle nettarine sappia adattarsi alle più disparate circostanze ambientali, riuscendo a sfruttarle a proprio vantaggio.. Occorre pero premettere che la singola coppia di nettarine non arriva d’intelligenza propria nelle trovate: ogni “invenzione” è il frutto di lunghissima esperienza delle specie anteriori e viene tramandata e ai discendenti con eredità d’istinto…. Ai tropici la protezione contro i predatori di nidiate mediante mimetizzazione o inacessibilità e la difesa delle covate dai danni del calore, dalla pioggia e del vento assumono importanza maggiore che nei nostri territori europei. A quelle latitudini si trovano un gran numero di serpenti e di lucertole che vivono sugli alberi, molte specie di scoiattoli e di scimmie che si aggirano per la foresta: e tutti questi animali considerano le uova e i piccoli come un cibo prelibato ricco di proteine; non dobbiamo farci meraviglia se in quelle zone molti volatili hanno eletto a domicilio sicure cavità oppure se si sono costituiti nidi a volta con entrata laterale o nidi appesi in forma di borsa o ancora nidi attaccati sotto di una foglia.

Ogni covata produce due uova dal guscio chiarissimo, picchettato di fini macchie brune o nere.

Articolo Guglielmo Petrantoni

Impaginazione grafica by GRAFOS SERVIZI GRAFICI – SAN COLOMBANO AL LAMBRO