Gli strigopodi del Genere Nestor – Nestor notabilis (Gould, 1856)

kea

Il capo di un adulto di Nestor notabilis,  dove si possono notare le sfumature di colore delle penne.

Altri nomi: Mountain parrot, Kea (GB); KEA (D)

Il termine generico deriva dal nome Psittacus nestor , dato al Kea dall’ornitologo Latham (1790) con riferimeto alla sua testa grigio-canuta. Nella mitologia greca Nestore era il famoso di Pylos in Messenia, citato nell’Iliade come il più vecchio e il più saggio tra i sovrani greci che, sotto la guida di Agamennone, assediarono Troia, e nell’Odissea quando ospitò Telemaco alla ricerca del padre Ulisse, dopo la fine della guerra di Troia. In una parola il pappagallo saggio.

            Di taglia intorno ai 46 cm. e del peso di 950 gr. circa i maschi, mentre le femmine intorno ai 780 gr. Si trova esclusivamente sui rilievi di South Island in Nuova Zelanda. Psittacide di grandi dimensioni, è caratterizzato dalla corporatura massiccia, dalla colorazione marrone e dalla mandibola superiore allungata. Le copritrici della parte inferiore dell’ala e il groppone sono rosso arancio, la parte superiore dell’ala è soffusa di azzurro turchese e la coda, corta e leggermente quadrata, ha una sfumatura verde, soffusa sulla superficie superiore, e una banda terminale scura. L’unica specie confondibile è il Kaka, che però è di una tonalità più calda di marrone, mostra un caratteristico pileo chiaro, arancio soffuso sulle copritrici auricolari e rosso cremisi sulla parte posteriore del collo e sul ventre; inoltre si trova quasi esclusivamente nelle foreste ad altitudini inferiori. Entrambe le specie hanno il sottoala tendente al rosso, visibile in volo, ma il Kea si distingue grazie alle remiganti primarie blu e alla coda blu verde. Uno dei siti migliori dove vedere il Kea è l’Arthur’s Pass, in South Island centrosettentrionale. Il Kea è molto attratto dalle automobili da cui rimuove le lame dei tergicristalli. Il posto più adatto, pertanto, è sicuramente il parcheggio vicino all’area picnic proprio di fronte alla cresta del passo.

Emette un keaaaa, calante e prolungato che termina con un trillo. Emette anche alcune note più lievi, quando interagisce con i suoi simili, e un sotto-canto dal nido. Assenti le note musicali tipiche del Kaka.

     Endemico di South Island in Nuova Zelanda (sebbene alcuni vaganti siano stati segnalati su North Island, ad esempio sui monti Tararua), e si trova prevalentemente tra i 950 m. e i 1400 m. d’altitudine in foreste e macchia subalpina. L’areale del Kea si estende dal Southland sud occidentale (ad esempio Wilmot Pass), verso nord attraverso il Fiordland National Park (ad esempio vicino a Te Anau, Homer Tunnel), Western e Southern Alps (ad esempio nel Westland National Park, Fox and Franz Josef Glaciers, Munt Cook National Park), Arthur’s Pass National Park e Craigieburn National Park, Nelson Lakes National Park e Big Bush State Forest, sui monti Seaward Kaikoura (ad esempio sul monte Manakau), nella regione del Marlborough, sui monti Richmond, fino agli altopiani circostanti il monte Cobb e la sua estremità nordoccidentale. Secondo le stime, la popolazione mondiale conta tra i 1000 e i 5000 esemplari; il fatto che i Kea tendano a convergere presso le località turistiche dà l’erronea impressione che si tratti di una specie comune. Un tempo era ritenuta responsabile della morte delle pecore e tra il 1860 e il 1970 centinaia di esemplari vennero uccisi dagli allevatori. Di conseguenza la popolazione si è quasi certamente ridotta ed è protetta per legge dal 1986; pochi gli esemplari allevati e riprodotti in cattività.   Esemplari di Kea sono stati segnalati ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 2400 m. e si trovano comunemente in prossimità di insediamenti e località turistiche. Nonostante questo, il loro habitat principale è approssimativamente sul limite della vegetazione arborea tra i 950 m. e i 1400 m. Prediligono valli racchiuse tra pendii scoscesi con foreste di faggi Nothofagus cliffortioides che, ad altitudini superiori, lasciano il posto alla macchia subalpina. Sono volatori eccezionali e capita spesso di vederne gli stormi, numerosi e appariscenti, che volteggiano sul fondovalle. Il Kea è mite, allegro e curioso.

