STUDIO RICERCA E CONSIDERAZIONI SUGLI ALIMENTI DANNOSI AI PAPPAGALLI

Premessa: dobbiamo tenere presente che molte piante, anche comuni, sono classificate come alimenti velenosi, dannosi e tossici che vegetano ovunque intorno a noi di cui abbiamo poche informazioni della loro possibile pericolosità tantomeno che ne sia impedita la raccolta, tanto da causare inconvenienti sia per l’uomo che per gli stessi animali.

Il grado di tossicità e il loro grado di velenosità varia entro limiti molto ampi,cosi chè con le specifiche ricerche e studi sulle vegetazioni autoctone , si può affermare che la dose che fa varcare l’esile confine tra veleno e beneficio varia , pertanto questo limite varia da pianta a pianta da essere medicinale o velenosa. Quindi non avendo tutti i vegetali le medesime caratteristiche, potrebbe risultare che le tossine siano concentrate solo in alcune parti:foglie, fiori,frutti,semi,radici, o addirittura tutta la struttura vegetale;considerando anche che contengono innumerevoli sostanze chimiche,alcune delle quali velenose,che possono variare durante il periodo di crescita, a causa di fattori climatici particolari. Le sostanze chimiche sono chiamate metaboliti primari e secondari. I primari sono grassi,proteine,zuccheri, mentre i secondari sono, alcaloidi,antocianine,carotenoidi, glicosidi (tannini e saponine) e infine gli oli essenziali.

Le piante velenose per fortuna i danni che arrecano sono modesti ma non da sottovalutare, del resto questa loro particolarità può essere considerata una loro arma di difesa tanto da sconsigliare animali dal mangiarle, in aggiunta alcune piante emettono odori sgradevoli e repellenti allo scopo di dissuadere eventuali predatori da intraprendere qualsiasi azione contro esse. Addirittura molte hanno un sapore amaro, sovente disgustoso, ma esistono eccezioni come frutti della Solanum dulcamara, che è dolciastra.

In questa ottica i pappagalli che a prescindere dall’odore usano toccare con la lingua –dotata di innumerevoli papille gustative per selezionare gusto e pericolosità- difficilmente vengono attratti se non vi sono chiari segnali di affidabilità, pertanto il pappagallo dopo averne ingerito parti tossiche subendone conseguenze più o meno gravi, esso farà tesoro della brutta esperienza, certamente non tornerà a ripetere l’errore, poiché la pianta avrà lasciato ben impresso nella memoria visiva e olfattiva del Pappagallo il proprio carattere identificativo. Questo è ciò che accade in natura sia nei siti tropicali di origine sia che si tratti di luoghi europei nostrani.

I pappagalli in vero non subiscono l’azione delle tossine presenti anche nei rami degli eventuali posatoi ,in quanto amano solo sbucciare sfilettare il ramo e quasi mai farne cibo;si tenga presente che le tossine prodotte possono svolgere l’azione tossica per contatto, per inalazione e per ultimo per ingestione di una certa quantità ! è emblematica la foto che viene data in molte riviste di quei pappagalli che a frotte sul fianco di dirupi, si cibano della argilla proprio al fine di disintossicarsi di quegli alimenti ingeriti che hanno preso in natura . . ..

Come mangiatori sociali, gli uccelli selvatici si nutrono in stormi di centinaia o addirittura migliaia in natura. Anche gli uccelli domestici amano condividere i pasti con i loro compagni o altri uccelli in casa con i loro proprietari umani. Mangiare con compagni piumati è un ottimo modo per socializzarli; tuttavia, ci sono alcuni cibi che gli umani amano che non dovrebbero mai essere offerti agli uccelli da compagnia a causa della potenziale tossicità.
I pappagalli rappresentano un notevole esempio di erbivoro generalista che consuma semi in modo distruttivo nonostante le difese chimiche delle piante. Con l’avidità di mangiare cibi tossici, i pappagalli che dimorano sul foresta pluviale sfruttano una varietà di cibi nutrienti, anche nella stagione secca quando il cibo scarseggiava per altri frugivori e granivori.

Al fine per derimere dubbi sui cibi che riguardano l’alimentazione e includo anche ciò che riguarda i rami da inserire in voliera che potrebbero essere tossici se ingeriti in quantità , tratto tutto ciò che la comunità scientifica ha posto sotto osservazione. Da esprimere che i rami dei posatoi sono un diversivo per i pappagalli i quali si distraggono a sbucciarli e non ad ingerirli, anche quelli che portano tossine !

Tra gli alimenti più comuni che sono tossici per gli uccelli sono:

1. Avocado

Mentre gli avocado sono verdure e generalmente le verdure sono buone per gli uccelli, le foglie della pianta di avocado contengono persina(tossina fungicida), una sostanza simile ad acidi grassi che uccide i funghi nella pianta. Se ingerita da un uccello, questa sostanza può causare danni al cuore, difficoltà respiratoria, debolezza e talvolta morte improvvisa. Mentre alcuni tipi di avocado sono stati tranquillamente consumati da alcune specie di uccelli, è difficile sapere quali tipi di avocado influenzeranno le specie. Inoltre non è chiaro la quantità di avocado che un animale da compagnia dovrebbe mangiare per essere colpito. Date le potenziali conseguenze, è meglio evitare di alimentare gli avocado e gli alimenti contenenti avocado (come il guaca molle, salsa messicana a base di avocado in uso in EU)) agli uccelli. Salta il tutto e offri al tuo uccello un bastone di carota, un baccello di pisello o un altro vegetale.

Gli avocado sono verdure e generalmente le verdure sono buone per gli uccelli, ma le sole foglie di questo frutto contengono persina sostanza simile ad acidi grassi che uccide i funghi della pianta.

Il RABARBARO è altamente tossico e contiene acido ossalico, da evitare.

2. Caffeina
Tutti noi amiamo le bevande contenenti caffeina, come caffè, tè e bevande analcoliche, perché hanno un ottimo sapore, ci stimolano e ci svegliano. Potremmo pensare di offrire un sorso di queste gustose bevande ai nostri uccelli domestici, ma anche un sorso o due di queste bevande possono essere tossici per i nostri compagni piumati. La caffeina può aumentare la frequenza cardiaca, indurre aritmie e iperattività e persino causare l’arresto cardiaco negli uccelli. Quindi, evita i prodotti contenenti caffeina e opta per l’acqua o un gusto occasionale di succo di frutta per il tuo uccello assetato.

3. Cioccolato
Come noi, gli uccelli hanno difficoltà a resistere al cioccolato o ai cibi contenenti cioccolato. Tuttavia, anche in quantità molto piccole, il cioccolato può essere tossico per gli uccelli. Il cioccolato contiene sia teobromina che caffeina che possono causare vomito e diarrea, aumentare la frequenza cardiaca, causare iperattività, causare tremori e convulsioni e persino causare la morte negli uccelli. Quindi, la prossima volta che sei tentato di condividere un M & M o il bacio Perugina con il tuo amico uccellino, offrigli invece un pezzo di frutta zuccherata, come un mango, una papaia o un chicco d’uva.

4. Sale ( Cloruro di sodio )
Un tantino qui e un tantino lì, molti di noi aggiungono casualmente questo condimento amato a tutti i tipi di alimenti senza pensare. Amiamo anche patatine salate, popcorn e cracker. Ma, proprio come troppo sale non è buono per noi, non è nemmeno buono per i nostri uccelli, e anche un pò è potenzialmente tossico per un piccolo uccello. Anche un chip salato o una patatina può sconvolgere l’elettrolito e l’equilibrio dei liquidi nel corpo di un uccello, causando sete eccessiva, disidratazione, insufficienza renale e morte. Quindi, la prossima volta che vuoi offrire al tuo uccello un trattamento salato, scegli invece un morso o due di popcorn o salatini senza sale o un cracker a basso contenuto di sale.

5. Grasso
Sappiamo tutti che il consumo di cibi ricchi di grassi, come burro, olio, carni grasse e noci, può provocare l’accumulo di depositi di colesterolo nelle pareti delle nostre arterie (noto come aterosclerosi), che predispongono a malattie cardiache e ictus. L’ingestione eccessiva di questi alimenti può anche portare all’obesità e a tutti i problemi di salute che accompagnano questa condizione. Gli stessi processi si verificano negli uccelli e alcune specie di uccelli, come i pappagalli amazzoni e quaccheri, sono inclini a sviluppare livelli elevati di colesterolo e trigliceridi e la conseguente malattia coronarica. Pertanto, proprio come dovremmo limitare il consumo di cibi ad alto contenuto di grassi, così dovrebbero essere gli uccelli. Gli uccelli possono avere un morso occasionale di carne magra e cotta, ma non dovrebbero essere offerte quantità abbondanti di questi oggetti pieni di grasso, specialmente se sono piccoli rispetto alla dimensione della porzione. Gli uccelli amano le noci, ma una mandorla o noce non salata ogni giorno è abbondante per un uccello di taglia media come un pappagallo grigio africano. Gli uccelli più grandi che mangiano più grassi in natura, come gli Ara, possono avere pochi noci al giorno, mentre quelli più piccoli, come i cockatiel e i pappagallini, dovrebbero essere offerti non più di qualche frammento di mandorla o un pezzo di noce ogni giorno . Incoraggia il tuo uccello a essere una macchina volante magra e limitare gli snack grassi.

6. Vasetti di frutta e semi di mela
Mentre la maggior parte dei frutti è sicura e generalmente sana per gli uccelli da consumare in piccole quantità, alcuni frutti contenenti semi (come mele e pere) e pezzi (come ciliegie, albicocche, pesche, nettarine e prugne) non dovrebbero essere offerti agli uccelli senza rimuovere prima i semi , poiché questi semi contengono piccole quantità di un composto di cianuro tossico per il cuore. Senza semi e noccioli, questi frutti sono completamente sicuri da consumare per gli uccelli. I semi di altri prodotti come uva,agrumi, zucca, zucche, pomodori, meloni, mango, melograno e bacche, sono tutti sicuri per il consumo di uccelli e possono essere alimentati senza preoccupazioni.

7. Cipolle e aglio
Molte persone si aspettano che le cipolle e l’aglio, come altre verdure, siano salutari per gli uccelli. Tuttavia, mentre queste verdure piccanti hanno benefici cardiaci nelle persone, sia alimentate che cotte, sono tossiche per molti animali, inclusi uccelli, gatti e cani. Le cipolle contengono composti di zolfo che, una volta masticate, possono irritare il rivestimento della bocca di un uccello e dell’esofago, causando ulcere e possono indurre la rottura dei globuli rossi con conseguente anemia. L’aglio contiene allicina (composto solforganico), un’altra sostanza chimica che può causare anemia e debolezza negli uccelli. Quindi, ravviva la vita del tuo uccello con un pezzetto di peperoncino ricco di vitamina A al posto dell’aglio e delle cipolle.

8. Xilitolo
Questo dolcificante artificiale comune, che si trova nella gomma senza zucchero e molti alimenti dietetici, provoca ipoglicemia, danni al fegato e possibile morte nei cani e altri animali. Mentre gli effetti di questo dolcificante non sono stati studiati in dettaglio negli uccelli, gli uccelli hanno un metabolismo più veloce rispetto a molte altre specie e potrebbero quindi essere molto sensibili agli effetti tossici anche di piccole quantità di questa sostanza chimica. Pertanto, è meglio evitare di esporre gli uccelli allo xilitolo, del tutto. Agli uccelli dovrebbero essere nutriti con frutta e verdura a basso contenuto di grassi, piuttosto che con prodotti dietetici, per aiutarli a perdere peso. Lo xilitolo può essere un’opzione dolce nel vostro programma di perdita di peso ma dovrebbe essere evitato nella dieta del vostro uccello.
Una parte importante della socializzazione di un pappagallo è permettere al tuo uccello di uscire dalla sua gabbia al momento del pasto, e offrirgli una piccolissima quantità di cibo mentre stai mangiando può certamente far sentire al tuo uccello che fa parte del gruppo. Ricorda di condividere il cibo che non è stato in bocca (che contiene batteri e lieviti estranei agli uccelli) e che non è tossico per gli uccelli può essere un ottimo modo per creare fiducia con il tuo animale domestico e farlo sentire a suo agio a casa. Se il tuuccello dovesse ingerire uno di questi oggetti potenzialmente tossici, ricordati di contattare immediatamente il veterinario per vedere se il trattamento è giustificato.

ALCUNI ESEMPI Dl COLTURE VEGETALI ALIMENTARI OTTENUTE PER SELEZONE A PARTIRE DA UN PROGENITORE SELVATICO VELENOSO

ANGURIA  Citrullus ecirrhosus  Cogn.  Cucurbitaceae  Sudafrica (Nabibia) Citrullus lanatus L.

BASILICO  Ocimum gratissimum L.  Laminaceae  Africa sud sahariana  Ocimum basilicum L

CETRIOLO  Cucumis hystrix Chakrav   Cucurbitaceae Sudest asiatico  Cucumis sativus L

LATTUGA  Lactuca semola L.  Asteraceae Mediterraneo Lactuga sativa L

MANDORLO Prunus fenzitana Fntsch Rosaceae Caucaso Prunus dulcis MH.

MELANZANA  Solanum campylacathum Hochst. Solanaceae Estafrica (Solanum melongena L) x Solanum incanum L.

MELONE  Cucumis sagit/atus Wawra & Peyr.   Cucurbitaceae Sudafrica Cucumis melo L

PEPERONE Capsicum annuum (L) Solanaceae Messico Caspicum annum L

POMODORO Solanum lycopersicum L. var. cerasiforme  Solanaceae  Perù

(Solanum licopersicum)

Dati forniti da G. Mazzara, da manuale ragionato della flora velenosa …,

I pappagalli sono onnivori e mangiano semi,noci,frutta piante,ortaggi e occasionalmente insetti. I semi e le noci sono preferite, ma la dieta di un pappagallo in natura dipende dai loro habitat nutrizionali; pertanto I pappagalli mangiano cibi nutrienti nonostante le tossine presenti anche nelle ramificazioni degli alberi.

L’unico studio scientifico che è stato fatto a livello internazionale e stato svolto dall’Universita di Lethbrige, Canada, dal dott vet.Gilardi ed altri suoi collaboratori. “Tale lavoro è stato effetuato sul campo all’interno della foresta pluviale in , Manu National Park (11 ° 57’S, 71 ° 17 ‘W, in seguito “Manu”) e nella zona riservata Tambopata-Candamo (13 ° 10’S, 69 ° 30W, qui di seguito “Tambopata”), con 224 osservazioni di pappagalli liberi ,8 generi di foraggiamento e 102 specie di alberi, sia nella stagione umida che in quella secca. A seguito di ciò sono stati effettuate analisi di laboratorio di parti di piante mangiate (frutti, fiori, insetti, larve) e non mangiate in varie fasi della maturazione.

Il ruolo ecologico dei pappagalli nelle foreste tropicali può ancora essere sottovalutato, ma un numero crescente di studi recenti ha descritto purtroppo l’ecologia nutrizionale e le diete dei pappagalli con poca precisione.

Sebbene siano spesso classificati come frugivori, la maggior parte dei pappagalli mangia i semi in vari stadi e riso come componente principale della loro dieta, con pappagalli più grandi che mangiano una percentuale più elevata di semi rispetto alla polpa di frutta rispetto ai piccoli pappagalli .La maggior parte di questi recenti studi classifica i pappagalli come predatori di semi pre-dispersione, indipendentemente dalla regione geografica o dal tipo di habitat. Solo una specie di pappagallo, il pappagallo di Pesquet Psittrichus fulgidus, è un frugivoro specializzato che si nutre esclusivamente di polpa di fichi . Sebbene i lorichetti consumino un po’ di polpa di frutta insieme ad altre parti vegetative, dipendono principalmente dal nettare e dal polline per la loro energia e nutrimento.” ( chi fosse interessato a tutto lo studio svolto contattare: guglielmo.petrantoni@alice.it)

Considerazioni e conclusioni

Si tratta di avvelenamenti che difficilmente avvengono nella vita libera. In natura gli uccelli eseguono un processo di selezione e di apprendimento di generazione in generazione, grazie al quale le nuove generazioni riconoscono i semi e i frutti consumati dai loro genitori.

Ridotti in cattività gli uccelli sono costretti a consumare alimenti che nella vita naturale non avrebbero accostato o avrebbero evitato. Inoltre molti degli uccelli da compagnia vengono lasciati liberi nelle case in certi momenti della giornata da parte del proprietario, senza prestare seria attenzione a controllare che si corre il rischio che entri in contatto con prodotti realmente tossici per loro.

Adattamento e traduzione di Guglielmo Petrantoni

Bibliogafia consultata:

Mazzara G., 2015, Forme,sapori,colori e ..veleni; ed. laudense;

Gilardi J D ,and C.A Toft.,2002, Parrots eat nutritions food despite toxins, PLoS ONE 7(6) e38923;

Toft C. A.and Wrigth T.F.2015,Parrots in the wild, ed . Università della California;

Gilardi J D, Sean S. Duffey, Munn C.A and Lisa A., 1999, Biochemical funzions of geogphagy in parrots: detoxification of dietary toxins and cytoprotective effects, Journal of  chemical Ecology 25(4):897-922 ;

Hess dr.Laurie,Dipl ABVP,2019,Toxic food your bird should never eat, ZuPreem. ;

Francisco Severo –Neto,2012,Geofagia em duas species de psitacìdeos no Pantanal sul ,Brasil,Biota Neotrp. ; Vol 12 no. 2 .Campinas Apr/June.