Il Kea nella sua posa naturale a terra

Alcuni gruppi composti in prevalenza da esemplari maschi, raccolgono il cibo in prossimità dei campeggi e dei parcheggi, causando talvolta danni alle tende e alle automobili. Durante l’estate, spesso, hanno un comportamento attivo di notte. In inverno tendono a spostarsi ad altitudini inferiori al di sotto della linea delle nevi perenni, ma alcuni gruppi rimangono a cercare il cibo presso gli stabilimenti sciistici. Si nutrono di carogne, come pecore morte ma, nonostante le dicerie, non esistono prove che il Kea attacchi ed uccida le pecore sane. Si nutre sia a terra che sugli alberi, e la sua dieta prevalentemente vegetariana comprende foglie, germogli, radici, semi, bacche, boccioli e nettare (che suggono agevolmente con l’aiuto della lingua dall’apice a forma di pennello) e di alcuni insetti, scavando le radici succulente dal terreno umido o sassoso. Questa specie contribuisce probabilmente alla diffusione dei semi di piante baccifere, come il podocarpo Podocarpus nivalis. Il Kea è un animale molto socievole e condivide l’areale con i propri simili, pur mantenendo isolati i siti di nidificazione e i posatoi.

Gli uccelli che si riproducono rimangono nel raggio di un chilometro rispetto al proprio nido, ma quelli che non nidificano si allontanano molto di più e alcuni esemplari inanellati hanno coperto distanze pari a 60 km.. La coppia costituisce l’unità sociale di base, ma il Kea non è territoriale e gli stormi sono incostanti. È possibile che ogni anno appena il 10% dei maschi adulti nidifichi e talvolta si verificano episodi di accoppiamenti e visite al nido extraconiugali. Sia il legame di coppia sia la fedeltà al nido sono forti, e spesso passano diverse stagioni prima che il nido sia ultimato,che viene scavato per terra tra le redici degli alberi. Questa specie nidifica da luglio a gennaio. Depone da due a quattro uova bianche in un cunicolo o in un tronco cavo foderato di ramoscelli, foglie e licheni. Spesso il nido si trova alla base di un affioramento roccioso nella foresta, ma può trattarsi anche di un masso al di sopra della linea della vegetazione arborea. Le uova vengono deposte nell’arco di diversi giorni e la cova, di cui si occupa solo la femmina, ne dura 21-28. Durante questo periodo, il maschio rimane posato nei dintorni e procura il cibo alla sua compagna. Per i primi tempi il maschio provvede al cibo necessario anche per i piccoli, ma dopo poche settimane anche la femmina lascia il nido e contribuisce alla ricerca. I piccoli ricoperti di piume bianche mettono le penne nell’arco di 13-14 settimane e continuano ad essere nutriti da entrambi gli adulti che li accompagnano per un periodo di tempo che va dalle quattro alle sei settimane. In gennaio o febbraio, dopo la stagione della riproduzione, i Kea tendono a riunirsi in stormi più numerosi, composti anche da 50 esemplari.

Presenta testa marrone tendente al verde oliva; vertice con penne e sottili striature lineari nere; copritrici auricolari e redini marrone scuro più uniforme; penne della nuca di sfumatura leggermente più gialla, con bordo e rachide nero-bruno. Mantello e sopracaudali verde bronzato con rachidi neri e bordi a mezzaluna; dorso e groppone rosso arancio, con rachidi e punte quasi neri. Remiganti, copritrici primarie e grandi copritrici secondarie con marcata sfumatura blu turchese sul vessillo esterno (più verde sulle secondarie); vessillo interno delle remiganti primarie con barratura giallo limone. Sottoala con copritrici e ascellari rosso arancio, remiganti marrone, con barratura gialla sul vessillo interno delle primarie e barratura arancio sul vessillo interno delle secondarie interne. Penne delle parti inferiori marrone chiaro tendente al verde oliva con bordi marrone scuro. Sopraccoda verde azzurro soffuso, con vessilli interni barrati di giallo arancio e banda sub terminale quasi nera con punte più pallide; sottocoda giallo con sfumatura verde oliva e banda sub terminale scura e barratura sulle basi; sulle timoniere il rachide appuntito si estende appena oltre i vessilli. Parti nude: becco nero-bruno; cera marrone scuro, con alcune penne corte e filiformi; iride marrone scuro; zampe grigio antracite.