Allevatori consultati: Salomon Harry, Micheloni S., Garani Claudio ed altri.

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I lorini dal cappuccio nero, Lorius lory (Linnè, 1758)

La sottofamiglia dei Lorini è costituita da pappagalli di piccole e medie dimensioni, indicati comunemente con i nomi di Lori e Lorichetti od anche di Pappaglli dalla lingua a spazzola.

Altri nomi: Domicella dal cappuccio nero (I),Black-capped lory(GB), Frauenlori(D),Lori tricolore (F),Lori tricolor (S), Kasturi kepala-hiatam (Indonesia),

L’attributo Lorius deriva dal nome specifico assegnato da Linnaeus, Psittaccus lory. Mentre Lory è nome Malese Luri che indica la colorazione varia di questi pappagalli. Ma nel 1751 il primo fu chiamato da Ewards “ Blak-capped Lory” e, probabilmente indicato da Seba nel 1735: “Psittacus orientalis exquisitus Loeri dictus”

Soggetti di lunghezza variabile intorno i 31cm. Dal peso di 163-260 g. Esemplare di medie dimensioni e dall’aspetto tozzo con coda corta e arrotondata, che si trova nelle pianure della Nuova Guinea e in alcune isole limitrofe. Evidente in volo l’ampia barra alare gialla sul sottoala; i colpi d’ala rapidi e non molto ampi e le ali corte e arrotondate danno al volo un ritmo concitato e rumoroso. Grazie alla combinazione di nero sul pileo, blu scuro su striscia del mantello e zona posteriore del collo, e grande quantità di blu sulle parti inferiori è facilmente distinguibile da tutte le altre specie del genere Lorius. La sottospecie somu, tuttavia, non avendo il blu sul collo né le strisce sul mantello, è molto simile al Lori ventre viola , da cui si distingue grazie al diverso richiamo –il Lori cappuccio nero ha un richiamo musicale e melodioso, mentre il Lori ventre viola emette un caratteristico richiamo nasale e roco- ed anche per la cera nera anziché bianca. Inoltre, l’areale della L.l. somu è limitato alla regione centro meridionale di Papua Nuova Guinea, mentre il Lori ventre viola si trova solo in Papua Nuova Guinea sud orientale e sulle isole al largo. Il Lori cappuccio nero è relativamente timido, pertanto visibile con maggiore probabilità quando, in volo, emette il suo richiamo al di sopra delle cime degli alberi, specialmente durante le prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio. A prima viste è simile a due specie del genere Charmosyna, che abitano prevalentemente gli altopiani, il Lori di Giuseppina e il Lori di Papua , entrambi caratterizzati dalla coda lunga con punte gialle, dalla fronte rossa e dall’assenza di blu violaceo sul mantello, tipico di questa specie, ma la taglia è più grande.

In volo emette un fischiettio sonoro e melodioso, descritto come un wheedle wheedle simile al richiamo del trampoliere. Il richiamo viene ripetuto di frequente e, talvolta, è composto da tre sillabe. Da posatoio emette una vasta gamma di fischiettii e cinguettii, inoltre muovendo il capo in su ed in giù fa schioccare il becco Il canto è stato descritto come una lunga serie di frasi ognuna composta da poche note ripetute costantemente.

Questa specie si trova da Irian Jaya occidentale, Indonesia, comprese le isole Waigeo, Batanta, Salawati e Misool nel gruppo di Papua occidentale, e le isole Yapen, Mios Num e Biak nella Geelvink Bay, fino a Papua Nuova Guinea orientale. Comune o abbastanza comune nelle pianure e sulle colline. La popolazione mondiale supera i 150.000 individui.Predilige le foreste primarie e i margini di foresta, ma ne è stata segnalata la presenza anche all’interno di foreste secondarie mature, in zone parzialmente disboscate e in foreste palustri. Non è noto se si trovi anche nelle foreste monsoniche, in foreste a galleria o piantagioni di palma da cocco. Il Lori cappuccio nero si trova prevalentemente in pianura fino a 1000m, ma è stata segnalata fino a 1750m. Si trova generalmente in coppia o in gruppi meno numerosi rispetto ad altri psittacidi simpatrici, e si riunisce talvolta in gruppi composti da dieci o più individui quando si muove alla ricerca di cibo tra gli alberi in fiore. La dieta di questa specie comprende polline, nettare, fiori, frutti e insetti. Preferisce nutrirsi nella canopea o a media altezza dove, timido e schivo, tende a passare inosservato. In Nuova Guinea orientale questa specie non ha saputo adattarsi agli habitat secondari d’alta quota a differenza del Tricoglosso nucaverde e del Lori bruno, che si trovano di consueto a simili altitudini. Poco è noto del suo comportamento in riproduzione in natura, ma è stata vista una coppia mentre scavava in un tronco secco per ricavare una cavità in cui nidificare. Sembra che nidifichi tra maggio e ottobre. In cattività depone due uova bianche, che cova per 26 giorni; i piccoli mettono le penne dopo 57-70 giorni. Durante il rituale di corteggiamento muove il corpo a scatti e sbatte concitatamente le ali.

Si nutre di preferenza delle fluorescenze di Syzygium,Freycinetia,Schefflera e talvolta di piccoli insetti.

Abbastanza comune anche se non abbondante nelle zone di residenza e frequentazione, stimato in quaranta soggetti per Km quadrato in Nuova Guinea, inserito nella Cites all’allegato II/B.

Il nero sul pileo si estende da sopra il becco fino alla nuca, che presenta alcune macchiette blu; resto della testa rosso brillante. Sottile collare posteriore rosso rosato che separa nettamente il pileo nero dal mantello blu violaceo scuro, talvolta macchiettato di rosso; dorso, groppone e sopraccoda rosso brillante. Parte superiore dell’ala verde con leggera iridescenza color bronzo particolarmente evidente sulle copritrici e sulle secondarie più interne. Remiganti con vessillo interno nero e giallo infiltrato che forma una barra alare evidente sul sottoala. Copritrici della parte inferiore dell’ala rosse. Gola e parte superiore del petto rossi; il blu del mantello prosegue fino ai lati del petto e si unisce al blu scuro del ventre, che sfuma in tonalità leggermente più brillante sui calzoni e sulle sottocaudali; variabile quantità di rosso sui fianchi, che prosegue fino e intorno alla piega dell’ala (zona del gomito). Sopraccoda blu scuro quasi nero, con tracce leggere di verde soffuso al centro e con base delle penne di colore rosso (solo a riposo sembra blu scuro); sottocoda giallo oliva sporco, la cui base rossa è nascosta e non visibile. Parti nude: becco arancio; cera e anello perioftalmico grigio antracite; iride giallo arancio; zampe grigio antracite.

Sessi identici. Nell’immaturo, il blu sulle parti inferiori è meno esteso e il petto è prevalentemente rosso. Il sottile collare blu si unisce intorno alla gola. Copritrici della parte inferiore dell’ala blu e gialle con punte nere, anziché rosse come nell’adulto. Becco tendente al marrone. Sessi identici.

Ala 148-175; coda 85-103; becco 22-27; tarso 21-26.(misure rilevate da J.M.Forsaw)

Variabilità:Sette sottospecie.

L.l. lory (Isole di Papua occidentale e Vogelkop, Irian Jaya)

L.l. erythrothorax (Salvadori,1877).Nuova Guinea meridionale verso ovest fino alla penisola di Huon a nord, e fino alla Geelvink Bay meridionale e alla penisola di Onin a sud. Il rosso sul petto è molto più esteso verso le parti inferiori rispetto alla nominale. Il blu sul mantello si separa in due fasce senza punti di contatto né tra loro né con il blu sul ventre.

L.l. somu (Diamond,1967) Colline di Papua Nuova Guinea nella parte meridionale delle catene montuose centrali, dalla zona di Ok Tedi fino all’area di Karimui sino al bacino del fiume Purari; gli esemplari che vivono a est del Karimui Basin appartengono alla sottospecie precedente. Non ha nuca e mantello blu come la nominale, e il rosso sul petto si estende molto di più verso le parti inferiori. Molto simile alla Domicella ventre viola, ma con cera grigio antracite scuro anziché bianca.

L.l. salvadorii ( A.B.Meyer, 1891) Papua Nuova Guinea settentrionale dalla zona di Aitape alla Astrolabe Bay. Si distingue dalla nominale e dalla erythrothorax grazie alle copritrici della parte inferiore dell’ala blu e nere (senza tracce di rosso) e dalla nominale grazie alla striscia rossa che separa il blu del collare posteriore dal blu del mantello; stessa particolarità presente nella erythrothorax.

L.l. viridicrissalis (de Beaufort, 1909) Papua Nuova Guinea settentrionale dalla Humboldt Bay fino al fiume Memberano. Simile alla salvadorii ma con le zone blu di tonalità scura tendente al nero.

L.l. jobiensis (A.B.Meyer, 1874) Isole di Yapen e Mios Num nella Geelvink Bay. Molto simile alla salvadorii ma con una sfumatura rosa pallido sul petto e con una tonalità più chiara di blu su mantello e collare posteriore.

L.l. cyanuchen (S.Muller, 1841) Isola Biak, Geelvink Bay. Come la salvadorii ma senza la striscia rossa sul collare posteriore che separa il pileo dal mantello. Il rosso sul petto prosegue sulle parti inferiori in misura maggiore rispetto alla nominale. La popolazione mondiale di questa sottospecie conta meno di 5000 individui.

Ho avuto modo di entrare in possesso di una coppia pura riproduttrice di L. l.Erythrothorx (dal greco eruthros rosso; thorax petto) ; alloggiata in una voliera di due metri di lunghezza , due di altezza e larga un metro. Metà di essa è coperta ove vi è sistemato il nido (20x20cm, profondo 45 cm) . La voliera è arricchita con due posatoi a diversa altezza e un ramo vestito di fogliame di prugne bianche completa la voliera. Questo è molto ben accetto poiché usano rosicchiare i rami freschi sino ad ridurli completamente a segatura, tale operazione và rinnovata non appena esso è stato pulito del tutto, tra l’altro sembra che ciò li stimoli alla riproduzione. Il nido dovrebbero essere 35cnx35cmx45cm, di legno stagionato, morbido, tipo abete. Una accortezza nel fianco della cassetta, nel terzo inferiore praticare una apertura con sportello scorrevole per le verifiche all’interno, l’entrata deve portare un foro da 5 cm. La cassetta si riempia di torba di buona qualità oppure con del fagiolino. Nella costruzione del nido inoltre ad un centimetro dal fondo sui laterali praticare dei piccoli fori , per consentire lo scolo del liquido delle feci, abbondante nei Lorini

L’alimentazione è costituita da frutta,tranne gli agrumi, in genere banane,e mele le più gradite sono le rosse fujii,un pò di semi di girasole, pastoncino al miele e savoiardi. Un po’ di polline trattato ai raggi gamma nella misura del 5%, macinato e miscelato al mangime o sulla frutta, da escludere gli agrumi.

Biosogna avere cura che il cibo non ammuffisca o si inacidisca, altrimenti si possono causare micosi ed cibo acido potrebbe causare l’occlusione del gozzo. La digestione è rapidissima: entro un ora hanno già passati il cibo ed emesso le feci, essendo l’intestino molto più corto rispetto ai quei pappagalli che si nutrono in modo esclusivo di semi. La diversa colorazione delle feci marrone.verdastro o giallo bianco con grumetti, dipende dal tipo di frutta che viene loro somministrata.

Come tutti i Lorini amano fare il bagno, anche in inverno riuscendo a sopportare temperature fino a -4°, pertanto sempre acqua abbondante e pulita !

Cominciano a corteggiarsi da metà aprile e iniziano la deposizione nella seconda decade di maggio , ove depongono solo tre uova nella stagione; esse sono covate per 24 giorni. E’ stata osservata una coppia scavare un nidi nell’albero morto nei giardini nella Markham Valley in ottobre (Watson et al.1962), mentre in cattività a Port Moresby hanno deposto due volte (E.Lindgren, allevatore del posto). Nel mio aviario hanno iniziato ai primi di aprile a frequentare il nido,e hanno scavato nella torba sino a creare una conca in un angolo della base.

Tutti gli anni regolarmente, a maggio le prime tre uova sono depositate e covate dalla sola femmina, alla schiusa tutti e tre i piccoli hanno visto la luce.

L’allevamento a mano consegna al proprietario dei soggetti docili socievoli fino al momento in cui gli stessi sono seguiti e curati, ma se lasciati soli senza guida riprendono la via del selvatico !

 

Bibliografia consultata: Collar,N.,Kirwan,G.M. & Boesman (2019), Mivart  (1896), T.Arndt (1992), Braian J.Coates (1990), J.M.Forshaw (1973), Rand & Gilliard (1967),M.L.Wenner (1979).P.Bertagnolio (1986).

Articolo e fonti biblioteca personale di Guglielmo Petrantoni

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Il raro Pyrrhura molinae restricta (Todd, 1947)

Seppure molto comune Pyrrhura molinae restricta (1) nei luoghi di origine ma non di grande presenza numerica, non certo lo si può dire egualmente sulla presenza in Europa, tanto che soltanto tre allevatori, un belga un olandese ed un italiano sono detentori di questo poco conosciuto pappagallo, ciò è il motivo che mi spinge a far conosce e dare notizie complete per l’allevamento e per la conservazione della specie, dato anche che la nota avicultrice Rosmarie Low ben poco ha scritto su tale sottospecie.

Il primo soggetto fu importato, anzi entrò a far parte degli avicoltori solo nel 1984, e probabilmente il primo che riuscì nella riproduzione fu l’olandese J. L-Spenkeink-van-Schaik .

Nomi In altre lingue: Green-cheeked parakeet (GB); Conure de molina (F); Pyrrura hpoxantha restricta (Latino); Palmarito-Grunwangen-rotschwanzsittich (D), Conuro di Sata Crutz (I),  Chiripepè de la yunga (dialetto locale). Sinonimi: Palmarito conure

Origine del nome Pyrrhura: Purrhos dal greco che sta per colorato rosso fiamma; – ouros coda (oura coda) mentre restricta dal latino restrictus ristretta, confinata, certamente riferito al limitato areale in cui è confinata la sottospecie.

Presente con certezza solo nell’area intorno Palmarito (398 slm) e San Josè de los Chiquitos (290 slm) dipartimento di Santa Cruz, Bolivia. Osservazione sul campo di Darrieu Carlos.A, della Università Nazionale de la Plata, esperto biologo sul campo.

Frequenta zone , che si aggirano tra i 500 e i 2500 slm, caratterizzate da boschi a gallerie in ampi pantanal o le pianure alluvionali, infine tutti i tipi di terreno, paludi con alberi bassi fatati rivestiti di muschio in foresta secondaria caratterizzata da una copertura meno sviluppata e da alberi giovani e da minore diversità sino ai 2900 m con clima umido, probabilmente in quei siti è abbastanza comune (Ridgely, R. S. 1990). Si verificano talvolta alcuni spostamenti stagionali allorquando in inverno (marzo – agosto) scende a quote inferiori.

Vive in gruppi da dieci a venti soggetti fuori dalla stagione riproduttiva, e occasionalmente in gruppi più numerosi; difficile da rilevare sugli alberi per la sua colorazione delle penne tanto che si camuffano eccellentemente tra gli alberi, tranquilla e non chiassosa mentre si ciba sugli alberi, rumorosa quando vola diretta e bassa attraverso gli alberi emettendo un sonoro richiamo bisillabo. Non esistono informazioni in merito alla sua dieta che si suppone essere simile a quella delle specie congeneriche; raccoglie il cibo sulla cima degli alberi; nidifica in cavità all’interno di tronchi d’albero.

Tuttavia sembra nutrirsi di semi secchi,frutti di bosco, fiori , bacche. In natura nei luoghi di origine appetisce bacche di Capsicum cardemasii chiamate in loco ulupice, fiori di Fuchisia boliviano, il frutto di achacha piccoli frutti di colore arancione, ora coltivati per la vendita al commercio, ancora i frutti di Annona cherimola (2) abbastanza comune ovunque.

Il richiamo bisillabo consta di gridi stridenti kree-ayt con la seconda nota di tonalità più bassa rispetto alla prima. E’ possibile collegarsi ad AVIBASE e cliccare xeno-canto del Parrocchetto guance verdi (Pyrrhura molinae restricta). Call Guy Kirwan, vocalizzazione rilevata dal rifugio Los Volcanes (Amboro Natinal Park), Santa Cruz,Bolivia per ascoltare in diretta il richiamo bisillabo in natura.

-Dagli annali del Carnegie Museum vol XXX 1943-47, ci sono pervenute le misurazioni espresse in millimetri della popolazione degli uccelli boliviani, rilevata da Traylor :

Pyrrhura malinae restricta ,altitudine 500m due maschi , ali 126-137 mm;

Pyrrhura molinae malinae, altitudine 2800 m due maschi ,ali 143-147mm.