Il maschio è più grande e ha la mandibola superiore più lunga (in media del 12-14%) rispetto alla femmina. Il giovane ha il groppone di tonalità più gialla, cera e anello perioculare gialli, base della mandibola inferiore di tonalità pallida e zampe di un colore più pallido e tendente al giallo. Le parti nude di colore giallo assumono la colorazione definitiva dopo circa due anni nella femmina, dopo tre nel maschio.

Ala 302-330; coda 146-175; becco 43-53; tarso 45-49 (Forsaw ,1973). Nessuna variazione geografica.

A livello amatoriale è poco conosciuto, ma ben allevato nei paesi della CE.; in Italia, sebbene pochi siano gli allevatori, uno è particolarmente attivo e conoscitore di questo animale, che segue con buoni successi la loro espansione, il Sig. Ugo Brambilla: possessore di una piccola colonia, ha già riprodotto con molti sacrifici economici.

 

 

Nestor meridionalis (Gmelin,JF,1788)                                        

Altri nomi: New Zeland Kaka (GB); Kaka (D); Nestor superbe (F)

Di taglia 45 cm. e dalla distribuzione scarsa, si trova nelle foreste originarie della Nuova Zelanda, comune a livello locale e vistoso su alcune isole al largo delle coste e in alcune parti di South Island meridionale. Il Kaka ha la corporatura massiccia e il piumaggio di colore marrone scuro, è caratterizzato dal becco grosso, dal pileo chiaro, dalle copritrici auricolari arancio e dal rosso sul sottoala, sul collare posteriore e sul ventre. L’unica specie confondibile è costituita dal Kea (76) che si trova generalmente ad altitudini superiori ed esclusivamente in South Island (fanno eccezione alcuni vaganti occasionali). Il Kaka si distingue grazie al pileo pallido, al piumaggio complessivamente più scuro e di una tonalità più calda di marrone, al collare posteriore e al ventre di colore rosso e grazie al richiamo. Si verificano talvolta variazioni cromatiche a carattere individuale nella livrea, in cui le parti superiori sfumano dal marrone al color crema. In volo il Kaka sembra più grande e caratterizzato da testa e becco massicci. Spesso gli stormi vengono uditi prima di essere visti mentre volteggiano nella canopea.

            In volo emette un krraaa stridente e un fischiettio, weedle-weedle, simile a un gorgheggio liquido. Anche un richiamo choock, choc. La femmina nel nido emette talvolta un sotto-canto. E’ distribuito in Nuova Zelanda e nelle isole al largo delle coste. Questa specie è sparsa in tutto il South Island, da Stewart Island (specialmente nei dintorni di Halfmoon Bay) a sud, si spinge a nord sui rilievi occidentali, approssimativamente dal lago Hauroko attraverso Fiordland (ad esempio nella Eglington Valley, dove è relativamente comune, e intorno al monte Aspiring), Westland e monti Paparoa. Si trova anche nella valle del corso superiore del fiume Hope, nel Nelson Lakes National Park, sui monti Richmond e nella regione del Abel Tasman National Park. Nel North Island la sua presenza è limitata alle grandi distese di foreste. Pochi esemplari sono presenti anche a sud, sui monti Tararua, ed esistono alcune popolazioni isolate in altre zone, come i monti Raukumara e, forse, la penisola Coromandel. Nel North Island centrale, un numero moderato di Kaka si trova nelle distese originarie di cespugli nelle zone a sud e a nord ovest del lago Taupo, compresi i monti Ruahine (pochi), il Tongaririo National Park, i monti Kaimanawa, il Pureora Forest Park e il Urewera National Park ad est. Il Kaka si trova anche occasionalmente nel Northland. Alcune popolazioni stabili si trovano anche sulle isole al largo, ad esempio Kapiti e Little Barrier, sulle isole Hen & Chickens, Great Barrier Island, Final e Mayor. Secondo le stime la popolazione mondiale conta meno di 5000 esemplari ed è in calo a causa della predazione che colpisce prevalentemente i piccoli e le femmine nel nido (ad opera di ratti e mustelidi), della presenza delle vespe Vespula (introdotte) che, in particolare in autunno, costituiscono un concorrente nella ricerca del cibo, e della perdita e del degrado dell’habitat (dovuti, ad esempio al Tricosauro volpino Trichosurus vulpecula). Pochi gli esemplari allevati e riprodotti in cattività.