-Da Forsaw, Parrots of the world, 1973, località Palmarito, Chiquitos, Bolivia:

Pyrrhura m.restricta , due maschi ali 135-137 mm

                                         due femmine ali 142-143 mm

– T . Arndt nel suo documento conferisce una lunghezza totale 24 cm, non distinguendone sesso e località, presumo perché dati rilevati di seconda mano.

– T. Silva indicando la lunghezza in 24 cm , specifica che su quattro soggetti il peso medio è 62,5 grammi in entrambi i sessi.

Gli adulti assomigliano alla specie nominale ma, una certa somiglianza è con la P.m. Hypoxantha Salvadori), dove invece le guance, la fascia della nuca, i fianchi del corpo, il sotto copri coda e alcune penne copritrici superiori sono soffuse di blu.

Essi portano becc, zampe e unghie nero intenso, cera grigio chiaro, anello perioftalmico bianco e carnoso, calotta nera; collare azzurro al collo, caratteristica della specie.  Sopraciglio verdastro con forti sfumature di azzurro e orecchie biancastre . Guancia dalla altezza dell’ orecchio, azzurra che sfuma al verde bandiera, bavaglio biancastro con barrature crema grigi, petto verde con riflessi azzurri o sfumature azzurre che intensificano sempre di più  scendendo verso la cloaca e sottocoda che si tinge di un azzurro carta da zucchero o azzurro aviatore intenso compreso anche cosce e sopracosce, mentre i fianchi rimangono azzurri con sfumature verdi , macchia ventrale marrone poco evidente  o con qualche barratura marrone sparsa irregolare ,  caudali inferiori rosso scuro o rosso vinaccio, mentre la parte superiore è di un rosso vivo, dorso verde bandiera (possono portare qualche  penna blu sparsa irregolare), con penne alle ali primarie e secondarie di azzurro scuro, groppone verde . I giovani sono con meno rosso mattone all’addome, fatta eccezione per le guance senza sfumature blu. Inoltre portano in toto il piumaggio di colore meno vivace , iride più scura e macchia ventrale-pettorale dai contorni non definiti, risultano essere eccellenti volatori.

I sessi sono molto simili, ma dalla apertura alare è possibile distinguerne il sesso, pertanto la variazione è stimata tra 129mm a 140mm e al stessa coda da 119mm a 142mm. (minimi e massimi tra maschi e femmine).

La sottospecie di molinae restricta è giunta commercialmente in Europa sino al 1979, poi nel 1984 è stato posto un divieto di esportazione. Nessun pappagallo attualmente è stato introdotto in avicultura dal selvatico, mentre negli USA comunque è dimostrato essere allevato frequentemente (T.Silva,1993).

Probabilmente il primo ad allevare questa sottospecie in ambiente controllato fu il sig. J. L. Spenkelink van Schaik in Olanda, che produsse giovani nel 1978. Tale Robiller 1990) riferisce di aver riprodotto la seconda generazione dal 1982, da allora ne sono stati dichiarati 42 giovani. Nel 1980 Denna Ferris è riuscito a riprodurli e per questo la Federazione Americana di Allevatori lo ha premiato come primo allevatore per tale sottospecie. Molti altri allevatori americani si sono cimentati nella riproduzione del P. m. resticta negli anni a venire, evidenziando come fosse particolarmente prolifica la sottospecie. Oggi in Europa invece pochi e sparuti allevatori ne detengono soggetti ancestrali, ma fortunatamente un italiano Simone Micheloni ne è proprietario e allevatore da vari ceppi non consanguinei prelevati in Olanda e Belgio. Le molteplici coppie di cui dispone gli consentono di ottenere nuovi linee di sangue non consanguinei e di diversa provenienza. La stagione degli accoppiamenti inizia a febbraio. Occupano i nidi che si trovano a non meno di 5 m da terra, dove depone tre uova o più.

In avicoltura necessita di una voliera lunga due metri e alta due per una larghezza di un metro, con all’interno un nido dalla base di 20 cm per 20 cm e profondo 70 cm, misura comode anche per l’esterno. Trattandosi di pappagalli molto timidi ma nel contempo affabili, usano rifugiarsi nel nido ad ogni pericolo se si sentono minacciati, pertanto predisporre almeno due ricoveri per ogni coppia; dopo appena presa confidenza con l’ambiente e con i rumori che li circondano allora si sentono fiduciosi, tanto da rendersi confidenziali sino al punto di poter essere resi liberi!

La dieta in ambiente controllato può essere costituita da un misto di semi di cartamo, avena ed un po’ di girasole germogliato, canapa, scagliola, grano saraceno, e bacche di sorbo. Inoltre cibo fresco di verdure, piselli e rami con germogli in atto, (rametti di salice). Molto utile e assai gradito la somministrazione di frutti di achacha boliviana2 (garcinia humilis), ricco di potassio e acido folico. Questo frutto è oggi facilmente reperibile nelle nostre rivendite.

Al momento della riproduzione si rende necessario isolare le coppie che hanno trascorso l’inverno in colonia, poiché sebbene gregario in natura, in voliera potrebbe disturbarsi con altre coppie per la conquista del o dei nidi!

La deposizione in cattività è piuttosto generosa e può andare da tre a sette uova che vengono incubate per 23 giorni circa, e sono alimentati dai genitori per ben 50 giorni. Dall’involo alla maturazione mediamente impiegano otto mesi.

Note

1 . molina/molinae/Molinaea: Abate juan Ignazio Molina (1740-1829)  sacerdote cileno e naturalista, espulso dall’Ordine nel 1768.
2 . Frutto coltivato anche in Calabria nelle zone costiere tra Reggio Calabria e Roccella Ionica.

Articolo G. Petrantoni, con la collaborazione di Simone Micheloni immagini S. Micheloni e M. Michels

 

Impaginazione grafica by GRAFOS SERVIZI GRAFICI – SAN COLOMBANO AL LAMBRO




L’affascinante mondo dei Limicoli in cattività, note ed appunti del Cav. Salvatore Lauricella.

Correvano gli anni Sessanta, anni in cui da giovane frequentavo il Parco d’Orleans di Palermo e che il Cav. Lauricella aveva ideato e diretto sin dal 1953, e dove ho appreso a vivere e gustare la vita animale.

IL CAV.Salvo Lauricella e Guglielmo Petrantoni,1975

Anche dopo che ho iniziato a lavorare in altro settore, il mio amico “Salvuccio” mi è sempre rimasto tutore; per questo ho voluto riportare su questo articolo le note e gli appunti di questo grande ornitologo e maestro.

Ho voluto anche integrare nel corpo dell’articolo piccoli spunti vissuti da me, ma gran parte è frutto dell’esperienza di un uomo che ha dato vita ad un Parco unico in terra di Sicilia.

Spenderei due parole per parlare del Cav. Lauricella; eroe della seconda guerra mondiale, pilota decorato con medaglia al valor militare aeronautico, venne abbattuto e si salvò ma riportò seri danni al timpano. Amico del grande ecologo bolognese Alessandro Ghigi con cui condivise molte esperienze, e dell’etologo premio Nobel Konrad Lorenz, amava tutto ciò che la natura offriva, anche il mondo vegetale tanto che era infatti anche collezionista di favolose piante famiglia delle Malvaceae, e ogni vaso o spazio libero della sua villa erano ricolmi di rari splendidi Hibiscus.

Riporto qui di seguito gli appunti del Cavaliere Lauricella su alcune varietà di Limicoli, sicuro che le sue conoscenze possono essere di qualche utilità per gli odierni allevatori .

Con il termine limìcolo (limìcolo agg. e sost. m., dal tardo lat. limicŏla, comp. di limus «limo» e cŏla «-colo») – da questo l’abbinamento con i trampolieri di riva – si indica un vasto ed eterogeneo raggruppamento di uccelli acquatici, detti anche “uccelli di ripa” dalle caratteristiche morfologiche simili che occupano la stessa nicchia ecologica. Il termine richiama l’abitudine di questi uccelli di abitare luoghi fangosi e paludosi; non ha valore tassonomico poiché non coincide con nessun genere, famiglia od ordine, bensì raggruppa al suo interno specie appartenenti a famiglie diverse con stili di vita simili.

Frequentano habitat costieri dalle acque poco profonde come spiagge e lagune sebbene sia possibile vederli anche in altri ambienti legati all’acqua come paludi, prati allagati e acquitrini. Non è raro vederli anche in ambienti artificiali come saline e risaie.

Molti di essi sono migratori che nidificano nelle tundre del nord Europa e dell’Asia e svernano lungo le coste atlantiche e mediterranee europee e nordafricane.

Morfologicamente sono contraddistinti da corpi dalle forme generalmente arrotondate, becchi solitamente lunghi e sottili e zampe lunghe. La taglia può variare sensibilmente: esistono infatti specie di dimensioni ridotte come il gambecchio comune (Calidris minuta) e altre, come l’avocetta (Recurvirostra avosetta), ben più imponenti. Hanno ali strette e appuntite. Spesso hanno colorazioni differenti a seconda dei periodi e in primavera ed autunno è possibile osservare esemplari in muta con piumaggi intermedi tra quelli nuziali estivi e quelli invernali.

Essi sono convenzionalmente raggruppati in 214 specie, appartenenti a 12 differenti famiglie.

L’arte della ALIMENTAZIONE

Tranne che nel caso di specie rare, il problema di nutrire il Limicolo in cattività non è difficile o tanto meno oneroso. I punti essenziali sono di introdurre le modifiche necessarie o desiderabili nella loro dieta molto gradualmente, per vedere che il cibo è sempre perfettamente fresco e che i ricettacoli in cui è posto sono scrupolosamente puliti.

Al momento della loro acquisizione questi uccelli, che sono stati recentemente catturati, non sono abituati a una dieta artificiale ed è quasi sempre indispensabile dar loro da mangiare dapprima, per esempio, insetti (vermi della farina, uova fresche di formica, cavallette, fiele, scarafaggi) e altre creature come piccoli lombrichi, vermi del fango (larva di Chironomus), cibi che possono essere procurati quasi tutto l’anno da fornitori di attrezzi da pesca e negozi che vendono acquari), girini, ecc. Anche dopo pochi giorni, in particolare se gli esemplari sono in compagnia di altri uccelli già abituati alla vita delle voliere, si possono introdurre nella loro dieta uova di formiche secche, gamberetti essiccati, dafnie essiccate o d’acqua, che accetteranno con entusiasmo. La fase successiva consiste nell’includere nel menu il tuorlo dell’uovo secco tritato e la carne magra cruda, tagliata in strisce corte e sottili proporzionate alle dimensioni dei consumatori. Si possono presto sostituire i prodotti alimentari sopra menzionati, in tutto o in parte, con uova sode e pezzi di carne piccoli. Detto due volte nelle due fasi precedenti, in forma diversa. Scegline una In realtà, l’ultimo passo verso il menu perfezionato è l’introduzione  di cibi amidacei nella miscela. I migliori sono biscotti fini (quasi ridotti in polvere e ben mescolati con il tuorlo dell’uovo sodo) purè, patate bollite, e si possono introdurre vantaggiosamente alcuni buoni pasti per uccelli insettivori che vengono venduti in pacchetti. Il cibo in questa fase finale potrebbe essere descritto come composto da due parti di patate bollite, una parte di tuorlo d’uovo duro, una parte di pasta insettivora e una parte di uova essiccate o mosche essiccate, il tutto somministrato due volte a giorno in una massa omogenea in piatti non fondi. Tre o quattro volte alla settimana vengono aggiuntai della carne cruda e alcuni vermi della farina, gettati ogni giorno sul pavimento della voliera, formano una sorta di dessert e aumentano anche la docilità dei vostri uccelli.

Non è una brutta cosa sostituire le patate nella miscela in determinati giorni con una quantità uguale di briciole di pane . Inoltre, si ottengono buoni risultati sostituendo il pasto per insettivori con una certa proporzione di farina di carne, farina di pesce e semi macinati di canapa. È sempre consigliabile aggiungere alla razione giornaliera alcune gocce di olio di fegato di merluzzo o di Vigantol (vitamina D3) e un sale da cucina . Gli uccelli dovrebbero essere dotati di ghiaia fine e di guscio di ostrica schiacciato .

Alcuni Limicoli, le Pavoncella ad esempio, devono anche essere tentati da alcuni alimenti secchi (miglio, avena sbucciata, canapa), e non c’è nulla di male nel dare questo a loro se qualcuno si ricorda sempre di considerarlo come un’ integrazione del cibo principale.

L’avicoltore dovrebbe almeno in parte ricorrere ai vistosi e minuti trampolieri con di largo spettro alare il cui piumaggio è di colori vivaci e di contrasti più sorprendenti rispetto alla maggior parte dei Limicoli europei. D’altra parte, per coloro che hanno solo voliere di dimensioni modeste, non riesco a consigliare niente di meglio che dare la preferenza ai trampolieri della riva che visitano il nostro paese durante le migrazioni, o che vivono più o meno in luoghi più simili al nostro Paese. Le piccole specie indigene elencate di seguito, tutte facili da conservare, mi sembrano particolarmente gratificanti, soprattutto per l’avicoltore dilettante e se sono tenute in coppia si accontentano di piccoli aviari, ad esempio 2 metri per 4 metri, di cui un terzo o un quarto è occupato dalla piscina.

I Pivieri sono uccelli affascinanti , sempre attenti nei modi e abitudinari. Il più bello e il più facile da acquistare sul mercato è il Piviere della nuova Zelanda (Charadrius hiaticula) caratterizzato da una grande fascia ininterrotta di bianco attorno al collo e sul petto, i piedi sono arancioni come il becco, con la punta nera; le parti bianche sono meno estese e meno intense sulla femmina, la dimensione è quella del passero. Il loro movimento attraverso la sabbia bagnata (questo uccello non sembra mettere il suo cibo in acqua) è fatto con piccoli scatti come se l’uccello avanzasse in modo discontinuo sui pattini a rotelle. Gli occhi sono relativamente grandi, il che è in linea con le abitudini di questa specie, principalmente attiva al crepuscolo o durante la notte. Nelle belle serate estive si possono udire i Piveri che rompono il silenzio con il loro morbido richiamo flautato e lamentoso-tou-it! tou-it!

Oltre al Charadrius hiaticula si possono menzionare altri due Pivieri: il Piviere del Kent (Gharadrius alexandrinus), che ha una fascia o un collare non continua, ulteriormente riconoscibile per una macchia nero scuro sul capo, il suo becco interamente nero e i piedi neri, e il Corriere piccolo (Charadrius dubius curonicus), di taglia più piccola, con becco nero, e piedi rosa pallido. Senza essere rari sulle nostre coste queste due specie raramente vengono offerte al mercato e interessano in modo particolare solo il collezionista specializzato.

I Piovanelli, per dimensione simili ai piccoli Pivieri, si distinguono per la corporatura più snella e soprattutto per un becco più snello e allungato, lungo almeno quanto la testa e spesso più o meno curvo. Più interessante e più raccomandabile è il Piovanello pancia nera (Galidris alpina), facilmente riconoscibile (tranne che in inverno) da una grande macchia nera irregolare sulla parte inferiore dei pettorali; la groppa è di colore grigio-bruno, le penne secondarie sono quasi interamente bianche e la parte posteriore è punteggiata da macchie che variano dal nero al castano. Sempre impegnato a frugare in tutti gli angoli della voliera, il Piovanello è un uccello affascinante, che va d’accordo con i suoi compagni di voliera, persino con i Bengalesi. Non si conoscono altri trampolieri, tranne l’Avocetta, che diventano trampolieri così riservati e completamente sottomessi come gli individui di questa specie che è molto comune in primavera ed in autunno in Belgio (Frank Jansen, Boscholt, Belgio) e in tutta l’Olanda, ove spesso è offerto in vendita.

Lo stesso non si può dire del cugino (Calidris testacea) (a sinistra nell’illustrazione)

Il suo bel piumaggio primaverile ed estivo ne fa un uccello da collezione molto interessante. Ali e parti sottostanti sono di un bel marrone-ruggine, quasi rosso, un colore che si ritrova anche sui bordi superiori oculari e che viene sostituito in autunno e in inverno dal bianco. Il becco nerastro è molto più lungo e più curvo che in qualsiasi altro Calidridae, e questo dà all’uccello l’aspetto di un piccolo Chiurlo (Numenius arquata); la forma generale del corpo e dei piedi sono entrambe più allungata che nel Piovanello e nei suoi congeneri. Il Calidris ferruginea ha lo stesso comportamento, forse un po’ più calmo delle specie precedenti.

Il Piovanello maggiore (Calidris canutus) ha anche le parti superiori rossastre nel piumaggio riproduttivo, ma il becco, così come gli altri trampolieri , sono relativamente più corti che nei congeneri; Le dimensioni di questo uccello è sono distintamente maggiori di quelle delle altre specie e il suo aspetto generale è più corposo. Raramente è in vendita nei nostri mercati.

Inoltre, non c’è mai stata l’opportunità di acquisire esemplari viventi del Piovanello Viola (Calidris maritima), una specie rara sulle nostre rive e identificata dai riflessi violetti e dalle piume marroni delle parti sottostanti, le zampe gialle, la groppa bianca e di forma irregolare.

Una menzione speciale è dovuta ai due più piccoli rappresentanti del genere e in effetti di tutta la famiglia, il Gambecchino nano (Calidris temminckii)e il Piovanello Piccolo (Calidris minuta).