            Si trova esclusivamente nelle distese ininterrotte di foresta di Nothofagus e Podocarpus, a quote basse e intermedie, sebbene occasionalmente si introduca in giardini e frutteti, soprattutto in inverno. Il Kaka si trova normalmente tra i 450 m. e gli 850 m. in estate e ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 550 m. in inverno, sebbene ne sia stata segnalata la presenza fino a 1500 m.. Spesso si trova in coppia, ma dopo la stagione della riproduzione è possibile vedere stormi anche molto numerosi. Sono volatori eccezionali e spesso si odono gli stormi in volo al di sopra della foresta. Talvolta intraprendono spostamenti anche su lunghe distanze. Il Kaka ha un comportamento attivo a partire dalla mezzora precedente l’alba fin dopo il tramonto, momento in cui spesso si esibisce in voli rumorosi prima di posarsi nei dormitori. Spesso è attivo anche di notte. Durante il giorno si nutre silenziosamente nella canopea. Alcuni studi compiuti nella foresta di Nothofagus sulle spiagge di South Island hanno evidenziato che il Kaka in primavera trascorre gran parte del tempo nutrendosi della mielata secreta dalla cocciniglia Ultracoelostoma assimile. La mielata è meno abbondante in inverno, mentre in estate e autunno la concorrenza delle vespe la riduce ulteriormente. Anche le larve del coleottero Ochrocydus huttoni costituiscono un elemento base della dieta del Kaka, che spesso impiega notevoli quantità di tempo nel rimuovere la corteccia con il becco per estrarre i bachi. Dove gli opossum sono scarsi e il vischio (Loranthaceae) abbondante il Kaka trascorre anche il 60% del tempo nutrendosi dei suoi fiori e delle sue bacche. Altrove si nutre anche di frutti (ad esempio di Miro Podocarpus ferrugineus, germogli, semi (ad esempio di abete kauri Agathis australis), nettare (anche di albero di natale della Nuova Zelanda Metrosideros excelsa) che raccoglie con l’aiuto della lingua con l’apice a pennello e che poi sugge. Durante le ore del giorno, l’unico rumore che può tradire la presenza di esemplari di Kaka può essere quello prodotto dalla corteccia che viene staccata dal tronco e poi lasciata cadere. Il cibo viene portato al becco con l’aiuto di un piede. Su alcune isole, il Kaka è diventato molto mite e avvicinabile, tanto da mangiare in mano. Le ricerche portate a termine nel Big Bush State Park hanno dimostrato che il Kaka non si riproduce tutti gli anni. In questo caso specifico potrebbe trattarsi di una risposta alla maggiore concorrenza nella raccolta del cibo costituita dalle vespe introdotte sul territorio piuttosto che di una caratteristica propria del comportamento di questa specie. Nidifica tra novembre e gennaio, solitamente nella cavità di un tronco d’albero situata a 3-9 m. d’altezza, il cui foro d’accesso spesso viene allargato dalla coppia. Depone quattro o cinque uova di colore bianco su un fondo di segatura. La cova dura circa 24 giorni e la femmina che se ne occupa lascia il nido solo all’alba e al crepuscolo per ricevere il cibo dal maschio. Talvolta un individuo esterno alla coppia aiuta a nutrire i piccoli. I nidiacei di North Island sono coperti di piume bianche, mentre quelli di South Island sono di colore grigio. I piccoli mettono le penne nell’arco di dieci settimane, durante le quali vengono nutriti da entrambi i genitori. Si pensa che la durata media della vita di un Kaka sia di 20 anni.

Presenta vertice bianco sporco, tendente al grigio, nuca apparentemente di colore grigio quasi marrone a causa degli ampi margini sfumati di marrone; sfumatura grigio azzurra nella zona sotto l’occhio e ai lati della nuca; redini grigio marrone; copritrici auricolari con marcate infiltrazioni arancio; marrone soffuso tendente al rosso ai lati del mento. Parti superiori marrone sfumato di grigio con orli e rachidi di tonalità più scura; parte posteriore del collo rosso cremisi con punte di colore marrone e giallo e basi più scure; il mantello mostra talvolta una modesta quantità di rosso infiltrato; penne del groppone e sopracaudali di colore rosso con orlo e rachide di colore marrone. Vessillo interno delle remiganti con scanalatura rosa. Sottoala con copritrici e ascellari rosso scarlatto con punta più scura o, sulle copritrici marginali, tendente al giallo; parte inferiore delle remiganti con quattro scanalature arancio rosato cui si deve la barratura visibile in volo. Petto marrone con sfumatura verde oliva, con margine sub terminale delle penne color ruggine, punte e basi marrone di tonalità più scura. Rosso dal ventre alle sottocaudali, con margini e rachidi marrone. Coda marrone con punte più pallide e rachidi appena più lunghi dei vessilli e caratterizzati da una lieve barratura sui vessilli interni. Parti nude: becco grigio con sfumatura marrone, più massiccio rispetto a quello del Kea; cera marrone con alcune penne corte e filiformi; iride marrone scuro; zampe grigio scuro.