Lo Stint di Temminck, o Gambecchino nano, è una delle specie alle quali si applica l’Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori eurasiatico-africani (AEWA). Il Piovanello piccolo (Calidris minuta) è un piccolissimo trampoliere con una lunghezza di 13,5-15 cm; le dimensioni simili al Piovanello piccolo (Calidris minuta) o (Erolia minuta) ma le ali sono più corte e più lunghe. Le zampe sono gialle e le penne esterne della coda bianche, in contrasto con le gambe scure e le penne della coda esterne grigie del piccolo Gambettino.

Questo Gambettino è un trampoliere piuttosto monotono, con parti superiori e testa prevalentemente marroni, e parti inferiori bianche a parte il petto più scuro.

L’adulto riproduttore ha alcune piume di mantello più luminose per alleviare l’aspetto generalmente indistinto. Nel piumaggio invernale, l’aspetto generale ricorda una versione minuscola del piovanello comune.

Meno evidente per quanto riguarda la loro colorazione, questi due pigmei attirano l’attenzione proprio per la loro dimensione minuta. Il loro colore generale è grigio brunastro, più cinereo nel Temminck e più screziato di marrone nel minuta; in quest’ultimo i rami di tutte le penne delle ali sono bianchi, mentre nel Temminck questo lo si trova solo sulla prima di queste piume. Le parti inferiori del piumaggio sono per lo più bianche; il becco e le zampe sono neri e relativamente corte. Ho visto ed esibire anche in fiere di uccelli esemplari di questi trampolieri che vengono allevati di tanto in tanto dai commercianti di uccelli di Olanda(Man In’t veld, Klarenbee , NL). Sono divertenti, come topi attivi, e mi hanno sempre dato l’impressione di frequentare le loro particolari occupazioni senza preoccuparsi troppo del mondo esterno, ma mancano un po’ della personalità vivace delle loro più solide iniziative. I vermi di fango e le uova delle formiche sono il loro cibo preferito in cattività.

Siccome non ho mai avuto l’opportunità di studiarli in cattività, menzionerò solo di passaggio l’altra rara eroina della nostra fauna invernale, il piro piro – detto anche Gambecchino frullino (Limicola falcinellus) con un becco dalla forma particolare allargata alla base e il Piovanello tridattilo (Calidris alba) con colorazione particolarmente pallida e senza dito piede posteriore (vedi chiave dicotomica dei limicoli). Non ricordo di averli visti in vendita nei mercati.

Comune, d’altra parte, spesso venduto da rivenditori specializzati, è il Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos), che differisce nettamente dalla vera Erolinae ed è in realtà una piccola specie di Triginae. Questo uccello frequenta fiumi e acqua dolce tanto quanto gli estuari salmastri della costa. Le parti sottostanti, inclusa la groppa, sono di un grigio uniforme, in contrasto con il bianco che copre le parti inferiori del corpo e forma delle barre trasversali sulle ali. Il piovanello comune, come i piro piro, ha l’abitudine di strattonare quasi continuamente i consimili, ed è un facile mezzo per identificarlo, anche a distanza. Portato facilmente alla vita di un aviario, dove si associa facilmente ad altre specie, in particolare con il Piovanello pancia nera,.

Il voltapietre (Arenaria interpres) è un’altra piccola specie di limicolo (poco più grande del Chorradrius hiaticula) che può essere procurata di volta in volta in esemplari singoli. Molto interessante nel suo comportamento, esploratore instancabile di luoghi ricoperti di ciottoli e ghiaia lungo i litorali, questo piccolo trampoliere con becco corto conico e zampe gialle si differenzia da tutti gli altri per il suo piumaggio, chiazzato con macchie irregolari, mai identico, nero, ruggine e grigio, su fondo bianco. È soddisfatto delle stesse condizioni dei Pioveri.

Nota del Cav.Lauricella “Stavo aspettando una spedizione di uova dall’Islanda per metterle negli incubatori del mio allevamento, che senza dubbio mi avrebbe permesso di studiare completamente la biologia di queste specie particolarmente interessanti e poco conosciute, ma una inaspettata malattia mi ha reso indisponibile … ”,

un altro commento che riporto dalle mie note del tempo:

“… così come ciò che è noto delle specie esotiche che sono già state studiate in cattività; La mia esperienza ha già dimostrato che è meglio non mescolare, nonostante la loro natura sociale, uccelli di media taglia o di grandi dimensioni con specie piccole, poiché hanno sempre la tendenza a disturbarli, specialmente durante i pasti.

Abbiamo già esaminato, nella parte precedente di questo articolo, i vari trampolieri piccoli indigeni che sono particolarmente interessanti da studiare e osservare nelle voliere, sebbene non abbiano bisogno di cure particolari.

Le due specie di cui ora desidero parlare sono di dimensioni maggiori, in modo che si possa parlare di limicole di media taglia, ma tuttavia non possono essere considerate ingombranti se paragonate a trampolieri come cicogne, aironi . Il trattamento richiesto per loro in cattività è, inoltre, identico a quello della specie già menzionate, con la quale si troveranno bene nello stesso recinto.

THE AVOCET, Recurvirostra avosetta (Linnaeus, 1758)

L’Avocetta è uno degli uccelli più straordinari e affascinanti della fauna europea. Può essere facilmente riconosciuta da una peculiarità quasi unica nel mondo degli uccelli: il suo lungo e snello becco, che forma una pronunciata curva verso l’alto quasi nella forma di un malato. Questo singolare carattere morfologico viene messo a profitto dall’uccello allorquando desidera catturare la vita animale che galleggia sulla superficie dell’acqua ; si vede l’Avocetta letteralmente sfiorare l’acqua per mezzo di un movimento laterale della parte inferiore convessa del suo becco.

Tutto ciò che riguarda l’Avocetta a la sua forma graziosa, il suo piumaggio sorprendente, i suoi movimenti gentili ma timidi, i suoi dolci e vagamente lontani mimiche dà un’impressione di grazia incomparabile, ed un’eleganza di cui il limicolo esprime molta femminilità, ha qualcosa di aristocratico in proposito di un “purosangue”. Il suo abito è una sinfonia di bianco come la neve e nero , delineata dal grigio-blu, dal verde mare delle gambe e dalla macchia di granato rosso dell’occhio. Un vestito del genere diventerà presto piuttosto sporco nei luoghi fangosi che affligge questa gentildonna, ma con i suoi movimenti attenti e abili evita la sporcizia e rimane immacolata come i fiori delle grandi ninfee bianche vicino alle quali è spesso trovato.

Mai comune e un raro uccello da riproduzione in Belgio, l’Avocetta è molto meno conosciuta che in Olanda, dove ci sono diversi importanti siti di riproduzione e dove è molto popolare e gode di una protezione completa. Le altre colonie in Europa sono scarsamente distribuite sulle coste del Baltico, sui laghi e le paludi della regione del Danubio e nei paesi confinanti con il Mediterraneo. È sempre difficile procurarsi esemplari viventi sul mercato ed è senza dubbio meglio così. I professionisti più avveduti si impegneranno a fare del loro meglio per prendersi cura degli esemplari delle loro collezioni che sono i più difficili da sostituire.

Ho avuto l’opportunità di ottenere da diversi anni da varie fonti un numero considerevole di Avocette (decaestecker-capelle@hotmail.com/ tel 04770178505-0510701605), sia per le mie proprie voliere che per quelle dei miei amici, e posso certificare che questi bellissimi trampolieri sono relativamente molto facili da mantenere in perfetta salute e apparentemente contenti quanto sono liberi se le regole generali date nella prima parte di questo articolo sono rispettate.

Molte Avocette offerte in vendita sui mercati sono uccelli dell’anno, nate prima di essere in grado di volare correttamente o addirittura di sparire del tutto; queste di solito sono molto facili da abituare alle loro nuove condizioni di cattività. A volte capita che si ottengano esemplari adulti e che sono molto più selvaggi, in questo caso è sempre meglio che questi uccelli improvvisamente lasciati liberi in una voliera prendano il volo immediatamente, o dopo il primo allarme,volino contro la rete, impattando con una tale forza che rompono o che feriscono i loro fragili becchi. Il rimedio consiste nel tagliare tre quarti della lunghezza di sette o otto penne alari più lunghe, da un solo lato. Questo accortezza temporanea impedisce al volatile di volare fino a dopo la successiva muta, momento in cui sarà già sufficientemente addomesticato e abituato a ciò che lo circonda per non precipitare la testa contro le recinzioni.

In generale, due settimane di controlli attenti sono sufficienti per le Avocette che hanno perso tutta la loro natura selvaggia e arriveranno persino ai piedi del loro proprietario per ottenere la loro prelibatezza preferita: i vermi della farina. Nessun altro trampoliere si abitua così facilmente agli esseri umani né acquisisce un tale livello di sicurezza. È necessario sempre fare attenzione (come nel caso di tutti gli animali) a non spaventare i limicoli con il tono della voce nel parlare, con movimenti improvvisi o con abiti dai colori insoliti.

Le lunghe gambe bluastre, coperte da una pelle tenera e sensibile, sono la parte più delicata di questi uccelli. Molto più che per le specie della riva, è necessario fare attenzione che il terreno della voliera delle Avocette sia morbido e umido, o tappezzato di torba, muschio o erba. I loro tegumenti, soprattutto a livello dell’articolazione, non si fanno attendere a lungo per l’irritazione di ghiaia ruvida, cemento mal lucidato e soprattutto di sabbia grossolana, e i calli che si formano sulla pianta delle articolazioni del piede richiedono un lungo trattamento e sono difficili da curare. Il miglior rimedio è che la piscina della voliera sia relativamente lunga, ma quasi interamente riempita di fango composto principalmente da torba e sabbia bianca e fine. È in acqua di una profondità di soli 5 cm. che le Avocette preferiscono pagaiare e passare la maggior parte della giornata.

Sebbene differiscano dagli altri trampolieri (ad eccezione dei Fenicotteri) dalla presenza di ragnatele tra le tre dita anteriori, le Avocette sono nuotatori molto poveri, imbarazzati senza dubbio dalle loro lunghe gambe. In questi due casi particolari (avocette e fenicotteri) penso che la presenza di piedi palmati non possa essere interpretata come un adattamento per il nuoto, ma come un mezzo semplice per impedire all’uccello di affondare nella melma fangosa aumentando la superficie di supporto senza allungare le dita dei piedi stessi. È quindi abbastanza inutile che lo stagno della voliera di Avocette sia abbastanza profondo da consentire loro di nuotare correttamente, ma è una buona cosa che nella parte centrale l’acqua sia di 15-25 cm. in profondità, lì gli uccelli andranno lì diverse volte al giorno per fare il bagno e pulire tutto il loro piumaggio.

Una specie naturale socievole, l’Avocetta ha un temperamento assolutamente pacifico. Non ho mai visto molestare i più piccoli trampolieri, e nemmeno certi uccelli appartenenti a gruppi diversi che hanno più volte convissuto nelle stesse voliere con loro. È solo quando si trovano faccia a faccia con i loro simili che a volte si dimostrano ostili, in particolare quando si presenta una Avocetta appena arrivata in un recinto già occupato da molti altri per qualche tempo. Si può quindi vedere il vero “becco a becco” nel senso letterale delle parole, poiché il modo di gareggiare tra di loro nei trampolieri consiste nel tentare di afferrare il becco dell’avversario e di abbassare la testa verso il suolo o l’acqua. Questi combattimenti sono silenziosi e senza alcun pericolo reale, ma è possibile che un uccello, tormentato così senza sosta da molti dei suoi compagni, non si nutrirà bene e presto perirà se non viene spostato in un altro recinto.

L’Avocetta è in grado di riprodursi con successo in cattività. Questo fatto è stato provato trenta anni fa nella voliera degli acquatici nello Giardini zoologici di Londra, di cui il curatore, dr. Pocock, ha fornito una descrizione dettagliata nel RIVISTA AVICULTURAL, menzionando come due delle cinque Avocette nel recinto hanno nidificato, producendo due giovani e ne ha allevato uno con successo. Non ho mai avuto tanto successo con i miei esemplari, una delle difficoltà è l’impossibilità di distinguere con certezza i sessi in questa specie.

Tuttavia, dopo una visita che ho fatto nella primavera di una colonia di avocette selvatiche nella pianura padana, mi è capitato di trovare un nido di questi uccelli che alcuni corvi avevano appena scoperto pochi minuti prima. Al mio avvicinamento i Corvi volarono , ma non prima di aver già mangiato due delle quattro uova. Le uova intatte sembravano appena deposte e non incubate, e le riportai con grande cura alla mio di allevamento dove furono poste sotto una gallina che le covava al posto delle proprie. Dalla stessa escursione avevo anche riportato un pulcino appena nato, caduto per caso, senza dubbio, in una buca dai lati ripidi, da cui non era riuscito a uscire. Questi tre esemplari, di cui due avevano visto per la prima volta la luce del giorno, furono allevati da me interamente artificialmente (incubatrice Fiemm con lampada) e due di essi raggiunsero lo stato adulto senza difficoltà e mi permisero di studiare lo sviluppo completo di questa specie dalla nascita; ho constatando che, uscendo dall’uovo, il giovane Avocetta ha un becco corto, striato, identico al becco di una Pettegola , ma dopo il secondo giorno si può osservare lo sviluppo del curva verso l’alto alla fine delle mandibole. Le zampe del pulcino sono di taglia estrema dal momento della schiusa e mostrano già il colore blu polvere che portano senza molta alterazione fino all’ultimo. L’allevamento di queste giovani avocette non mi dava alcun problema particolare, e veniva effettuato allo stesso modo dell’espulsione di altri Limicoli, (uccelli normalmente nififeri e ben presto in cerca di cibo da soli). L’unico giovane che morì prima di crescere si suicidò a due

giorni di età annegando in un bacino che era troppo profondo e aveva lati troppo scivolosi, che è stato lasciato per sbaglio a portata di mano. I giovani pulcini sono deliziosi da osservare nel loro abito di pelo grigio perlato, decorato con macchie e strisce marroni.

Esistono alcune specie esotiche di Avocetta che, tuttavia, differiscono dalla forma europea; nessuno di loro, per quanto ne so, è stato ancora importato vivo.

il Genere Himantopus)

Le sole relazioni ravvicinate delle Avocette sono con i membri del genere Himantopus, di cui il tipo è il Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus).

Questi uccelli hanno anche gambe più lunghe delle Avocette, il cui colore rosso è, inoltre, una delle loro caratteristiche distintive. Il becco è nero, proporzionalmente più corto e assolutamente dritto. Il piumaggio dell’uccello adulto è completamente bianco puro con l’eccezione della parte posteriore, delle ali e di un anello intorno all’occhio, che sono neri.

Si tratta di una specie rara in Belgio, dove a volte nidifica in zone sulla brughiera nel nord del paese.

Non dirò molto di loro perché non ho mai avuto l’opportunità di possedere un esemplare vivente; gli unici esemplari che ho visto in cattività facevano parte della collezione dello zoo di Londrae dall’importatore olandese Manivelt. Mi sembra, tuttavia, certo che queste trampoli dovrebbero fare bene in una voliera alle stesse condizioni che si sono dimostrate efficaci nel caso dei loro cugini Avocette; non hanno, tuttavia, a mio avviso, l’eleganza di quest’ultimo, principalmente a causa della lunghezza esagerata e della snellezza delle loro gambe.

Ho anche avuto l’opportunità di esaminare a dosi le dimensioni di esemplari viventi di una specie esotica: il trampoliere brasiliano (Hiinantopus brasiliensis) il cui piumaggio è molto più cupo. Gli uccelli erano appena stati importati dalla ditta Blazer di Rotterdam, e nonostante il loro recente viaggio sembravano essere in ottima salute. Tuttavia, ho resistito alla tentazione di acquistarli, non avendo preparato in quel momento, con mio rammarico, una voliera libera che li avrebbe potuti accogliere. Deve essere in considerazione del loro paese d’origine, questi limicoli neri sono più sensibili al freddo rispetto ai loro parenti in Europa; evidentemente avevano bisogno di essere messi al riparo dal   gelo durante il freddo.

Non vi è alcuna registrazione di nidificazione o allevamento di trampoli in cattività.

Questa mia esperienza di allevamento fa parte di annotazioni che usavo prendere allorquando ero in compagnia del Cav. Lauricella, lungo il percorso della villa d’Orleans a Palermo, pertanto ho riesumato dalle mie innumerevoli note su Moleskain e selezionato quello che più era attinente a codesto articolo riportando anche tra virgolette gli accenni testuali del mio amico che amava descrivere con dovizia di particolari anche allorquando mi recavo a cena nella sua villa nelle serate di mezza estate. Era un personaggio particolare burbero,buono,attento,osservatore,un signore d’altri tempi, ricordo che qualche volta ci avvicinavamo all’imbrunire al laghetto con ninfee e pesci rossi e Lui da lontano iniziava a estendere un fischiettio molto inusuale dopo di chè giunti a bordo laghetto batteva le mani … ecco che un nugolo di pesci rossi di diverse colorazioni e varietà si accalcava al bordo vasca e a pelo d’acqua lo salutavano con sbruffi d’acqua e bollicine… questo era Salvo e così con tutti gli animali che da Lui dipendevano e cosi lo ricorderò per sempre.

“Ricordati di comportarti da animale e sarai certamente un brav’uomo nella vita!”

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