Il maschio è più grande ed ha il becco più lungo. Nell’immaturo la base della mandibola inferiore è di colore giallo. Ala 265-306, coda 151-190; becco 42-54; tarso 35-44.

 Due sottospecie.

            N.m. meridionalis (Gmelin,JF,1788) (South Island). Un ottimo esemplare si può osservare presso il Museo della Foi in Piacenza

            N.m. septentrionalis (Lorenz von Liburnau, 1896) (North Island) Più piccola della nominale e di tonalità molto meno vivace. Sfumatura marrone tendente al verde oliva più scura sulle parti superiori e sul petto, punte delle penne più scure. Vertice di tonalità più spenta. Collare rosso cremisi più screziato e meno vistoso.

            Nestor productus (Gould ,1836); estinto (Kaka dell’isola di Norfolk). Come la maggior parte di uccelli di quest’isola di detenuti, il Kaka venne liquidato in fretta dai colonizzatori. La sua ultima roccaforte fu costituita dall’isola di Phillip, che distava da Norfolk appena 5 Km. e aveva una superficie di appena 8 Km. di circonferenza. Sembra che si cibasse maggiormente di nettare dell’ Ibisco bianco e del Tiglio americano, osservazioni del Gould che esaminò la lingua di un soggetto di proprietà del Maggiore Anderson. L’ultimo esemplare morì in gabbia a Londra nel 1851.. Un altro stupendo esemplare giace presso il Museo ornitologico di Genova. Altro presso il Museo “La Specola” in Firenze; due a Vienna ; uno a Praga; tre a Londra ed uno ad Amsterdam.

Nestor norfolcensis (Pelzelen 1860), estinto (Kaka dell’isola di Lord Howe) l’unico esemplare si trova nella collezione Tristam a Liverpool.

Testo e stampe originali di Guglielmo Petrantoni, foto Fabrizio Comizzoli   

Bibliografia da libri originali di proprietà dell’autoreExtint birds,  Walter Rothschild, 1907; Papageien, dr.Anton Reichenow, 1887; Parrots, Prideaux J.Selby, 1836; Parrots, Junniper & Parr, 1998. 

Impaginazione grafica by GRAFOS SERVIZI GRAFICI – SAN COLOMBANO AL LAMBRO




Carl Nilssons Linnaeus, un omaggio al medico, botanico e naturalista svedese, padre della moderna classificazione scientifica binominale (Agapornis pullaria) degli esserei viventi.

lineusAgapornis pullaria (Linnaeus , 1758 )

L’inseparabile a faccia rossa

 

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Sebbene questo pappagallo sia stato censito da oltre duecento anni, in cattività ha avuto solo pochissimi e sporadici casi di riproduzione, anche sino ai giorni nostri.Di ciò esamineremo più avanti le problematiche e le recenti soluzioni, certo è soggetto allevabile da esperti del settore e non chi è alle prime armi.

Di questo Inseparabile sono riconosciute due variabilità:

Agapornis pullaria pullaria(Linnaeus), Dalla Guinea e Sierra Leone in Africa occidentale sino al sud –ovest del Sudan, a sud della DRC e Angola , lago Albert  sino ai confini dell’Uganda. Anche nell’isola di Sao Tomè e precedentemente a Prìncipe nel golfo di Guinea.

Agapornis pullaria ugandae (Neumann) , Nel sud-ovest dell’ Etiopia,Uganda, a est della DRC ,Ruwanda, Kenya occidentale e dal sud est del Sudan ,  al sud della regione del Kigoma(Tanzania).; dal fiume Omo al lago vittoria e al lago Edward(Chapin 1939); la differenza con la forma nominale è data dal colore del codrione che è blu chiaro. Questo pappagallo tipico della savana, lo si può incontrare in  gruppo da 15/20 e più individui sulle alte erbe di cui si ciba , e nelle foreste di Acacia ,tra i 900 e 1500 m.s.l. Riferisce il Bannerman  nel “The birdsof WestTropical Africa”, vol 2° che si ciba abbondantemente dei semi del Sorghum halapense, pianta erbacea della famglia,Poaceae,originaria   del mediterraneo, specie infestante ed invasiva e semi

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Sopra una spiga di Marula, mentre si ciba.

della Selerocarya( birroca)birrea,detta anche Marula, albero di medie dimensioni, appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae e originaria dell’Africa meridionale. Produce frutti simili alle prugne, di colore verde quando acerbe e gialle quando mature. I semi sono ricchi di proteine vegetali e grassi. Più raramente lungo i margini delle radure, ricerca fichi selvatici , gemme e guava(Psidium guajava), ricca di vitamina C,e per quanto originaria del sud America ,ha raggiunto anche l’Africa e le colonie Asiatiche,  quando i viaggiatori per mare del tempo, al fine di scongiurare lo scorbuto usavano portarlo seco;  inoltre ricerca insetti e qualche larva (Chapin 1939).I casi di riproduzione sul finire degli anni ’80, positivamente conclusi furono appena 5 ed i meriti di tali acquisizioni  vanno all’inglese A.Prestwich(1956) nel mese di Dicembre,ai sud africani D.Hey 1959,Davud Dale 1959, e J.V.Rouillard 1965,ed infine al danese A.Nielsen 1963.Certo oggi vi sono sempre pochissimi che si sono cimentati nell’allevamento in cattività, e ben due soli  italiani hanno concluso e stabilizzato soggetti giovani.E’ indubbiamente un pappagallo difficile da acclimatare , non consigliabile ad giovani e non navigati allevatori, tanto che recentemente sono stati introdotti nella comunità europea molti individui, ma per quello che mi risulta che  ne siano sopravvissuti neanche una minima parte !

L’acclimatamento dell’A. pullaria è piuttosto laborioso, i soggetti di fresca importazione risentono molto il cambiamento di clima e si impressionano facilmente. Fuor di dubbio che l’alimentazione giuoca un ruolo importante sulla sopravvivenza , e soggetti apparentemente sani e grassi , dopo poco lasciano senza alcuna spiegazione la vita.(vedi cibi in natura precedente capoverso ! Certo la convivenza di più coppie nella medesima voliera è fattore determinante, allorquando si disponga di più nidi ,che spiegherò più avanti come devono essere confezionati, ma al momento darei più informazioni sulla alimentazione.

Poca canapa e avena, spighe di miglio e panico, verdure e mele, ma a questo punto vado a vergare uno schema di dieta collaudata per i piccoli pappagalli, suggeritami da un bravo e cosciente allevatore:

Semi della salute, per Spinus e Carduelis;

Spighe di panico;

Verdura a foglia,mela a spicchio;

Necton Q (vit K);

Osso di seppia;

Calcio solubile in acqua.

Il lettore abbia cura di leggere quanto verificato sul campo circa l’alimentazione dal dott.Bannerman, e faccia propria la possibilità di acquisire gli alimenti,facendo caso agli apporti proteici che le piante hanno.

I siti di nidificazione che sono distribuiti in quasi tutta la fascia  centro meridionale africana di pianura, e diversamente dai consimili inseparabili delle altre specie , essi nidificano nei tumuli di termiti, costruiti da questi insetti utilizzando la saliva, legno e sabbia rossa. Sono strutture che raggiungono sino a sei metri da terra. In queste strutture la sola  femmina di A.pullaria, scava rosicchiando un tunnel nel tumulo prima in linea orizzontale  e subito dopo in verticale, dove dopo circa  10/15 cm ricava una camera da cova ove depone le uova, da due a sei, in Aprile,Giugno e Ottobre in Africa orientale mentre lo svezzamento durante le piogge da Maggio ad Ottobre. In queste condizioni dove la temperatura rimane costante all’interno della camera sia quando, in esterno, la notte raffredda e il sole raggiunge temperature elevate. Non esistono contrasti di sopravvivenza tra le termiti già aggressive, e gli stessi pappagalli, che bene si sopportano a vicenda.I giovani nascono in circa 23 giorni, e prendono il volo dopo sei/sette settimane circa.

La sostanziale differenza tra femmina a sx e maschio a dx, è data dalla colorazione chiara o scura del sotto ala, come ben evidenzia la foto di Cyril Laubscher ,2012.

La sostanziale differenza tra femmina a sx e maschio a dx, è data dalla colorazione chiara o scura del sotto ala, come ben evidenzia la foto di Cyril Laubscher ,2012.

Per cercare di avvicinarsi quanto più possibile al nido usato in natura, Mr. Garfiel in Inghilterra, predispose un nido di legno(spessore da 25 /50 mm) pieno e non compensato o laminato, nelle misure usuali degli altri inseparabili ma  a forma cubica,approssimativamente  20 x 20 x20 cm,con foro di ingresso da 55 mm. All’interno sino al riempimento totale, dei fogli di sughero non trattato, tanto che l’ingresso del foro di entrata rimanga totalmente ostruito. Al fine di stimolare l’avvio alla perforazione interna o canalizzazione della camera per nidificare, vengano praticati a fronte ingresso, una serie di buchi nel sughero che compare al foro di ingresso da 55mm, solo un accenno ! La deposizione può iniziare in vari mesi dell’anno ma in natura si innesca con l’inizio delle piogge, pertanto  in Aprile,Giugno e Ottobre nel Est Africa. Nella Repubblica Democratica del Congo si verifica la riproduzione da Maggio ad Ottobre. Nel sud Nigeria sono state trovati piccoli ai primi di Ottobre.(Mike Perrin,2012).

La vocalizzazione si esprime in deboli suoni, con acuti cinguettii si si si si si si, consegnati in corte raffiche sia in volo  sia  che quando sono sugli alberi in pausa; piacevoli trilli , altri meno melodiosi screeteet screw  e brevi fischi tchiri tchri.(M.Perrin 2012).

Non mi immergo nella descrizione particolareggiata di questo pappagallo, ma spero che con alcune buone immagini il lettore possa trovarne una esaustivo chiarimento. Suggerisco la lettura di alcuni buoni libri che possono dare  ulteriori informazioni  per chi volesse approfondire l’argomento:

J.Hayward,Lovebirds and their Colour Mutation, Blandford Press.1979, Londra;

P.Bertagnolio,Pappagalli da gabbia e da voliera,1975,ed.Encia,Udine;

D.Van der Abeele,Agapornis,2009,ed.Alcedo,Brugherio(MI);

M.Perrin,Parrots of Africa . . .,2012,Unversity Press,Joannesburg,isbn 978 1 86814 556 2.

Una rara immagine su francobollo dell’inseparabile faccia rossa, Afghanistan del 1999,20.000 AFS:1 euro= 71.7419 Afghani

Una rara immagine su francobollo dell’inseparabile faccia rossa, Afghanistan del 1999,20.000 AFS:1 euro= 71.7419 Afghani.

Testo di Guglielmo Petrantoni

Foto di Cyril Laubscher




Il pappagallo calvo (Pyrilia aurantiocephala GABAN-LIMA, RAPOSO E HOFLING, 2002)

Il pappagallo calvo

1Etimologia del nome

Pyrilia: dal greco pur, fuoco; dal latino ilia fiancheggiata (ile fianco) .

Aurantiocephala :  dal latino aurantius, colorata di arancio;e dal greco –kephalos –dal capo (kephale testa).

Il pappagallo calvo fece scalpore quando fu descritto nel 2002, soprattutto perché è difficile credere che un così grande e colorato uccello, possa  essere sfuggito alla ornitologia del mondo.

Questo pappagallo,localizzato a Thaimaçu, Pará, Brasile, Aprile 2003, era stato già notato, ma fu  ipotizzato che fossero immaturi di Vulturina Vulturina,  pappagalli terragnolo Pionopsitta che era stato visto volare in stormi separati dagli adulti. La descrizione è stata pubblicata in The Auk (3) 119: 815-819, 2002 e si intitola “Descrizione di una nuova specie di  Renato Gaban, Marcos A. Raposo e Elizabeth Höfling specie di terragnolo Pionopsitta (Aves:Psittacidae).

(Endemica in Brasile)

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Le due foto ritraggono adulti mentre si nutrono, è probabile che a sx sia la femmina e dx il maschio.

Una copia di questo documento è disponibile presso http://www.scricciolo.com/Pionipsitta%20aurantiocephala.pdf.  Esso include una mappa che mostra la distribuzione di Pappagallo calvo nei fiumi del  basso Madeira e Tapajós superiore,  e in particolare negli affluenti  São Benedito e Cururu del fiume Teles Pires.

Non solo gli autori hanno trovano che i campioni hanno gonadi ben sviluppati e un teschio ben ossificato, indicando che erano uccelli adulti, ma hanno anche studiato esemplari museali di  Pirylia vulturina,che ha mostrato tutte le fasi di sviluppo del piumaggio, ma nessuno che sembrava il Pappagallo calvo.

Sembra  abitare la foresta  a galleria e la foresta con terreno di sabbia bianca “campinarana”, di cui vi è una distesa  abbastanza  grande nelle vicinanze del Thaimaçu Lodge e che probabilmente si collega con l’area di sabbia bianca vicino la Serra de Cachimbo, e   può essere visto da Cuiabá – strada Santarém.

Si tratta di un pappagallo sorprendentemente colorato e, se non fosse per la sua testa calva potrebbe essere classificato come molto interessante.

Sono stati incontrati stormi più piccoli sulla riva destra del fiume São Benedito, e Jeremy Minns ha  registrato gli uccelli mentre si alimentavano nella località di Thaimaçu, Pará, Brasile nell’ aprile 2003 –

La scoperta di questa specie è piuttosto curiosa. Nel 2002, lungo il sistema fluviale del bacino orientale del Rio delle Amazzoni gli scienziati catturarono vari pappagallini verdi che vennero identificati provvisoriamente come pappagalli vulturini (Pyrilia vulturina) immaturi (il nome si riferisce alla testa nuda, priva di piume). Mentre la testa del comune pappagallo vulturino è nera,e  la testa dei nuovi pappagalli era nuda, con pelle arancione[.]. Benché in principio fossero stati considerati immaturi, i pappagalli calvi risultarono invece sessualmente maturi. Inoltre non si mescolarono con quelli dalla testa nera. Renato Gaban-Lima e Marcos Raposo, dottorandi all’università brasiliana di San Paolo, pubblicarono sulla rivista The Auk, nell’agosto 2002, la loro descrizione di una nuova specie, la Pyrilia aurantiocephala, . Gli esperti di pappagalli temono però che la specie da poco scoperta possa essere già minacciata di estinzione, poiché alcune foreste del medio corso del Tapajós e del basso corso del Madeira, in cui vivono, stanno cadendo sotto i colpi dei taglialegna e degli allevatori di bestiame.

Particolare della testa nuda

Particolare della testa nuda

Thaimaçu, Pará, Brazil; 9 April 2003 © Arthur Grosset

Thaimaçu, Pará, Brazil; 9 April 2003 © Arthur Grosset

 

.Si riporta il testo integrale di un sito attendibile:

Sinonimi:
Gypopsitta aurantiocephala BirdLife International (2008), Pionopsitta aurantiocephala BirdLife International (2004)

Distribution and population
Pyrilia aurantiocephala is known only from a few localities encompassing the Lower Madeira and Upper Tapajós rivers in Amazonian Brazil. Given that the species is currently known only from two habitat types and from a relatively small area, the population is unlikely to be much larger than 10,000 individuals, and it is therefore considered to be Near Threatened. More records are likely to be forthcoming now that it has been formally recognised as a species, and these may clarify its exact status. 

Population justification
The population is preliminarily estimated to number at least 10,000 individuals, roughly equating to 6,700 mature individuals. This requires confirmation.

Trend justification
This species is suspected to lose 8.8-13.1% of suitable habitat within its distribution over three generations (21 years) based on a model of Amazonian deforestation (Soares-Filho et al. 2006, Bird et al. 2011). It is therefore suspected to decline by <25% over three generations.

Ecology
Individuals have been seen in gallery forest and in ‘campinarana’ forest (on white-sand soils).

Threats
This region is under threat from logging (Gaban-Lima et al. 2002).

Conservation Actions Underway
None is known. Conservation Actions Proposed
Survey potentially suitable sites. Study its ecological requirements. Effectively protect core areas of habitat within its suspected range.

Species name author (Gaban-Lima, Raposo & Hofling, 2002)
Population size 6700 mature individuals
Population trend Decreasing
Distribution size (breeding/resident) 352,000 km2
Country endemic? Yes

Testo e adattamento di Guglielmo Petrantoni




L’inseparabile di Fischer e la nuova mutazione: OPALINO

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Ottobre_2013_INT

 

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